Una delle squadre più interessanti della prossima stagione, una di quelle che non ti aspetti, potrebbero essere gli Orlando Magic: ecco la preview dell’annata 2019/20. Dopo sei anni di astinenza dai playoffs, nella scorsa stagione la franchigia della Florida è riuscita a tornarci. Dopo aver vinto incredibilmente al primo round gara 1 a Toronto, i Magic sono stati di poi travolti dai futuri campioni col punteggio di 4 -1. Tuttavia, Orlando, anche durante la regular season, è riuscita a trovare un buon equilibrio in campo grazie anche ad un ottima difesa. Anche quest’anno, indubbiamente, la difesa sarà uno dei pilastri della squadra.
In una Eastern Conference che si è svuotata ancora di più, i Magic possono puntare tranquillamente ad un posto nei playoffs, vista anche l’oculata campagna estiva. In più, con l’astuzia di coach Clifford sarà facile trovare la giusta alchimia in campo per mettere paura a squadre più blasonate. Dopo tanti anni in cui la franchigia era caduta nei bassifondi della lega e aveva dimenticato i fasti dei tempi di Shaquille O’Neal e Dwight Howard, finalmente potrà tornare a mettersi in mostra. Ha tutte le carte in regola per fare bene e strappare un ottimo piazzamento ad Est.
Cosa è successo nella stagione 2018/19
- Record: 42-40
- Piazzamento: seed #7, Eastern Conference
- Rendimento playoffs: sconfitta al primo turno per 4 -1 contro i Toronto Raptors
- Offensive rating: 108.9
- Difensive rating: 108.1
- Team leaders: Nikola Vucevic (20.8 PTS), D.J. Augustin (5.3 AST), Nikola Vucevic (12.0 REB)
I movimenti estivi
Durante la sessione di mercato, i Magic si sono mossi più che bene. Per prima cosa hanno blindato quei giocatori che nella stagione passata hanno fatto bene in modo da avere uno zoccolo duro di riferimento. Poi si sono impegnati a puntellare il roster con alcuni innesti che rafforzano notevolmente le seconde linee della squadra. Senza dubbio, il colpo del GM Hammond è stato rifirmare Nikola Vucevic, pilastro della squadra. Il montenegrino era uno dei pezzi pregiati di questa free agency. Lo stesso, tuttavia, dopo aver valutato la bontà del progetto, ha deciso di rimanere in Florida firmando un quadriennale da 100 milioni di dollari.
Una seconda conferma importante è stata quella di Terrence Ross, che dalla panchina ha messo in campo tanta qualità con 13.4 punti di media a partita e il 42% dal campo. Importanti anche le conferme di Michael Carter-Williams e Khem Birch. Un innesto importante in chiave difensiva è arrivato poi dai Portland Trail Blazers: Al-Farouq Aminu. Il cestista di origine nigeriana sarà una delle riserve pregiate dei Magic, che porterà esperienza e soprattutto grande solidità in difesa.
Hammond poi ha voluto blindare le promesse del gruppo: Jonathan Isaac, Mo Bamba e Markelle Fultz. I tre giocatori saranno sotto contratto fino al termine della stagione 2020/2021 dopo le estensioni. Isaac è diventato quasi una certezza più che una promessa nella scorsa stagione, e sarà confermato nel quintetto titolare. Anche Mo Bamba nella sua annata da rookie ha mostrato progressi, prendendo ispirazione da Vucevic e mostrando a tratti il suo potenziale da ottima alternativa al giocatore montenegrino (i quintetti con Bamba in campo sono sistematicamente affondati in difesa lo scorso anno, parte del gioco in cui ci si attende l’impatto più grande dal giovanissimo lungo dei Magic).
Lo stesso Vucevic ha ribadito recentemente le qualità dell’ex Texas Longhorn e non ha escluso stralci di partita in cui saranno insieme sul parquet. D’altro canto, il prolungamento contrattuale offerto alla prima scelta assoluta del draft 2017, Markelle Fultz, è una vera e propria scommessa della franchigia. Il prodotto degli Washington Huskies è approdato a Orlando nel febbraio scorso dai Philadelphia 76ers. Parleremo però di questa scelta e di quello che può dare alla squadra più avanti. Infine è arrivato dal draft Chuma Okeke (sedicesima scelta assoluta), che però salterà la sua prima stagione NBA per infortunio.
