L’unica cosa che negli ultimi giorni ha tenuto banco in casa Los Angeles Lakers è stata ovviamente la questione delle confessioni scomode di Nick Young filmate da D’Angelo Russell e finite sul web. Un caso controverso che ha scatenato un ciclone mediatico di proporzioni bibliche che ha smosso e non poco l’ambiente della franchigia gialloviola. Archiviare la faccenda subito però è quantomai fondamentale per il proseguo della rebuilding della squadra.
Il tutto non ha messo sicuramente in luce il rookie, (al di là del fatto della volontaria o meno pubblicazione del video) giustamente criticato per una goliardata che ha minato la sua posizione all’interno dello spogliatoio, con alcuni giocatori che ora non lo guarderebbero più con buon occhio. Allo stesso tempo, la dirigenza non ha mostrato la propria presenza, lasciando i due diretti interessati a lavare i panni sporchi in una conferenza stampa prima del match coi Miami Heat. Probabilmente il teatrino è durato anche troppo, per questo i Lakers in toto devono abbassare la testa e lavorare in vista dei prossimi mesi, pianificando con cura le mosse per il futuro e lasciando perdere il gossip.
In primis, il prodotto di Ohio State deve dare il massimo nelle partite restanti di questa stagione travagliata, comportandosi da professionista, in modo da cacciare attorno da lui le cupe nubi che gli stanno attorno. Le scuse a Swaggy P e alla squadra non bastano: urgono i fatti, quelli del parquet, urge la dimostrazione che quel benedetto video è solo frutto di un errore di gioventù e non di una mentalità negletta. Insomma, probabilmente è la miglior strada per riconquistare consensi, una strada che deve continuare ovviamente anche in estate. Eventuali nuovi compagni di squadra dovranno fidarsi di lui dopo l’accaduto, cosa che sarebbe avvantaggiata da un atteggiamento non al di sopra delle righe.
Inoltre, la dirigenza non deve fare mosse troppo azzardate. Sin da subito si sono conseguite voci su una futura cessione di Russell, subito stoppate da ‘Bleacher Report’, che ha affermato come il front office creda ancora nel talento del classe 1996. In effetti non sarebbe costruttivo privarsi a cuor leggero di un prospetto dalle grandi potenzialità, tra l’altro uno dei pochi punti fermi su cui ripartire. Non è da sottovalutare il fatto che la querelle possa far scendere il suo valore di mercato: mandarlo via per poco potrebbe essere sbagliato. Sull’alchimia di spogliatoio c’è da dire che molti elementi del roster cambieranno aria probabilmente, il che cambierebbe le carte in tavola. Tra l’altro, quasi tutti i giocatori NBA sono al corrente del caso e questo potrebbe creargli eventuali problemi ovunque. In conclusione, tanto vale tenersi questo diamante grezzo ed affinarlo invece di ‘regalarlo’ e vederlo brillare altrove.
Lavorare e ancora lavorare, con serietà assoluta, fattore che deve contraddistinguere uno dei team più prestigiosi della lega: per Russell e il resto dell’organizzazione, è l’unica cosa da fare.