Il board of governors della NBA ha approvato il piano di ripresa a ventidue squadre, le quali verranno interamente convocate in una location “bolla” nei pressi di Orlando. Oltre alle sedici franchigie già in corsa per i playoffs, ne sono state selezionate altre sei in base al loro record, più o meno vicino alla corsa al titolo. Le organizzazioni aggiunte dal commissioner Adam Silver, secondo quanto riportato all’interno del piano alquanto dettagliato rilasciato negli scorsi giorni, comprendono i Portland Trail Blazers, i New Orleans Pelicans, i San Antonio Spurs, i Sacramento Kings, i Phoenix Suns e gli Washington Wizards.
Sottraendo alle trenta società totali che formano la maggiore lega di pallacanestro statunitense quelle convocate in Florida, rimangono tagliate fuori ben otto squadre. Quest’ultime, se si dovessero mantenere le date di ripresa concordate recentemente, potrebbero non vedere i propri giocatori militare sul parquet fino al mese di dicembre. Tra queste, rientrano i New York Knicks, il cui record prima delle chiusura generale a causa del Sars-CoV-2 era di 21 successi a fronte di 45 sconfitte. La dodicesima posizione ad est è stato il fattore principale dell’esclusione dei newyorchesi dal ritorno in campo, perciò, nella Grande Mela si pensa già a rifinire il roster ed il reparto allenatori nella speranza di trovare successi lungo il cammino futuro.
Knicks, Julius Randle rimane la pedina di scambio principale
Dopo essersi lasciati scappare entrambe le due superstar Kyrie Irving e Kevin Durant, accasatisi ai Brooklyn Nets, i Knicks hanno deciso di chiudere il loro mercato portando in squadra almeno uno dei migliori dieci free agent presenti nell’estate del 2019. Tale giocatore è Julius Randle, il quale, però, non si è completamente rivelato un atleta su cui poter ricostruire la propria rosa. Certo, i numeri dell’ala nativa del Texas, tralasciando il tiro dalla lunga distanza, sono comunque in salita rispetto alle annate precedenti nella lega; tuttavia, la mancata costanza difensiva dello stesso Randle e la sua esitazione nel creare un gioco di squadra con i propri compagni sono problemi di maggiore portata ancora del tutto irrisolti.
L’ex Los Angeles Lakers stava conducendo la stagione 2019\20 con una media di 19.5 punti a gara, 9.7 rimbalzi catturati a serata, 3.1 assist, il 46.0% dal campo ed il 27.7% da oltre l’arco dei tre punti, il tutto totalizzato in 32.5 minuti di gioco. Già nel mese di febbraio, con l’arrivo della trade deadline, si vociferava un possibile scambio che avrebbe portato il venticinquenne a Charlotte, nonostante ciò, l’accordo tra le due parti non è mai andato a buon fine. Il contratto di Randle vale 63 milioni di dollari spalmati su base triennale, un fattore che porterà sicuramente le varie franchigie ad essere maggiormente titubanti quando si tratterà di imbastire uno scambio per raggiungerlo.
L’obiettivo di New York è quello di affidare le chiavi del proprio futuro alle giovani leve presenti in squadra, tra cui il più promettente sembrerebbe essere R.J. Barrett, seguito da Mitchell Robinson. Oltre all’ala grande ex New Orleans Pelicans, il presidente Leon Rose ed il general manager Scott Perry dovranno cercare di trovare una soluzione ad altri punti di domanda presenti in rotazione, come Kevin Knox e Frank Ntilikina.
Ad oggi, i Knicks rimangono più che aperti nell’ascoltare offerte nei confronti di Julius Randle.
Nonostante la ricerca per un nuovo allenatore, Mike Miller potrebbe rimanere all’interno dello staff
Il front office del newyorchese si troverà davanti ad un secondo ostacolo, ovvero quello di trovare un allenatore capace di guidare il gruppo di giovani promettenti. A seguito del licenziamento a stagione inoltrata di David Fizdale, era subentrato ad interim Mike Miller, al momento ancora in carica. Ovviamente, avendo per la maggior parte esperienza a livello di G-League, Miller non rappresenta il candidato giusto ai fini di gestire una panchina alquanto tumultuosa.
Le ricerche di un nuovo capo allenatore sono iniziate mesi fa’, e tra i maggiori pretendenti saltano fuori i nomi di Kenny Atkinson, anch’esso licenziato, questa volta dai Nets, e Tom Thibodeau, il quale non allena dal gennaio del 2019. Al di là di chi andrà a ricoprire tale carica, l’organizzazione Knicks avrebbe fatto intendere di voler mantenere in squadra Miller, magari inserendolo nella sezione dei vice allenatori. Sotto la sua guida, la squadra ha terminato con un record di 17 vittorie e 27 sconfitte, un parziale pur sempre negativo entro il quale, però, l’insieme dei giocatori ha dimostrato di essersi mosso in modo più efficiente rispetto ai mesi precedenti.