I Cleveland Cavaliers hanno archiviato facilmente anche la pratica Toronto Raptors. James e compagni hanno chiuso la serie in sole quattro gare, dando una prova di forza tecnica e di assoluto controllo a livello mentale. D’altra parte i Toronto Raptors hanno visto esposti tutti i difetti del loro attacco basato sugli isolamenti e la loro pochezza difensiva. A dominare la serie è stato ancora una volta LeBron James; mentre l’altra stella della serie, DeMar DeRozan è stato alterno nelle sue prestazioni, ma di certo non ha goduto di un concreto aiuto dei compagni.
Cleveland Cavaliers: grande attacco, difesa in miglioramento
“LeBron James“…voce del verbo “dominare”. Il Re ha attivato definitivamente la modalità playoff. In questa postseason sta viaggiando a 34.4 punti, 7.1 assist e 9 rimbalzi, riscoprendosi anche grande realizzatore e trovando fiducia anche dall’arco (46.8% da tre punti). Ovviamente le attenzioni della difesa su di lui aprono spazio ai compagni. Kyrie Irving sta migliorando nelle letture e nel coinvolgimento dei compagni (8.5 assist nella serie), dimostrandosi efficacissimo nel pick and roll con Tristan Thompson, sempre prezioso a rimbalzo ed in difesa. I tiratori come Frye, Williams e Korver sguazzano nel mare d’oro costituito dagli scarichi di James ed Irving, bombardando le difese avversarie a suon di triple.
Da notarsi i miglioramenti difensivi dei Cavs, bravi a togliere tutte le certezze all’attacco dei Raptors. JR Smith ed Iman Shumpert sono definitivamente gli uomini in missione sulla stella avversaria e sono arrivati a costringere DeRozan ad una gara due da 5 punti con 2/11 dal campo, limitandone soprattutto i viaggi in lunetta. Ora si attende qualcosa in più da Kevin Love (5 punti e solo 5 tiri in gara quattro), poco attivo in attacco e ancora rivedibile in difesa, soprattutto in fase di aiuto. Una volta cancellati anche i cali di tensione, la squadra di coach Lue sarà pronta per la caccia al secondo anello consecutivo.
Toronto Raptors: ora l’unica certezza è l’incertezza
Nulla. L’aurea mediocritas è ancora la condizione a cui sono relegati i Toronto Raptors. La serie contro i Cleveland Cavaliers ha dimostrato che un attacco fatto perlopiù di isolamenti non ti porta a diventare una contender credibile. I Cavs sono stati brevi ad ingabbiare DeRozan, mettendo sulle spalle dei suoi compagni il peso di tutte le decisioni offensive dei momenti importanti. Peccato che, una volta perso Lowry, Ibaka e compagni hanno quasi sempre scelto l’opzione sbagliata. Tiri aperti sbagliati, incertezze e forzature senza alcuna convinzione hanno costellato la fase offensiva del team di coach Casey. In più, gli specialisti non sono mai riusciti ad aprire il campo con il tiro da tre punti, permettendo agli avversari di intasare l’area.
Attenzione, però, non è che in difesa le cose siano andate meglio, anzi. Nei playoff a livello difensivo si devono fare scelte nette, perché a questi livelli la coperta è inevitabilmente corta. E invece i Raptors hanno sbattuto contro il muro del dubbio: proteggere l’area o negare tiri facili dal perimetro? Coach Casey ha deciso di fare scena muta davanti a questa domanda. La pochezza di Valanciunas nella protezione del pitturato e la sua lentezza di piedi hanno costretto i suoi compagni ad essere sempre in ritardo sulle rotazioni. A questo si aggiunge il lavoro poco preciso degli esterni, sempre indecisi sul da farsi conto attaccanti come James ed Irving. Ora il futuro è costellato di domande: Kyle Lowry va in scadenza, provare ad attirare delle stelle per puntare davvero al titolo o cominciare a ricostruire? Lasciamo volentieri la scelta alla dirigenza dei Toronto Raptors.