Il Panathinaikos era una delle favole più belle di questa Eurolega. Tuttavia ogni favola che si rispetti ha due possibili finali: lieto o tragico; quello toccato alla nobile squadra greca, ahimè, è il secondo. Il team ellenico adesso versa nel caos più totale e la stagione non è ancora terminata. Infatti c’è ancora un campionato da provare a vincere, Olympiakos permettendo.
Sarebbe sbagliato tuttavia partire dalla fine di questa tragicomica, perché tali sono gli esiti, storia. Per capire le ragioni di questa crisi greca bisogna tornare indietro di qualche mese. Precisamente a Giugno; procediamo con calma e in ordine in questa vera e propria tragedia greca.
TRAGEDIA PANATHINAIKOS, ATTO I: DA PEDOULAKIS A PASCUAL
Torniamo indietro nel tempo precisamente al primo giugno 2016. Sul sito ufficiale del Panathinaikos compare un comunicato ufficiale della società: il contratto di Argiris Pedoulakis è stato rinnovato per un’altro anno. L’intenzione del Pana è quella di affidare all’esperto allenatore greco il processo di ricostruzione post-Diamantidis. Già perché qualche mese prima il fenomeno si era ritirato lasciando un vuoto incolmabile; questa però è un’altra storia, torniamo a Pedoulakis. L’ex allenatore del Pana ha chiari gli obiettivi: una Eurolega da Final Four, lotta serrata all’Olympiakos in coppa e campionato. Il mercato viene gestito in maniera tutto sommato intelligente; pur partendo gente come Raduljica, Kuzmic, Elliott e Papagiannis erano arrivati James, Bourousis, Singleton Nichols, K.C Rivers e Gabriel. Le carte per far bene c’erano tutte, sopratutto il ritorno di Bourousis aveva generato molto entusiasmo.
Gli inizi di stagione non sono tuttavia esaltanti. Sembra che Pedoulakis non riesca a tenere insieme un gruppo formato da tantissime figurine. La squadra vince, nel non esaltante campionato greco, ma non convince. Probanti quindi diventano i test europei e con l‘Olympiakos. Nel giro di poche settimane tutto il mondo del Panathinaikos cambia radicalmente. I rapporti tra Pedoulakis e la dirigenza scricchiolano da tempo; la definitiva scossa di assestamento arriva arriva il 17 ottobre in campionato. Al Pireo l’Oly schianta il Pana 88-63, clamoroso il risultato, clamorose le accuse e il processo mediatico.
Tre giorni dopo Argilis Pedoulakis, capendo che la situazione non era più sostenibile, rassegna ( con polemiche) la dimissioni da head-coach. In fretta e furia viene ufficializzato il nuovo allenatore: l’ex Barcellona Xavi Pascual.
ATTO II: DA PASCUAL AI PLAYOFF
Il tecnico spagnolo è uomo di carattere e sa gestire piazze calde e molto rumorose. I tifosi lo accolgono con una certa diffidenza, lui si mette subito al lavoro. L’esordio non è dei più semplici, a Mosca contro il CSKA, ma la squadra risponde bene: finirà 81-77 con un Cska spesso in difficoltà. La squadra in poche settimane cambia completamente volto; i greci diventano cinici, aggressivi in difesa e costanti in attacco, sembra che Pascual abbia operato un miracolo. A ridosso tra Ottobre e Novembre il Pana inanella 7 vittorie in 10 partite tra campionato ed Eurolega. Brucia ancora tuttavia la sconfitta con L’Oly che nel secondo derby stagionale si impone ad OAKA 79-77; i segnali però sembrano buoni. La squadra stenta ancora ad acquisire il ritmo europeo ma le premesse per far bene ci sono.