Magic preview 2019/20: il gioco
La stagione 2018/19 degli Orlando Magic ha avuto la sua svolta nel mese di gennaio, e si è svoltata grazie alla difesa. Negli ultimi tre mesi di regular season, i Magic si imposero come una delle migliori 10 difese NBA, raggiunta solidità difensiva che si aggiunse all’attacco ragionato e a metà campo di coach Clifford (i Magic chiusero quinti per rapporto tra assist e palle perse, con 1.94, e 24esimi per PACE).
Il ritmo compassato fu affidato nelle mani di D.J. Augustin, rivelatosi anche da veterano consumato una sorpresa piacevole per i Magic. Nikola Vucevic il vero centro di gravità della squadra (settimo giocatore NBA per player impact estimate in nemmeno 32 minuti a gara, quinto per percentuale di rimbalzi difensivi controllati tra i giocatori con almeno 25 minuti di media a partita). Oltre a viaggiare con una comoda doppia-doppia da 20.8 punti e 12 rimbalzi a sera, “Vooch” ha servito la scorsa stagione 3.8 assist a gara (sesto tra i lunghi per assist\turnover ratio, in zona Marc Gasol), passaggi distribuiti soprattutto dal fidato post medio. E con una predilezione per i “dardi” lanciati ad una mano, anche di sinistro essendo praticamente bimane.
Nikola Vucevic punisce la rotazione forte della difesa Warriors: passaggio con tempi perfetti due metri di spazio per Jonathon Simmons.
Vucevic ha chiusa la sua stagione da All-Star con il 36.5% al tiro da tre punti su 3 tentativi a gara. Grazie al suo sapiente ed altruista gioco offensivo, i Magic si sono piazzati placidamente al decimo posto per percentuale al tiro da tre punti (35.6%), anche qui senza sparacchiare in modo affrettato (15esimi per tentativi a gara). Giocatori come Terrence Ross ed Evan Fournier, più abili in fase realizzativa che altro, hanno beneficiato delle doti da all-arounder di Vucevic.
La seconda parte di stagione 2018/19 ha dato l’impressione di un cambio di passo per Jonathan Isaac, il prototipo di ala difensiva d’elite NBA, ma che non ti danneggi necessariamente in attacco. Le 1.3 stoppate di media a partita sono il dato più evidente e “facile” delle doti difensive di Isaac, che sta tranquillamente – quindi in puro stile Orlando Magic – diventando l’arma totale in situazioni di aiuto e recupero, e di difesa lontano dalla palla grazie anche alla notevole apertura alare.
Qui, Jonathan Isaac parte su Tobias Harris lontano dalla palla, ed in quattro secondi ruota su Marjanovic sotto canestro, poi su Avery Bradley, su Harris e di nuovo su Bradley costringendolo ad un tiro difficile allo scadere dei 24 secondi
Se un giocatore con mezzi difensivi ed atletici del genere riuscisse ad assimilare ad alto livello l’ABC dell’ala offensiva NBA, magari con l’aiuto di una point-guard di livello che possa toglierlo di quando in quando dai pasticci (e pur augurando il meglio a Markelle Fultz, riesce difficile pensare che quel giocatore possa essere proprio lui), non esisterebbe limite atletico e difensivo per una frontline del futuro con Vucevic-Mo Bamba-Aaron Gordon-Isaac, da cui coach Clifford potrebbe pescare di volta in volta.
Può Isaac diventare un giocatore efficace in attacco? C’è ancora tanto da migliorare, ma in concomitanza con il periodo migliore degli Orlando Magic lo scorso anno, ovvero dopo l’All Star Game di Charlotte, Jonathan Isaac ha viaggiato a 10.8 punti a partita, con il 38.3% al tiro da tre punti. Le 5 gare di playoffs contro i Toronto Raptors lo hanno rapidamente riportato sulla Terra, ma i segnali per il prodotto di Florida State (che compirà 22 anni il 3 ottobre) sono davvero incoraggianti.
