Coach Steve Kerr non è nuovo a varie critiche nei confronti di Donald Trump. E il fatto che lui e i suoi Golden State Warriors si siano rifiutati di visitare la Casa Bianca dopo aver vinto l’anello NBA durante il mandato di Trump, la dice lunga.
In quell’occasione l’affronto fu evidente ma sottile. Questa volta invece, coach Kerr è stato quanto più trasparente potesse essere.
L’allenatore del Team USA è salito sul palco della Democratic National Convention per tenere un discorso, e ha lanciato un messaggio memorabile, invocando (non invano, si spera) il nome del suo Steph Curry.
“Pensate a quello che la nostra squadra ha ottenuto, a quello che hanno fatto i nostri dodici americani a Parigi, mettendo da parte le rivalità per rappresentare il Paese. Ora, immaginate cosa potremmo fare con tutti i 350 milioni di americani, se giocassero nella stessa squadra. Non come democratici. Non come repubblicani. Non come libertari. Ma come americani. Dopo il conteggio dei risultati di questa nottata elettorale, potremo dire a Donald Trump proprio quello che direbbe grande Steph Curry: Night Night”.