Dopo il primo anno sulla panchina del Fenerbahce, con uscita alle top 16, per Zeljko Obradovic occorreva riscattarsi immediatamente, ovvero portare i suoi quantomeno alle Final Four. Obiettivo raggiunto strapazzando 3-0 la detentrice del titolo Maccabi, e adesso non c’è più nulla da perdere ma solo da guadagnare visto il ruolo da outsider che ricopriranno. Infatti la semifinale li metterà di fronte alla corrazzata Real Madrid, che oltre ad essere più forte giocherà anche in casa, avendo tutte le pressioni del mondo addosso, a differenza dei turchi che potranno giocare con molta più leggerezza sulle spalle.
Il cammino della squadra di Obradovic comincia con un ottimo secondo posto alle Top 16, dietro al CSKA ma davanti a un certo Olympiacos, non proprio cosa da poco. Il Fenerbahce è da tutti la squadra più temuta, perché rimane forse la più scarsa tecnicamente, ma ha in panchina il genio del coach serbo che nella sua carriera ha vinto talmente tante volte l’Eurolega, tale da renderlo temibile e non poco; lui sa come si fa e statene certi, non vi deluderà neanche quest’anno.
Il roster è un mix di giocatori esperti e giovani talentuosi, non esiste un giocatore di riferimento, un go to guy per capirsi, ma tante piccole stelle che messe assieme possono far male e non poco alla truppa di Pablo Laso. L’uomo di maggior talento, con più punti nelle mani è senza dubbio Andrew Goudelock, che se entra in ritmo diventa inarrestabile, la regia è affidata a un uomo di esperienza come Nikos Zizis, che magari non fa venti punti, ma tante piccole cose nei momenti clou del match tali da renderlo indispendabile, ci sono poi Bogdanovic e Bjelica, i gioiellini di Obradovic, il primo letale da tre punti, il secondo soprattutto in difesa. Completa il quintetto il fisico e l’esperienza di Savas, anch’egli molto importante su entrambi i lati del campo; dalla panchina escono poi un certo Hickman, vincitore l’anno passato in maglia Maccabi e con un passato anche in Italia, Jan Vesely, senza dubbio il simbolo di quest’anno per impatto sulla partita in uscita dalla panchina e la capacità di rendersi utilissimo per i compagni, un gregario di lusso insomma, Semih Erden, molto roccioso sotto i tabelloni, Emir Preldzic, capace di spaccare anch’egli le partite col tiro dai 6,75 metri, e Zoric importante anche lui sotto le plance ma anche nel pick and roll specialmente con Goudelock.
Insomma di talento ce n’è e come, i presupposti per fare bene ci sono, davanti troveranno una corrazzata è vero, ma con tutta la pressione che avranno giocando in casa occhio che non gli faccia uno scherzo Obradovic, l’unico al mondo se ce n’è uno in grado di farglielo!
Per Lega Basket A Passion,
Mattia Picchi (Mattia Picchi on Twitter)