Dopo una stagione vissuta nella totale mediocrità, con record 31-51 nella competitiva Western Conference, in questa off-season ci si aspettava un totale rebuilding da parte degli Utah Jazz, ma richieste troppo alte (Lauri Markkanen) e scarso interesse per i propri giocatori (Jordan Clarkson), stanno bloccando il mercato della squadra di Salt Lake City.
Se per il finlandese Markkanen si aspetterà il 6 agosto, data in cui Utah potrà offrire il rinnovo a cifre più alte di qualsiasi franchigia, diverso è il discorso per Jordan Clarkson. Per il giocatore naturalizzato filippino, nonostante il buon tabellino statistico che recita 17,1 punti, 3,4 rimbalzi e 5,0 assist a partita e il buon contratto da solo 14.1 milioni, non ha attirato le attenzioni delle altre franchigie. La stagione del 32enne è stata macchiata da percentuali al tiro estremamente basse, concludendo con il 41.3% dal campo e il 29.4% da tre in “sole” 55 partite. Probabilmente Danny Ainge, general manager degli Utah Jazz, aspetterà l’inizio della stagione affinché Jordan Clarkson riprenda valore sul mercato per garantire alla squadra di Salt Lake asset importanti per il processo di ricostruzione che affronterà dalla prossima stagione.
Le squadre che hanno bisogno di punti nella mani in uscita dalla panchina sono molteplici, ad esempio Denver Nuggets, Golden State, Oklahoma, ma tutto dipenderà dalle richieste che verranno fatte dalla franchigia che rischiano di essere più alte del valore effettivo del giocatore. La situazione si evolverà sicuramente nel corso delle prossime settimane, ma Utah corre il rischio di trovarsi con un “pugno di mosche“.