In occasione del media day i Blazers hanno avuto modo di presentare i nuovi arrivi di questa offseason. In particolare Deandre Ayton, arrivato in seguito alla trade Damian Lillard, e Scoot Henderson, terza scelta dell’ultimo draft, si sono pronunciati sulla stagione che sta per iniziare. “Posso mostrare chi sono al mondo, come giocatore, dentro e fuori dal campo” ha detto Ayton, dimostrando che è pronto ad assumere un ruolo da leader all’interno dello spogliatoio, a discapito dei soli 25 anni. Ha poi proseguito su quelli che saranno i suoi compiti come “veterano” nei confronti dei giovani: “Semplicemente guidarli e far comprendere loro la fisicità della lega. Creare chimica attraverso il gioco. Dare loro determinate terminologie che useranno in partita. Siamo tutti giovani. Nessuno di noi sa tutto, e questa è la parte divertente.“
Dall’alto dei sui 213 centimetri poi, dalla prima scelta del 2018 ci si aspetta un importante impatto su entrambi i lati del campo. Richiesta che Deandre non ha minimamente provato ad evitare esordendo con: ““Il mio nome è DominAyton. Gioco con molta passione. … Quando si tratterà di vincere, sarò la persona grintosa che porterà a termine il lavoro.” L’anno scorso però, anche a causa delle divergenze con la dirigenza, a più riprese è apparso quasi svogliato e non totalmente concentrato sul progetto della squadra. Ayton non ha quindi perso occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpa, rispondendo ad una domanda su come le difficoltà avute con il front office di Phoenix avessero influenzato il suo rendimento in campo, mettendo in dubbio anche il suo impegno.
“Guarda la posizione in cui giocavo, l’ambiente in cui giocavo. A volte può mettere a dura prova la tua mente. … Ai playoffs, qualunque cosa accada, gioco al meglio che posso. Gioco più forte che posso. Questo è uno dei motivi per cui quest’estate vi ho detto che avrei cambiato la narrativa. Faccio parte di un’organizzazione che mi vuole e vuole che io abbia successo.”
Scoot Henderson, il “nuovo Lillard”
Dopo Ayton, è stato il turno di Scoot Henderson per rispondere alle domande dei giornalisti, apparendo subito ben consapevole dei suoi obiettivi per questa prima stagione: “Cercherò di alzare il ritmo ogni volta che riceverò palla, sia che prenda un rimbalzo sia che corra per il campo, concentrandomi davvero sul ritmo e sui rimbalzi. Piccole cose come queste ci renderanno un’ottima squadra…” Ha poi dichiarato di essere consapevole delle sue qualità e di come queste comportino il dover essere una figura di riferimento fin da subito per la squadra: “In questo momento so cosa posso fare e so che posso fare molte cose in campo. Penso che la cosa più importante sia alzare il ritmo ed essere semplicemente un playmaker vocale, un ragazzo carismatico per la squadra. Dovrò assicurarmi sempre di dare pacche sulle spalle ai miei compagni di squadra. Piccole cose del genere fanno molto, anche per lo staff tecnico e per l’organizzazione. È lì che penso di poter davvero crescere e ricoprire quel ruolo”.
A proseguito poi commentando la partenza di Lillard e la pressione per il dover essere il “nuovo Dame“: “Mi mancherà l’opportunità di imparare da Dame, ma abbiamo anche Anfernee Simons e JG [Jerami Grant], ragazzi che sono stati con lui, ragazzi che potrebbero non essere Dame ma ragazzi che sanno molto e hanno visto molto su come affrontare una stagione di 82 partite.” “Solo perché la gente pensa che io voglia essere il nuovo Dame, non vuol dire che io la pensi così. Non c’è pressione. Sono Scoot Henderson. Non sono mai stato messo sotto pressione in quel modo. L’unica pressione che ho viene da me stessa, la pressione che metto su me stesso per essere la migliore versione di me stesso, per andare là fuori e battere il mio avversario, per andare là fuori e aiutare la mia squadra in campo. Non penso che ci sia pressione su di me per essere il nuovo Dame. Non sto cercando di esserlo. È una nuova era per un motivo, sono qui per essere Scoot Henderson.”