(Sullo stesso tema: lo scorso anno qualsiasi lineup che contenesse assieme in campo Isaac e Wes Iwundu ha avuto numeri difensivi da stropicciarsi gli occhi. Se solo Iwundu fosse un giocatore NBA su entrambi lati…).
Un potenziale fattore: Markelle Fultz
E’ la vera scommessa di Orlando. Senza alcun dubbio.
Fultz fu la prima scelta assoluta del draft 2017, perciò, in qualità di prima scelta, su di lui erano ricadute grandi aspettative. Che non sono state per nulla rispettate. Il giocatore, scelto dai Philadelphia 76ers, ha disputato nei due anni di permanenza nella NBA soltanto 33 partite a causa del risaputo problema alla spalla destra che lo ha tenuto a lungo lontano dal campo. Nei pochi minuti in cui è sceso in campo ha fatto vedere sprazzi delle sue potenzialità, ma tutto ciò è ancora lontano anni luce da quello che ci si aspettava da lui.
La pazienza di Philadelphia è terminata nel febbraio scorso e ora i Magic proveranno a risollevare l’ex Huskies. La sfida che dovrà superare Fultz è soprattutto a livello mentale. Dopo tutta la pressione piovutagli addosso e il fastidioso infortunio è importante ritrovare fiducia nei propri mezzi allontanando gli spauracchi del passato. Non sarà facile, va detto. Ma si può fare. La franchigia si è mostrata fin da subito estremamente disponibile nei suoi confronti e gli ha fatto capire di credere nelle sue qualità. Si veda per esempio l’estensione contrattuale.
Ora sta a Markelle. Se ritroverà sé stesso, gli Orlando Magic potrebbero essere il trampolino di lancio della sua carriera.
Dove possono arrivare gli Orlando Magic?
Migliorare il record di 42-40 dello scorso anno è obiettivo minimo, quasi scontato per gli uomini di coach Clifford, con un anno in più di esperienza, con l’auspicabile crescita di Jonathan Isaac e di Mo Bamba e perché no anche del lungo canadese Khem Birch, piacevole sorpresa della seconda parte di stagione lo scorso anno.
Esistono otto squadre migliori dei Magic ad Est oggi? Probabilmente no: Milwaukee Bucks e Philadelphia 76ers assomigliano molto alle teste di serie numero 1 e 2 della Eastern Conference che verrà, i Brooklyn Nets dipendono dalle bizze di Kyrie Irving (memo: tenere d’occhio) ma sono probabilmente un gradino più su di Vucevic e compagni. I Boston Celtics rimangono egualmente superiori, sebbene ad oggi sguarniti sotto canestro (non un problema eccessivo).
Il derby della Florida con i Miami Heat è lo scontro a cui guardare, Magic e Heat potrebbero fare corsa alla pari in regular season.
Il passato recente (e perdente) degli Orlando Magic impone però di sollevare alcuni dubbi: lo scorso anno, Nikola Vucevic e Terrence Ross hanno prodotto la loro miglior stagione in carriera nel cosiddetto “contract year”, che è sempre un incentivo extra per tutti. Ross, giocatore con potenziale e talento, non ha mai brillato per continuità. Vucevic si è dimostrato un All-Star del tutto legittimo, ed ha deciso di stabilire definitivamente la sua dimora ad Orlando.
D.J. Augustin ha giocato una stagione di alto livello, ai Magic ha ritrovato fiducia dopo aver vagato tra Toronto, Denver, Oklahoma City, Chicago e Detroit in sole tre stagioni ed è ora un punto fermo. Non sarà la concorrenza di Markelle Fultz a preoccuparlo, e la prossima estate l’ex Charlotte Bobcats sarà free agent.
Possibile che la stagione del ritorno ai playoffs degli Orlando Magic sia stata il frutto dell’urgenza con cui alcuni giocatori chiave hanno affrontato un passaggio così delicato della propria carriera? Gli annali NBA sono pieni di esempi di squadre che hanno “ballato una sola estate”, l’impressione per i Magic è però che questa squadra abbia ancora margini di miglioramento.
Ma quanto ampi?