La Oxygen Roma Basket non giocherà la prossima stagione di LBF. Si, voglio aprire con la notizia che sarà il filo conduttore di questo pezzo. La squadra allenata da Vincenzo Di Meglio, non sarà ai nastri di partenza del massimo Campionato Italiano di Pallacanestro Femminile. Un sogno che sembrava troppo bello per essere vero. Una squadra professionistica di pallacanestro, a Roma.
In un momento dove la Virtus Roma 1960, squadra che per anni ha rappresentato la Capitale in LBA, era impegnata in Serie B Interregionale (poi vinta), la Oxygen ha rappresentato un punto di riferimento per la pallacanestro romana. Almeno per una stagione. Partire subito dal capo della piramide cestistica femminile italiana, con giocatrice di alto livello come Nicole Romeo, Leia Dongue e Egle Sventoraite, hanno fatto sì che la Oxygen potesse rappresentare un ostacolo sin da subito per le proprie competitor.
Un anno dopo, è tutto finito. Soldi, contratti, sponsor. Tutto. Il presidente Raffaele Rubin ha staccato la spina spegnando, di fatto, la sua creazione. Tutte le giocatrici sono state firmate con un contratto annuale. Un anno dopo, vediamo Caterina Gilli accasarsi al San Martino di Lupari, Giulia Natali alla Dinamo Sassari e Giulia Bongiorno, accasarsi alla RMB Brixia.
Dov’è finita quella squadra fatta di giovani promesse e di giocatrici di grande qualità? Dov’è finita quella squadra in grado di compattarsi in un momento molto delicato della stagione e risalire dalla zona play-out alla zona playoff, chiudendo il campionato in ottava posizione? Che ne sarà adesso dei dipendenti, anche loro artefici di un vero e proprio miracolo sportivo?
Le prime voci, relative a molti problemi, arrivavano da La Repubblica. Il quotidiano, mediante la firma di Edoardo Lubrano spiegava: “Improvvisamente il presidente Rubin sembra aver staccato la spina alla società . Qui ci sono stipendi da pagare, la quotidianità da gestire, una eventuale sede da trovare. E poi bisogna capire se c’è la volontà di proseguire con l’attività sportiva. La nostra speranza è che uno degli altri soci voglia assumersi il costo dell’operazione e intanto chiudere il pregresso di questa stagione. O che un paio di sponsor magari diano cenni positivi a brevissimo». Ma la speranza è flebile. Il rischio è quello che la società sparisca: in A2 non si può più autoretrocedere né comprare un titolo, visti i nuovi regolamenti federali”.
Per fare impresa, in ogni settore, c’è sempre bisogno di denaro. Non vale la regola del “quali contratti? ci vuole passione qui”. Quanto può essere credibile un presidente che non paga gli stipendi e non si presenta al palazzetto per motivi personali? Rubin stesso ha poi dichiarato: “Il sogno Oxygen continua, gli stipendi sono pagati e la mia assenza alle gare dei playoff era dovuta perché c’era la Pasqua ebraica”.
Al 3 luglio 2024, data di scrittura di quest’articolo, la Oxygen Roma Basket non sarà ai nastri di partenza della prossima stagione di LBF. Il PalaTiziano perderà una squadra. Roma perderà una squadra che stava crescendo ogni settimana sempre di più. Certo, il PalaTiziano non era sempre pieno ma la media di 1000 presenze stagionali lasciava intendere una base molto solida di tifo. Tutto andato perduto.
Tutto si perde se poi, come spiega sempre Repubblica servono molti soldi: “Si parla di circa il 20/25% del budget totale, cioè di una cifra compresa fra i 250 e i 300 mila euro. Non poco ma nemmeno troppo per chi all’inizio del progetto ha investito 1 milione e 300 mila euro più o meno. “Oltre all’esborso che già è un problema è una questione di tempi strettissimi. Perché eventualmente va rifatta da capo la squadra, ma ci crediamo pochissimo. Quindi ammesso che si voglia rifare la A1 bisogna trovare i soldi per tutto. E garantire che non si finisca come quest’anno perché è insopportabile e troppo faticoso”.
La salute del basket italiano, che può permettersi di permettere piazze molto importanti come Roma, Bologna e Ragusa, è molto indicativa. Fateci caso. La Nazionale Italiana di Pallacanestro Maschile è l’unica nazionale a non essere data in chiaro. Come si pensa di dare visibilità, se la visione della stessa disciplina sportiva viene ostacolata dall’acquisto dei diritti da parte della sola pay tv? Il confronto con le altre discipline è impetuoso.
A fare i conti è sempre Eduardo Lubrano. Le giovani che dovrebbero trovare minutaggio nel campionato di serie A2 che è a 28 squadre divise in due gironi non è che trovino fortuna. Secondo quanto riporta la LBF in questa serie sono tesserate 401 giocatrici, delle quali 33 stranieri e 368 italiane. Le nate negli anni 2005, 2006, 2007 e 2008 sono 136 cioè il 48,9% delle italiane.
Il punto è che le ragazze nate fra il 2005 e il 2007, nessuna supera i dodici minuti di impiego, stando al sito della LBF. Sia tra A1 e A2. Come possiamo garantire un futuro alla pallacanestro italiana se le giovani non giocano?