La stagione NBA 2022/23 ha scavallato il suo primo mese di partite. Tutte le squadre hanno giocato più o meno una quindicina di match e per alcune è già evidente quali siano le ambizioni di per il proseguo della regular season. Anche sui giocatori è già possibile trarre le prime somme, ovviamente ancora molto relative, ma è già tempo primi giudizi. Uno dei premi più ambiti è senza dubbio il Rookie Of The Year, almeno tra le matricole che difficilmente potranno avere altri riconoscimenti oltre al esso e ai quintetti della stagione a loro riservati.
L’infortunio in estate di Chet Holgrem ha tolto la scelta numero 2 assoluta, nonché uno dei favoriti per la vittoria finale, dalla lotta. Nonostante ciò la corsa rimane aperta a diversi contendenti, anche se con un evidente favorito.
1. Paolo Banchero (Orlando Magic)
Paolo Banchero era considerato il giovani più promettente della sua classe draft, è stata la prima scelta assoluta, ed era il più atteso tra quelli al debutto in questa stagione. Nonostante tutta questa pressione l’italo-americano non ha tradito le attese fin dal primo match di questa regular season ha fatto capire chi è il rookie più forte di quest’anno. Al debutto, l’ex Duke, ha realizzato una prestazione da 27 punti, 9 rimbalzi, 5 assist e 2 stoppate. Numeri mai registrati da nessun’altro esordiente nella storia NBA). Purtroppo i suoi hanno perso di 4 punti contro Detroit, ma Banchero ha mandato subito un messaggio chiaro alla lega… occhio a tutti che è arrivato Paolo!
Per ora, le 11 partite giocate, le ha chiuse tutte in doppia cifra per punti realizzati, andando solo 2 volte sotto i 20 e realizzando anche due trentelli nelle ultime gare giocate. Ossia contro i Kings e nella sfida contro i Rockets dell’altro grande prospetto Jabari Smith (che invece da faticando di più). Anche sotto canestro si sta facendo sentire, con 3 gare da doppia doppia e con il career high di 16 rimbalzi nell’assurdo match contro Sacramento. In queste due categorie, Banchero, sta dominando la classifica dei rookie. Le medie dicono: 23.5 punti e 8.3 rimbalzi, ad essi aggiunge 3.6 assist (2° matricola dietro solo a Ivey) e 0.9 stoppate (5° tra i rookie). Stando in campo una media di 34.6 minuti (il massimo tra le matricole) nelle prime 11 gare.
Vero che è arrivato in una squadra come Orlando che è una delle peggiori della lega, vero che i Magic l’hanno già data su e pensano solo a sviluppare i loro giovani. Vere tante cose. Paolo, però, sembra esser già diventato il leader della sua nuova squadra. I Magic sicuramente non sono tra i più competitivi della lega, ma che sono pieni di giovani in rampa di lancio e lui sembra stare in prima fila. L’assenza per infortuni di Markelle Fultz e Cole Anthony, probabilmente, gli hanno dato la possibilità di mostrare il suo talento come playmaker e ballhandler atipico. Infatti, nonostante abbia la struttura fisica e atletica di un lungo (ricordiamo 210 cm x 113 kg), il numero 5 dei Magic può tranquillamente gestire il pallone e attaccare come una guardia.
Fin dai tempi delle high school, Banchero, ha sempre fatto capire di poter ricoprire più ruoli in campo: dal lungo, all’ala, fino alla guardia. Il primo passo è fulminante, la sua gestione del pallone ottima e possiede una visione di gioco e delle mani educate che pochi con quella stazza hanno. Paolo è senza dubbio il giocatore più completo e più capace di giocare a tutto campo dell’ultimo draft. In attacco, soprattutto, si sta dimostrando un rebus per molti difese NBA. In isolamento è letale, gioca il pick and roll in maniera splendida, sa costruire per se e per gli altri e sa segnare dal palleggio e sugli scarichi.
Unico difetto rilevato fino d’ora è la percentuale da oltre l’arco, 11 su 43 in queste 11 partite, per uno scarno 25.6%, a cui abbina anche un migliorabile 76.9% ai liberi. Però, se migliorare il tiro da 3 gli servirebbe soprattutto aprirsi ancora di più il campo e ampliare il suo arsenale offensivo, in quanto gli avversari lo hanno già studiato e iniziano già a lasciargli un po’ di spazio da fuori e preferiscono evitare che penetri. Migliorando ai liberi diventerebbe veramente un giocatore infermabile quando penetra, perché a quel punto mandarlo in lunetta sarebbe un bel problema. Perché di tiri liberi ne prende già molti, 8.3 a notte, e aumentasse la conversione gli avversari sarebbe costretti a stare più attenti a mandarlo in lunetta e concedergli di più dal campo.