Ci sono vicende nella storia dell’uomo che vale la pena di raccontare.
Storie che fanno il giro del mondo, storie che scalfiscono la nostra vita, storie che gridano giustizia.
Il 2020 è l’anno di queste storie, dal pianeta che abbiamo rovinato noi stessi e che ora chiede pietà per sopravvivere, alla pandemia di Covid-19 che ha cambiato la nostra visione della vita, ai movimenti contro il razzismo e le discriminazioni sociali del BLACK LIVES MATTER, e visto che qui parliamo di NBA, lo stop senza precedenti che ha chiuso i palazzetti di basket in tutto il mondo per parecchio tempo.
E, se ognuno di noi vive queste vicende in prima persona, c’è anche chi le documenta per le generazioni future.
Il presidente della NBPA (associazione dei giocatori) Chris Paul, sarà infatti produttore esecutivo del documentario di HBO “The Day Sports Stood Still”, racconterà le esperienze degli atleti che hanno vissuto in prima persona le conseguenze della pandemia e delle manifestazioni dei movimenti antirazziali.
Il documentario di Chris Paul firmato HBO
Imagine Documentaries e Fuqua Films presenteranno il documentario su HBO, con la collaborazione dei produttori Brian Grazer e Justin Wilkes e la regia affidata ad Antoine Fuqua. L’uscita del documentario è prevista per l’inizio del 2021.
Come protagonista ci sarà sicuramente Chris Paul, All-Star e presidente della NBA Players Association, affiancato da numerosi atleti con interviste approfondite e toccanti in gran parte condotte da remoto, tra cui un campione della NFL che si offrì di fare volontario in un pronto soccorso, e una campionessa della WNBA che decise di saltare la stagione 2020 per concentrarsi sulla protesta contro l’ingiustizia razziale.
Nel comunicato stampa, Paul ha detto che era negli spogliatoi dei Thunder l’11 marzo quando ha ricevuto una chiamata da Brian Grazer, in merito alla produzione del documentario. Hanno iniziato a fare brainstorming su quello che è diventato The Day Sports Stood Still.
“Lo scorso marzo, quando la NBA ha annunciato che stava posticipando la stagione, Chris Paul e io abbiamo parlato e mi ha detto: ‘Dobbiamo documentarlo.’ Antoine (Fuqua, ndr) è stata la nostra prossima chiamata e, giorni dopo, abbiamo iniziato le riprese “, ha detto Grazer. “Sapevamo che questa era una storia unica, ma nessuno avrebbe potuto prevedere i colpi di scena emotivi e le svolte che sarebbero derivate dalla ripresa del gioco. È stato un viaggio incredibile e un punto nella storia che nessuno di noi dimenticherà”.
Anche Paul si è detto entusiasta riguardo a questo progetto: “È un’incredibile opportunità poter lavorare con Brian e Antoine per raccontare la storia collettiva del mondo dello sport negli ultimi mesi”, ha aggiunto Chris Paul. “Brian mi aveva chiamato mentre ero ancora negli spogliatoi quella fatidica notte dell’11 marzo e da lì abbiamo lavorato per dare al pubblico uno sguardo più approfondito in questo momento epocale della storia.”
HBO Lands Doc ‘The Day Sports Stood Still’ From Antoine Fuqua, Brian Grazer and Chris Paul (EXCLUSIVE) https://t.co/3d2aMqbWbC
— Variety (@Variety) October 26, 2020
I temi del documentario di CP3
Questo documentario rappresenta un viaggio, un percorso che inizierà con la brusca interruzione della NBA la sera dell’11 marzo 2020 con i giocatori di Utah Jazz e Oklahoma City Thunder già in campo. Successivamente è emerso che le star del Jazz Rudy Gobert e Donovan Mitchell sono risultati positivi al coronavirus, notizia che ha portato i piani alti della lega a sospendere la stagione.
Situazione che come sappiamo si è aggravata in tutto il mondo e che ha portato tutti, atleti compresi, a vivere in quarantena e lockdown.
Il documentario prodotto da Chris Paul racconterà anche la situazione che ha portato in tutto il mondo ad associazioni anti-razziali, nate dopo gli episodi pubblici di brutalità della polizia e gli omicidi di George Floyd, Breonna Taylor e altri.
Paul ha avuto un ruolo fondamentale dietro le quinte attraverso il suo ruolo di presidente NBPA mentre la NBA finalizzava i suoi piani per riprendere la stagione al Walt Disney World Resort di Orlando, in Florida.
Soprattutto quando la ripresa della NBA sembrava a rischio, dopo che i Bucks si rifiutarono di giocare la partita di playoffs contro gli Orlando Magic in segno di protesta, dopo i sette colpi alla schiena sparati da un agente di polizia e che hanno reso paralizzato dalla schiena in giù Jacob Blake. Decisione che è stata accolta anche da altre franchigie come i Lakers di LeBron James.
Alla fine, i giocatori e la lega hanno concordato una serie di impegni per iniziative di giustizia sociale, tra cui la richiesta di tutte le arene di proprietà delle squadre da utilizzare come luoghi di voto per le elezioni del 2020 e l’istituzione di una commissione per la giustizia sociale.
“I CAN’T BREATHE”
Un documentario che quindi affronta temi molto cari alla comunità e ai giocatori uniti insieme al grido “I CAN’T BREATHE” (“non riesco a respirare”) e purtroppo, il 2020 si può riassumere con queste 4 parole. Dall’Australia alla California devastate dagli incendi, è la nostra terra che non riesce a respirare. Le vittime come George Floyd unite da queste parole “I can’t breathe” e per ultimo il covid-19 che impedisce proprio di respirare.
Quest’anno sta per volare via, in qualche modo ha cambiato la nostra vita in meglio o in peggio, Chris Paul ci aiuterà a ricordarlo come giusto che sia, ma ora non ci resta che guardare al futuro con speranza perché come disse Anna Frank: “Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo”.