Il tempo degli scambi si è da pochi giorni concluso: tante le trade effettuate dai General Manager della lega per migliorare e puntellare il roster. Tra le tante trade last-minute effettuate anche gli Oklahoma City Thunder non si sono tirati indietro intavolando uno scambio con i Chicago Bulls.
“Perdonali Sam, perché non sanno quello che fanno” diremmo oggi guardando lo scambio portato a termine dall’Executive degli Oklahoma City Thunder. “Perdona tutti coloro che in questi mesi hanno speso dure parole per giudicare l’operato di uno dei migliori GM della lega”. Tante le critiche mosse a Sam, con la classica frase “Hai buttato via una dinastia” a farla da padrona. Ma ancora una volta, come fatto in estate, Presti è riuscito a tirar fuori il coniglio dal cilindro con uno scambio che ha dell’incredibile, con la complicità della dirigenza dei Bulls. Incredibile, appunto, ma non tanto per il valore assoluto dei giocatori acquisiti ma per la merce di scambio attraverso la quale è riuscito a compiere questo scambio. Ma finiamola di parlare e andiamo a vedere i dettagli di questo scambio e i possibili risvolti che assumerà nel futuro degli Oklahoma City Thunder.
Chicago Bulls: Cameron Payne, Anthony Morrow, Joffrey Lauvergne
Oklahoma City Thunder: Taj Gibson, Doug McDermott, 2018 2nd round pick
Nonostante non abbia acquisito delle superstar affermate, la squadra dell’Oklahoma ha sicuramente migliorato il roster aggiungendo due elementi che potranno fare molto comodo:
Payne-Morrow-Lauvergne, perdite poco dolorose
Prima di cominciare a parlare dei nuovi giocatori soffermiamoci sugli elementi che i Thunder hanno inserito nello scambio. La perdita più importante tra i giocatori che hanno lasciato la squadra è sicuramente quella della point-guard di riserva che porta il nome di Cameron Payne. “Cam” era il playmaker di riserva che conduceva la manovra in assenza di Russell Westbrook. Da quando era tornato dall’infortunio si erano sicuramente visti dei miglioramenti nel ruolo, in quanto il talento del “fratello” di Westbrook è di gran lunga superiore a quello di Semaj Christon. Payne aveva offerto buone prestazioni alternandole però a serate storte con percentuali al tiro e scelte rivedibili che spesso avevano danneggiato la seconda-unit. Inoltre l’incidenza di un playmaker nella motion offense della seconda-unit dei Thunder non era di certo elevata, in quanto la presenza di Kanter è stata ed è sufficiente per garantire punti dalla panchina quando Westbrook e compagni siedono in panchina. Con la partenza di Payne il ruolo di PG di riserva verrà ricoperto da Christon, ma non è escluso un tentativo per un free agent di esperienza come può essere Chalmers nel ruolo.
In quanto alle partenze di Morrow e Lauvergne, non è nulla di cui non si possa fare a meno. Morrow stava disputando una stagione mediocre, con percentuali al tiro rivedibili e come nel caso di Payne buone prestazioni (poche) alternate a performance di basso livello (molte). Lauvergne invece si era dimostrato un ottimo role-player soprattutto nel periodo di assenza di Kanter: era riuscito a trovare anche confidenza con il tiro da oltre l’arco (34.6% di media da 3 punti, massimo in carriera) ed aveva mostrato un buon apporto in uscita dalla panchina. Nonostante ciò, in difesa non dava grandi sicurezze e la sua partenza può essere sicuramente assorbita senza problemi, considerando il giocatore che è arrivato nel ruolo al suo posto.
Gibson e McDermott, elementi di valore
I giocatori che sono finiti da Chicago ad Oklahoma sono due elementi che faranno sicuramente comodo, specialmente il primo. Nello spot di ala grande se n’è andato Lauvergne, ma è arrivato un giocatore come Gibson che è nettamente superiore. Le caratteristiche del lungo da Brooklyn sono congeniali alle esigenze e necessità della squadre di Billy Donovan: solidità difensiva e buon apporto in attacco e a rimbalzo. Fino ad oggi nello spot di ala forte era sempre partito titolare il rookie lituano Domantas Sabonis, buone doti e buon tiratore ma un rendimento troppo poco costante (e ci mancherebbe, vista l’età). L’arrivo di Gibson offre molteplici soluzioni e in vista dei playoff Donovan dovrà solo sfogliare la margherita. Affrontare un frontcourt composto da Adams e Gibson, specialmente in difesa, è sicuramente un compito arduo e Taj sembra essere l’elemento complementare da aggiungere ad un centro come Steven Adams. Gibson è sicuramente più quotato in difesa, ma anche in attacco sa farsi valere discretamente. In stagione sta facendo registrare 11.5 punti e 6.9 rimbalzi di media a partita tirando con un eccellente 51.4% dal campo, il lungo ex Bulls non è sicuramente un giocatore che allarga il campo come poteva essere Sabonis ma sa farsi valere dal post-basso ed ha anche discrete doti dal midrange. Taj potrebbe sicuramente partire in quintetto, soprattutto nelle prossime partite e nei playoffs, ma potrebbe ricoprire un ruolo importante nella seconda-unit. Un secondo quintetto formato da Gibson e Kanter come lunghi potrebbe dare fastidio a molti, con Gibson che colmerebbe le lacune difensive di Kanter e garantirebbe comunque un buon apporto anche in attacco. Per il momento Donovan nei pochi minuti concessogli lo ha impiegato soprattutto con la second unit e Gibson non ha disdegnato. Con il passare delle partite il suo minutaggio aumenterà progressivamente e Gibson potrà dimostrare a pieno tutte le sue, ottime, qualità.
Passiamo ora all’altro nuovo acquisto degli Oklahoma City Thunder: Doug McDermott, “Finalmente un tiratore!” direbbe qualcuno. Sebbene sì, McDermott è proprio il giocatore che serviva ai Thunder. L’undicesima scelta del draft del 2011 va ad occupare un ruolo in cui ci sono poche certezze dopo la partenza di Kevin Durant e garantisce finalmente un tiro da oltre l’arco con percentuali di buon livello. McDermott rispetto a Roberson consente di allargare il campo e dare più credibilità dalla linea da tre punti dove i Thunder faticano molto (peggior squadra per percentuale della intera lega con il 32.2% da oltre l’arco). Doug verrà sicuramente impiegato dalla panchina e potrà beneficiare degli assist di Russell Westbrook per incidere sulla partita. Al contrario di Gibson, personalmente non lo vedo come possibile starter (soprattutto in una serie di playoff) ma è sicuramente un elemento di buon valore in uscita dalla panchina.
Gibson e McDermott, due elementi che vanno ad integrare due spot in cui c’era la necessità di un acquisto. Ancora una volta, gran bel lavoro di Sam Presti che è riuscito a ricavare da tre giocatori mediocri due elementi (e una scelta al secondo giro nel 2018) che possono dare un contributo importante da qui fino alla fine della stagione