Inizio brutto, addirittura “pessimo” per Nikola Jokic, non tanto per i numeri anch’essi sotto la media, ma per il modo di stare in campo. Il centro serbo sembra non essere il leader che i Denver Nuggets credevano, quel giocatore capace di prendersi la squadra sulle spalle nel momento del bisogno. Nonostante ciò, coach Michael Malone e i suoi compagni difendono il 24enne: “Non è solo, ci siamo noi ad aiutarlo nei momenti di difficoltà“.
Juancho Hernangomez, suo attuale compagno ai Nuggets, ha parlato così della sua situazione: “Lui è consapevole che non sta giocando una buona pallacanestro. Lui sa che è la chiave del nostro gioco. Deve prendere molti più tiri, perché quando li prende ed è aggressivo, accadono solo cose positive per noi. Se ho paura per lui? Assolutamente no, è un ragazzo intelligente e saprà riprendersi da questo momento no.”
Le parole di Hernangomez rispecchiano quelle di Malone, soprattutto dopo la partita contro gli Orlando Magic. Infatti, quando il nativo di Sombor gioca bene, i risultati cambiano radicalmente anche per la squadra: nelle quattro vittorie, Nikola Jokic ha una media di 18 punti con 15.3 tiri di media; nelle due sconfitte invece, una media di 11.5 punti con appena 7 tiri.
“Deve essere molto più aggressivo“, queste le parole di coach Malone, “Ne abbiamo già parlato insieme.” L’atteggiamento quasi svogliato di Jokic si è visto molto nell’ultima partita persa giovedì contro i New Orleans Pelicans e nella prima metà della partita contro i Magic. Nella seconda metà invece, è finalmente salito in cattedra, mostrando il lato migliore del giocatore che tutti si aspettavano a Denver. “Non penso che quello che dice la gente su di lui sia vero. Non è vero che non sta giocando duro o che sia distratto. Io lo vedo attivo all’interno del gioco, lo vedo fare le giuste letture, le giuste giocate e non deve sentirsi solo, perchè i suoi compagni sono dalla sua parte.”
“Il mio compito adesso è quello di ricordargli quanto sia importante per noi che lui sia più aggressivo e che elevi il suo gioco nei momenti più importanti. Quando lo fa, ne giovano tutti all’interno del team, e i risultati arrivano.” Queste dunque, le parole del suo allenatore, che lo conosce ormai da cinque anni e saprà sicuramente più di tutti cosa gli gira per la testa.
Anche Jamal Murray è intervenuto a riguardo: “Joker non parla tanto, ha semplicemente un modo diverso di essere leader. Ma nel momento in cui lui non gioca bene, mi sento in dovere di alzare il tono. Lui non è mai stato un problema per me, ma anche quando ha dei tiri aperti, continua a passare la palla. E’ semplicemente il suo modo di giocare. Lui sta bene.”
Spetterà a lui, adesso, tornare il giocatore che ammiravamo l’anno scorso, per provare a portare il più in alto possibile i suoi Denver Nuggets.