Via Kemba Walker e dentro di nuovo Al Horford; Dennis Schroder; Enes Kanter; via Evan Fournier e dentro Jason Richardson e Kris Dunn nella trade che ha portato Tristan Thompson a Sacramento: sono state queste le mosse della prima free agency di Brad Stevens da GM dei Boston Celtics.
A seguito della deludente scorsa stagione era arrivato il tornado che aveva rivoluzionato il front office dei biancoverdi: dopo tanti anni al timone delle operazioni della squadra Danny Ainge ha salutato ed ha lasciato il posto dietro alla scrivania a Brad Stevens, colui che era stato sul pino dei Celtics dal 2013. Mentre ora su quest’ultima è arrivato Ime Udoka.
La free agency 2021 è stata la prima di Stevens da GM e l’obiettivo primario era quello di alleggerire un po’ un cap intasato ma senza indebolire la squadra. Era difficile aggiungere un nome pesante: la sensazione è che a Boston le stelle ci siano già e da loro ci si aspetta il salto di qualità definitivo. Ovviamente si parla di Jayson Tatum e Jaylen Brown.
Ecco le parole di Stevens a riguardo: “Penso che l’anno scorso la squadra fosse meglio di come abbiamo giocato. Se Danny ha fatto bene una cosa è stata quella di non porsi mai un limite ed è quello che farò anche io”
Si può dire, infatti, che nonostante lo spazio di manovra limitato Stevens abbia fatto un buon lavoro. Nonostante i vari alleggerimenti, infatti, i Celtics dovranno pagare 6 milioni di luxury tax nella prossima stagione, ma le prospettive sono buone. Anche la trade un po’ discussa che ha visto il ritorno di Horford e l’addio di Walker ha un senso: l’esperimento con Kemba aveva ormai mostrato il suo fallimento (al netto dei continui problemi fisici del giocatore) e sotto canestro una figura d’esperienza come l’ex Hawks sarà molto comoda, visti i problemi a rimbalzo che Boston ha avuto negli ultimi anni. In questo senso va anche il ritorno di Kanter, uno che sotto canestro è in grado di afferrare tanti rimbalzi offensivi e di portare in dote diversi punti. Il suo è un gradito ritorno nel Massachussets dopo l’anno passato a Portland.
“Siamo stati davvero fortunati a riuscire a prenderlo, dato il grande mercato che aveva” ha detto Stevens. “E’ un ragazzo che porta grinta. Con la sua forza a rimbalzo e la sua attitudine a segnare, siamo in buone mani”. Non è un caso, infatti, il fatto che nell’anno giocato in biancoverde il turco sia stato il giocatore con la percentuale di rimbalzi più alta nella storia dei Celtics.
Stevens sull’arrivo di Schroder e Richardson: “Dennis ci darà tanto in attacco, Josh in difesa. Sono due agonisti”
L’altro colpaccio dell’off-season di Stevens è stato aggiudicarsi Dennis Schroder ad una cifra irrisoria come poco più di 5 milioni di dollari (in virtù anche di quelli che gli avevano offerto i Lakers). Il tedesco porterà tanti punti dalla panchina nel ruolo di sesto uomo e sarà una soluzione alternativa in attacco a Tatum e Brown. “Schroder è una peste quando prende la palla e ce l’ha in mano” ha detto Stevens.
L’altra presa importante è stata quella di Josh Richardson. L’ex Mavericks (scambiato per Tristan Thompson, la cui storia d’amore con i Celtics non è mai sbocciata) porterà tanta difesa insieme al compagno di reparto Marcus Smart (fresco di un lauto, ma meritato rinnovo) e idealmente sarà in campo anche per colmare le lacune difensive di Schroder, quando il tedesco sarà in campo. “E’ stata la nostra grande opportunità. Josh porta grinta, può difendere su chiunque…vuole vincere. E’ stata scelto a metà del secondo giro, ma col suo carattere competitivo è riuscito a saltare l’ostacolo e mettersi in mostra. Questo è quello che cerchiamo“.
Marcus Smart, Josh Richardson, Jaylen Brown, Jayson Tatum e Robert Williams III; con Dennis Schroder, Al Horford, Kris Dunn, Grant Williams, Payton Pritchard e i vari giovani dalla panchina. Questi saranno i Boston Celtics della prossima stagione. Di sicuro la prima off-season di Stevens non è stata appariscente, ma intelligente ed oculata. Come si poteva immaginare, conoscendo il personaggio.