In casa Chicago Bulls continuano i problemi legati alle scarse prestazioni di Lauri Markkanen, giovane talento ventiduenne, ritenuto uno dei pezzi fondamentali per la ricostruzione della squadra dell’Illinois.
Assieme a Zach LaVine, Markkanen era stato investito della responsabilità di dare vita al processo di rinascita dei Bulls, eppure il finlandese, in questo inizio di stagione NBA 2019\20, non sta rispettando le aspettative per lui previste.
L’apice di questo deficit, è stata la gara contro gli Charlotte Hornets di domenica 24 novembre. In quella partita, Markkanen ha messo a referto solo tre punti, tirando con l’11% dal campo. A risolvere la partita, conclusa con un finale mozzafiato, è stato LaVine, autore di ben 49 punti accompagnati da una grande prestazione al tiro (60% dal campo, 76.5% da oltre l’arco con 13 triple mandate a bersaglio).
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— Chicago Bulls (@chicagobulls) November 24, 2019
E mentre l’ex Minnesota Timberwolves portava a casa la partita per i suoi, Lauri Markkanen sedeva in panchina. In questa stagione, è la terza volta che il ventiduenne finlandese, non gioca nei momenti decisivi. A tal proposito si è esposto coach Jim Boylen, il quale ha sottolineato l’importanza di rimanere concentrati, e di avere continuità (quest’ultima uno dei problemi maggiori dell’ala dei Bulls).
Non penso che Lauri abbia giocato male. Certamente, non è stata una delle sue serate migliori al tiro, ma come il resto dei suoi compagni, non credo si sia comportato male in campo. Io, come allenatore, ed il mio staff ed i assistenti, continueremo ad allenarli nello stesso modo, cercando di portarli sulla giusta via per il successo
Contro i Trail Blazers allo United Center le cose non sono migliorate: Markkanen ha chiuso la partita (una disfatta per i Bulls) con 10 punti in 27 minuti (3 su 7 al tiro) ed un solo rimbalzo.
Facendo riferimento alle parole sopra citate di Boylen, si può notare come quest’ultimo paragoni Markkanen al resto dei suoi compagni. Eppure, l’ala dei Bulls dovrebbe essere il centro di ricostruzione della franchigia, non un qualsiasi giocatore da rotazione. Potrebbe essere questo il problema di Chicago? Potrebbe essere la poca pressione applicata nei confronti di Markkanen, a non spingerlo ad ottenere risultati migliori, rendendolo incosciente del ruolo che dovrebbe ricoprire?
A questa domanda, hanno risposto due fazioni tra loro opposte. Da una parte, i conservatori, tra cui lo stesso Boylen, fiduciosi nel processo di ricostruzione che sta avvenendo nella Windy City, e volenterosi nel mantenere Markkanen in squadra. Sul lato opposto invece, si sono schierati alcuni “tifosi ribelli“, i quali, credono che la squadra andrebbe riformata, partendo da uno scambio che dovrebbe coinvolgere proprio l’ala dei Bulls.