Tra fine Novembre e metà Dicembre il Pana sembra inarrestabile. 10 vittorie in 10 partite, i risultati sono una conseguenza del bel gioco espresso dai ragazzi di Pascual. La squadra greca vede arrivare anche Alessandro Gentile(poi tagliato) come rinforzo dal mercato. Tutto sembra girare bene. Il 2017 sportivo tuttavia inizia in salita, due sconfitte ( Unics e Olympiakos) consecutive sembrano minare il cammino europeo dei greci. Il riscatto però è dietro l’angolo e porta il nome di Greece Cup. In finale contro gli storici rivali il Panathinaikos dà una lezione di basket al Pireo. Partita mai in discussione, Calathes e soci la portano a casa con dieci punti di scarto.
Da questo catartico momento in poi ai bianco-verdi sembra girare tutto bene. Pascual porta la squadra a racimolare 10 vittorie nelle ultime 14 giornate di Eurolega e il campionato li vede girare da primi in solitaria. La squadra compie una vera e propria impresa raggiungendo il quarto posto e spodestando il Fenerbahce.
TRAGEDIA GRECA, ATTO FINALE: IL FENERBAHCE
Tutto sembra pronto per vivere dei playoff da protagonisti. OAKA ci crede, i sogni di gloria iniziano a farsi largo nelle menti di molti. Le ambizioni sono elevatissime, nella leggendaria arena greca è tutto pronto per gara 1. Stanno arrivando i vice-campioni in carica: il Fener di Obradovic. Il nome di quell’allenatore riecheggia ancora dolcissimi ricordi ma ora è un rivale e come tale va trattato. Coreografia stellare, caos controllato, furore agonistico: una solita giornata di playoff ad OAKA.
Tutto però va nel verso sbagliato. Il Pana viene annichilito dalla maestria tattica di Obradovic. Coach Z zittisce OAKA e si impone con un perentorio 71-58; i greci piombano nella confusione e nello sconforto. Tuttavia nulla è ancora perduto, c’è una gara due da giocare e non può essere fallita.
Il secondo atto della tragedia prende corpo in maniera diversa rispetto al primo. Il Pana, spinto dalla foga del suo pubblico, attacca la partita, si porta in vantaggio e sembra volerla dominare. Guai però a fare i conti senza Obradovic. Come uno stratega dei tempi antichi il coach del Fener lascia sfuriare il furore agonistico dei suoi rivali dopodiché assesta quello che sembra un colpo da KO. I turchi guidati da un sontuoso Bogdanovic e da un innaturale Udoh espugnano ancora OAKA: 80-75.
Gara 3 è l’apoteosi dei turchi. La partita non inizia neanche, schiacciante e perentoria la prepotenza del Fener, il Panathinaikos cade sotto i colpi di Dixon Nunnaly e Bogdanovic. 79-61 il risultato, 3-0 ( dicasi all’americana “sweep” ) la serie. Tripudio dell’arena per Obradovic e soci, dopo una stagione altalenante ecco il riscatto.
RINGRAZIAMENTI ED INCHINO
Al termine della gara oltre al danno arriva anche la più clamorosa delle beffe: Dimitris Giannakopoulos vulcanico presidente dei greci ( che aveva promesso 250.000 euro come premio in caso di arrivo alle F4) impone a tutti di tornare ad Atene in pullman; niente aereo. Quello che sembra una scena da teatro dell’assurdo in realtà è la pura verità. Come se il Pana non fosse già stato umiliato a sufficienza ecco che arriva anche questa amara, e francamente inutile, punizione.
La squadra si spacca: Fotsis, Gabriel, James( miglior giocatore della serie contro i turchi) e Singleton scelgono di pagarsi di tasca propria il volo. Il resto della squadra si prepara ad affrontare 13-14 ore di viaggio per completare 1000km di tragitto.
Ora è il momento degli interrogativi. La squadra riuscirà a rimanere unita fino a fine stagione? Quale futuro attende molti giocatori del Pana? Che ne sarà del tecnico spagnolo?
Per adesso molte di queste domande non possono avere risposta. Si sa solo che Pascual starebbe pensando di rassegnare le dimissioni, Singleton e James invece stanno ragionando sul loro futuro sempre più lontano da Atene. Calathes, deludente contro il Fener, non sa più come gestire lo spogliatoio. E c’è ancora una stagione da portare a termine…