Al Horford: intelligenza cestistica ed altruismo a disposizione di coach Stevens
I Boston Celtics stanno rispettando le aspettative stagionali, lasciando a bocca aperta molti addetti ai lavori, che non li avrebbero mai dati in lotta per la vetta della Eastern Conference. Le prime tre franchigie ad Est (Cavaliers, Celtics e Wizards) sono raccolte in un fazzoletto: le prime tre franchigie sono divise da sole 4 vittorie di differenza. I Cavs di LeBron hanno 2.5 gare di vantaggio sui C’s di uno stratosferico Thomas in formato MVP, che a loro volta hanno un vantaggio di 1.5 gare sui sorprendenti Washington Wizards di John Wall.
Il pezzo mancante del puzzle targato Brad Stevens
Nonostante sia evidente che per colmare il gap con i Cavaliers ci sia bisogno dell’apporto di un’altra Star, Horford può essere considerato il tassello mancante del puzzle cominciato da Brad Stevens. Il dominicano, infatti, sopperisce ad alcune delle lacune mostrate dal roster dei C’s lo scorso anno.
Tanto per cominciare, la squadra, soffre molto meno nel pitturato: il lungo ex Hawks, praticamente costretto a giocare fuori ruolo da ormai varie stagioni (nasce come PF ma gioca ormai da centro con disinvoltura), si è infatti improvvisato come rim-protector, nonostante non sia un protettore del ferro di “razza”: le sue 1.4 stoppate di media rappresentano anche il 47% delle stoppate che i Celtics mettono a segno ogni gara.
Nella propria metà campo, però, la vera importanza di Horford, è la grandissima duttilità difensiva: il centro dei C’s non ha certo la stazza per difendere sempre in modo efficace dal post, specialmente contro giocatori più fisici di lui, ma è diventato un ottimo interprete della difesa sui giochi a due. Quando viene portato un blocco avversario, se il lungo che deve cambiare in difesa è Horford il cambio viene accettato quasi sempre. La rapidità negli scivolamenti del big man gli ha spesso permesso di difendere egregiamente anche sulle penetrazioni dei piccoli.
About defense: aumenta la difesa perimetrale, in leggero calo la protezione del ferro
Il defensive rating del trentenne è salito non di poco rispetto all’ultima stagione ad Atlanta: si passa dal 98.2 di Atlanta al 106.4 di Boston, a testimoniare un periodo di flessione della produzione del ragazzo nella sua metà campo. Dato che il rating difensivo del giocatore è aumentato, è bene sottolineare alcuni dati in lieve flessione, dovuti anche al cambio di compagno di reparto ed allo sviluppo del gioco perimetrale.
Horford concede 10.2 punti di media all’avversario nei possessi immediatamente successivi ad una palla persa, 0.2 punti in più rispetto allo scorso anno. Non essendo un centro di razza, e non avendo un giocatore abbastanza reattivo al suo fianco (Amir Johnson non ha, oltre alla reattività, la stazza per coprire certe lacune), Horford concede 9.7 punti per partita da rimbalzo offensivo all’avversario, 1 punto in più rispetto a quando giocava con Paul Millsap. Inoltre, il #42 dei Celtics, concede 29.0 punti a partita nel pitturato, contro i 26.7 dello scorso anno.
About Offense: visione di gioco e utilizzo del gioco frontale e perimetrale
In attacco, l’ex centro degli Hawks, ha sviluppato in modo incredibile il suo gioco perimetrale, adattandosi alla pallacanestro moderna. Al Horford offre a coach Stevens ottime letture offensive sia come bloccante che come portatore di palla: quando blocca lo fa più volte nella stessa azione, lasciando al suo palleggiatore sempre 2-3 metri di spazio, e quando a portare palla sono Isaiah Thomas o Avery Bradley, l’azione si trasforma in un canestro quasi automatico. La sua abilità nel creare spaziature, viene spesso sfruttati dal giocatore stesso per calarsi nel ruolo di “finto playmaker”. Horford, nella stagione corrente, è al primo posto nella speciale classifica degli assist per partita tra i centri, grazie ad una media di 5.0 assist a gara, cifre decisamente sbalorditive per un giocatore che sfiora i due metri e dieci centimetri.
L’offensive rating del ragazzo è salito notevolmente nonostante il minutaggio praticamente uguale: passiamo dai 103.1 punti di rating dello scorso anno ai 111.9 della stagione corrente. Lo sviluppo del gioco perimetrale lo ha anche portato a migliorare non di poco le sue percentuali da oltre l’arco dei 3 punti: si passa dal 30% di due anni fa (con 0.5 tentativi per partita) al 35% odierno con 3.9 tentativi di media. Sebbene Horford prenda solo l’11.6% dei rimbalzi totali dei C’s, ed il 4.6% di quelli offensivi, il 60% dei suoi tiri sono presi all’interno dell’area verniciata, mentre il 20% dei suoi tiri parte da fuori dalla linea dei 3 punti. Il restante 20% circa sono tiri effettuati dal cosiddetto mid-range.
E’ bene sottolineare anche un’ultima peculiarità: Horford predilige tirare da 3 quando c’è ritmo e circolazione di palla, quasi mai invece (solo nell’1.3% dei casi) costruisce la tripla dal palleggio.
About contract: contratto folle?
Giocatore totale in attacco e duttile in difesa, potranno i C’s con lui, e magari un altro innesto, arrivare al tanto agognato diciottesimo anello? Intanto molti si chiederanno se Horford vale i soldi che Danny Ainge ha deciso di dargli. Se i C’s sono oggi al secondo posto di Conference, parte del merito va anche al centro ex Hawks, che ha contribuito a portare soprattutto una miglior circolazione di palla. Per la situazione che si era venuta a creare, prima della partenza di Horford, Atlanta era la seconda forza ad Est. Probabilmente, senza offrire il massimo salariale, il dominicano non si sarebbe mosso dalla Georgia.