Se c’è qualcuno che sta avendo un impatto decisivo sull’ottimo inizio di stagione degli Charlotte Hornets, questo è Miles Bridges. Troppo spesso nelle passate stagioni è stato etichettato come un “dunk man“, cioè un giocatore dotato di spiccato atletismo (ed una discreta difesa) e poco altro. Col tempo, però, Bridges si è creato un tiro affidabile ed è salito di livello in diverse componenti del gioco.
Ricordiamo che il giocatore non ha trovato l’accordo con la squadra per il rinnovo contrattuale. Un’offerta c’era ma fin troppo bassa: 60 milioni in 4 anni. Alla luce di quello che sta facendo vedere in queste prime uscite stagionali ed alla luce del contratto che l’altro Bridges, Mikal, ha strappato a Phoenix, 90 milioni in 4 anni. Ecco, forse quei 90 milioni stanno anche stretti ora a Miles che sembra poter valere anche di più.
Difesa e attacco: quello che sa fare Miles Bridges
Partiamo dalla difesa. Bridges è sempre stato un buon difensore, ma l’impressione è che stia ulteriormente salendo di livello. Nonostante l’importante fisicità di cui dispone (198 cm x 102 kg) gode di una velocità di piedi molto elevata che gli permette di reggere difensivamente anche contro avversari molto più piccoli di lui. Questa prerogativa gli permette anche di scivolare bene sulle penetrazioni degli esterni e di eventualmente stopparli facendo valere i maggiori centimetri a disposizione.
Un’arma tattica che gli Hornets stanno già iniziato a cavalcare è quella di metterlo in marcatura sui piccoli avversari (spesso i più talentuosi) in modo da limitare questi ultimi e di trovare un vantaggio sul ribaltamento in fase offensiva. Infatti, sull’altro lato del campo Bridges può così sfruttare l’accoppiamento favorevole e far valere tutta la sua fisicità per concludere facilmente a canestro oppure attirando su di sé un raddoppio (in questo modo si libererebbe un uomo, probabilmente sul lato debole, a cui passare la palla).
Anche in attacco, il prodotto di Michigan State ha notevolmente allargato il suo bagaglio divenendo una sorta di coltellino svizzero. Da sempre gode di una propulsione bruciante e di un atletismo debordante che gli permette di schiacciare a canestro anche contro i migliori lunghi della lega (famosi sono ormai i suoi “poster” con vittime illustri). Ma, come si diceva, è riuscito anche a costruirsi un tiro sempre più affidabile diventando un indiziato da tenere d’occhio anche dall’arco. Le percentuali di quest’anno in tal senso sono ottime: 47,2% dal campo, 88,2% ai liberi e 34.3% dall’arco (dato su cui si può ancora migliorare)
In più, per arricchire il tutto, sta diventando anche un passatore niente male. Spesso è addirittura lui a portare la palla oltre la meta-campo al posto dei soliti Ball o Hayward, ma anche e soprattutto quando attacca il canestro facendo collassare la difesa su di sé o in situazioni di post spesso riesce a trovare ottime linee di passaggio per compagni liberi sull’arco. La media degli assist quest’anno è salita da 2.2 a 3.4.
In ultimo, decisiva ovviamente la sua presenza a rimbalzo con i 7.9 palloni vaganti afferrati di media in questa stagione. L’impressione è che quindi, oltre ad essere diventato fondamentale per la sua squadra, stia diventando un giocatore sempre più completo e con ancora ampi margini di miglioramento. Nel frattempo il suo valore di mercato non smette di salire.