Clamorosa vittoria per gli Houston Rockets, che si impongono di misura nel secondo match stagionale coi San Antonio Spurs (109-107), rimontando uno svantaggio di 25 punti per la prima volta nel corso della loro storia (superato il precedente record di 23, che risaliva addirittura a una vittoria contro i Portland Trail Blazers datata 22 gennaio 1977). Dopo un avvio di gara decisamente sottotono, i padroni di casa vanno all’intervallo sotto di ben 19 punti (72-53 per gli Speroni alla pausa lunga), ma nella ripresa mettono a referto un parziale di 56-35 tra terzo e quarto quarto.
I Rockets avevano già concesso 70+ punti all’intervallo due volte nel corso di questa stagione, rispettivamente ai Miami Heat (71) e ai Dallas Mavericks (78), perdendo in entrambi i casi. Lo scorso 4 dicembre, nel primo incrocio stagionale con gli Spurs, Houston si era arresa dopo due overtime (135-133 per San Antonio) e, soprattutto, dopo che nel quarto quarto era riuscita a portarsi sul +22.
A poco meno di due settimane di distanza, a sorridere in questa maniera sono gli uomini di Mike D’Antoni, che rendono vano l’ottimo primo tempo della squadra di Gregg Popovich e tornano a vincere dopo il ko interno coi Detroit Pistons. A trascinare i Rockets è un Russell Westbrook da 31 punti (di cui 25 nel solo primo tempo), 10 rimbalzi, 4 assist, una palla recuperata e una stoppata col 44% dal campo (11/25).
Altra prova convincente anche per Ben McLemore, autore di 17 punti col 54.5% al tiro (6/11) e il 44% da dietro l’arco (4/9) in 29’ in uscita dalla panchina. L’ex Kings risponde ancora una volta presente in una serata in cui non incidono Danuel House e Austin Rivers (appena 4 punti con 2/8 dal campo per il primo e 2 punti con 1/5 al tiro per il secondo).
Incide sempre, invece, P.J. Tucker, che sfiora la doppia doppia, chiudendo a quota 9 punti, 11 rimbalzi e 2 recuperi col 50% dal campo (3/6) e il 40% da tre (2/5). Doppia doppia – la diciottesima in stagione – che arriva per Clint Capela, che mette a referto 15 punti, altrettanti rimbalzi, 5 assist (quarta volta in carriera, eguagliato il suo career-high) e 3 stoppate col 78% dal campo (7/9).
“A volte bisogna semplicemente volere la vittoria più degli avversari. È un discorso che va oltre tiri, possessi e giocate.”, ha commentato Westbrook, che per la seconda volta in questa stagione ha concluso una partita con 30+ punti.
Brilla molto meno del solito la stella di James Harden, che fa registrare 28 punti, 8 rimbalzi, 7 assist, una palla recuperata e una stoppata, pur tirando con appena il 34.5% dal campo (10/29) e il 31% dalla lunga distanza (4/13): il Barba rimedia in parte rendendosi autore di alcuni canestri importanti nel finale e eguaglia Calvin Murphy a quota 4402 assist al primo posto dei migliori passatori della storia dei Rockets nella sua presenza numero 572 (7.7 assist per partita).
I Rockets completano la missione vendetta
“Non perdo mai la fiducia in me stesso, nemmeno quando mi capita di tirare 0/20 o cose del genere. Cerco sempre di prendere i miei tiri e essere aggressivo. Oggi i miei tiri non sono risultati efficaci, ma per fortuna tanti miei compagni hanno rimediato.”, le parole di Harden in merito alla preziosissima vittoria dei suoi, la prima in stagione contro San Antonio.
Tra le file degli Spurs, si segnala un Bryn Forbes che si scatena ancora una volta al cospetto dei Rockets: il prodotto di Michigan State mette a referto 18 punti col 67% da tre (6/9, massimo in carriera per lui), tirando con un perfetto 6/6 da dietro l’arco nel primo tempo. In dieci partite contro i rivali texani in carriera, Forbes viaggia a medie di 13.4 punti col 54% dal campo e il 59.5% da tre.
Bene anche LaMarcus Aldridge (doppia doppia da 19 punti, 13 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate con 7/15 al tiro) e Dejounte Murray (16 punti, 5 rimbalzi, 3 assist e 2 recuperi con 8/15 dal campo), mentre in uscita dalla panchina si mettono in mostra Rudy Gay, autore di una doppia doppia da 12 punti e altrettanti rimbalzi in poco più di 21’, e Derrick White, che fa registrare 16 punti, 6 rimbalzi e 3 assist col 67% da tre (2/3).
“Ogni partita è diversa. È come se il nostro peggior incubo fosse diventato realtà. Andare avanti di 20 punti a inizio gara non garantisce la vittoria, sappiamo che una partita può cambiare volto in un attimo. In un certo senso, è stato un match equilibrato. C’era da aspettarselo.”, ha dichiarato coach Gregg Popovich al termine della gara persa contro i Rockets.
Leggermente sottotono DeMar DeRozan, che non va oltre quota 12 punti, 5 rimbalzi e altrettanti assist col 38.5% al tiro (5/13). San Antonio incassa così la sua sedicesima sconfitta stagionale in ventisei gare sin qui disputate, allontanandosi dalla zona playoff (due vittorie in meno e due sconfitte in più rispetto agli Oklahoma City Thunder attualmente ottavi a Ovest).
Il numero 10 degli Spurs ha detto la sua su una sconfitta amara, dato che i suoi avevano la vittoria in pugno dopo i primi due quarti: “Loro sono stati bravi ad approfittare del nostro calo per rimontare. È più difficile di quanto sembri gestire un largo vantaggio, perché mantenere alta l’intensità non è semplice e d’altro canto nessuna squadra si lascia schiacciare. Ci siamo rilassati un po’ troppo.”