Si avvicina ormai a gran velocità la regular season 2015-16, e tutte le franchigie cominciano gli aggiustamenti del caso nei propri roster. Oggi diamo un occhio a un team della Eastern Conference, nonché la franchigia più titolata della lega: i Boston Celtics!
In casa Boston si è vissuto sinora sulle ali dell’entusiasmo per la partecipazione del tutto inaspettata alla post-season 2014-15, ma gli strascichi della ricostruzione si fanno ancora sentire: infatti, a Boston, c’è ancora un contratto di troppo a roster (il numero massimo di contratti a roster deve essere non superiore a 15 entro l’inizio della stagione regolare) e vanno gestiti i rinnovi contrattuali di Sullinger e Zeller. Il termine massimo per rinnovare questi contratti è previsto per il 31 ottobre. L’indiziato numero uno al taglio è Perry Jones III, ala ex Oklahoma City Thunder che ha trovato sin qui poco spazio a Boston, giocando in un ruolo in cui è difficile ritagliarsi dei minuti data la sovrabbondanza di SF e PF a roster.
Veniamo ora alla questione rinnovi: come riporta Cory Prescott di CLNSRadio.com (cliccare sul link per visualizzare la fonte originale) , il General Manager dei Boston Celtics, Danny Ainge, sembra non essere intenzionato a rinnovare i contratti di Zeller e Sullinger, che sembrano non essere adatti (per motivi diversi) al gioco del giovane head-coach Brad Stevens. Danny Ainge, è conosciuto per non aver mai dato (o quasi mai) ad un giocatore lo stipendio che chiede, e il rischio di dover firmare i due big man con dei contratti troppo lunghi o onerosi è alto. Certo è che Ainge non è certo uno sprovveduto e conosce bene il rischio di intasare il cap durante un processo di rebuilding.
Ecco lo stato delle cose: alla luce del progressivo aumento del salary cap nelle prossime stagioni (l’anno prossimo il tetto salariale dovrebbe alzarsi da 62 milioni di dollari a circa 82) Ainge deve gestire tre rinnovi contrattuali, tra i quali deve tagliare un contratto. Qualora il GM dei Celtics decida di lasciar scadere i contratti il 31 ottobre, i ragazzi diventeranno RFA (restricted free agent) nel 2016, ma verrebbero rilasciati dai C’s senza alcuna contropartita, con il guadagno però di qualche milione di dollari che potrebbe diventare spazio libero in vista della Free Agency 2016, ricca di nomi illustrissimi.
Perchè Ainge non dovrebbe essere interessato a rinnovare nessuno dei tre ragazzi in questione? Diamo uno sguardo più accurato alla situazione dei tre giocatori:
Perry Jones III: L’ultimo arrivato, ha perso molti allenamenti, ha trovato pochissimo spazio in partita e gioca in un reparto affollatissimo. Indiziato numero 1 al taglio.
Jared Sullinger: la delusione attorno a lui è tantissima: Sully ha dimostrato di essere in grado di far da padrone, ha dimostrato di avere un talento che non si trova tutti i giorni, ma ha anche dimostrato di avere pochissima tenuta mentale. Un 6’9″ che pesa quasi 130 kg è costantemente a rischio infortuni, e la questione è stata più volte affrontata dallo staff dei Celtics e dal ragazzo in forma privata, senza però ottenere risultati: Sully si è ripresentato al training camp con il viso ed il fisico di chi non ha fatto neanche un mese di dieta. La poca cura del proprio fisico e l’etica del lavoro non propriamente esemplare hanno più volte fatto storcere il naso a coach Stevens ed a Danny Ainge, il quale potrebbe non fidarsi a firmare al ragazzo un nuovo contratto magari a lungo termine. Il rischio di veder partire il numero #7 è elevato.
Tyler Zeller: ci apprestiamo ora ad analizzare nel dettaglio la situazione del lungo prodotto di North Carolina, forse la più complicata ma anche la più interessante: Tyler, al contrario di ciò che può sembrare, è un tassello molto utile del roster di coach Stevens. Durante la scorsa stagione, ad esempio, non ha mai saltato una gara di regular season, ed ha fatto registrare un PER di 18.9 (inferiore solo a quello di Isaiah Thomas, 22.1, ma in 21 partite giocate), oltre a piazzarsi quinto nell’intera lega nella speciale classifica delle percentuali dal campo, con il 55%. La stagione dell’ex Cavs si è conclusa con un netto miglioramento offensivo rispetto a quella precedente: le medie messe a referto da Tyler recitano 11.4 punti e 5.9 rimbalzi a partita. Zeller, tuttavia, ha dei fattori che gli “remano” contro: con l’evoluzione dello “small-ball” e quindi con l’abbassamento dei quintetti, i lunghi sono diventati molto più mobili offensivamente (nella NBA odierna vanno molto di moda gli “stretch-four” o i 5 che tirano da 3) ma allo stesso tempo hanno mantenuto quell’istinto di rim-protector che Tyler fatica a far uscire. Le statistiche del centro bianco-verde recitano 0-5 da 3 punti e 52 stoppate nella stagione passata, non certo statistiche da lungo “moderno”. Che ruolo ha Zeller nel pick ‘n’ roll? Ebbene, Tyler è abbastanza agile nell’azione di rollare verso il canestro, tanto da essersi classificato ottavo nella passata stagione per punti segnati sui giochi a due come rollante verso il canestro. Tra le altre cose, Zeller è anche un buonissimo passatore considerata la stazza: un 213 cm che ha la rapidità e la precisione necessaria per mandare talvolta i compagni a canestro e per tirare sulla testa degli avversari più piccoli (ormai i 7 piedi sono merce rara nella pallacanestro oltreoceano).
Ora, è giusto lasciar partire a zero anche il lungo ex UNC? Anche se tutti gli elementi portano ad un possibile mancato rinnovo, qualora il giocatore non pretendesse cifre astronomiche allora la società potrebbe intavolare una trattativa e negoziare così un contratto che possa andar bene ad entrambe le parti, al fine di trattenere Zeller nella beantown.
Per NbaPassion.com,
Gabriel Greotti (@GabrielGreotti on Twitter)