Klay Thompson difensore dell’anno? Non ancora, ma l’ipotesi non è da scartare, se si prende per buono ciò che il cecchino da Washington State ha da dire a riguardo.
In una lunga chiacchierata concessa a Shams Charania per Watchstadium.com, Klay Thompson ha rivelato di essersi sentito nelle ultime stagioni un poco snobbato dagli addetti ai lavori, al momento di stilare le annuali classifiche dei migliori quintetti NBA difensivi.
From sitdown with Warriors' @KlayThompson: Klay takes aim on NBA All-Defensive team. "I’m very confident in saying this: The past few years, there’s been some guys where I’m like, ‘Man, I know I’m a better defender than him.’" pic.twitter.com/t8tILJfWss
— Shams Charania (@ShamsCharania) October 2, 2018
Thompson è stato per due volte inserito nel terzo miglior quintetto All-NBA (2015 e 2016) ed è un quattro volte All-Star. Tuttavia, il figlio di Mychal ritiene che uno degli aspetti migliori del suo gioco, la difesa, non sia stato giustamente riconosciuto:
“Negli anni passati, nei migliori quintetti difensivi sono entrati giocatori sui quali mi sono detto: ‘Hey, io sono un difensore migliore di lui!’. Il mio obiettivo è far parte di uno dei tre quintetti difensivi, e credo che grazie al mio impegno ed al lavoro costante su entrambi i lati del campo, otterrò tale riconoscimento”
– Klay Thompson sulla sua dimensione difensiva –
Le statistiche difensive individuali di Thompson in carriera sono nella media di un giocatore NBA con eguale minutaggio. Klay ottenne il proprio career high in recuperi (1.1) e stoppate (0.8) a partita nella stagione 2014\15.
Nella stagione 2017\18, la sua presenza difensiva ha garantito agli Warriors “appena” 1.8 vittorie in più, terza miglior prestazione di squadra, a pari merito con Steph Curry (per basketball-reference.com).
Le parole di Steve Kerr, Draymond Green e Kyrie Irving sui progressi difensivi di Klay Thompson
Al di là dei freddi numeri, l’abilità difensiva di Klay Thompson ha negli anni ricevuto parecchi riconoscimenti, sia da parte di compagni che di avversari.
Thompson è una guardia tiratrice di 201 cm, ma non eccessivamente pesante (98 kg), ed in possesso di una rapidità di piedi impressionante.
Per coach Steve Kerr tali caratteristiche permettono a Klay di essere in grado di accoppiarsi difensivamente con giocatori che occupano più ruoli:
“Klay insegue sempre il pallone. Non si ferma mai, marca le point guard avversarie e quando ce n’è bisogno cambia sulle ali forti. Può difendere in post e poi sprintare dall’altra parte come Reggie Miller, ha forza, resistenza ed abilità su tutti e due i lati del campo”
– Steve Kerr su Klay Thompson –
Draymond Green, eletto difensore dell’anno nella stagione 2016\17, ritiene che il mondo NBA sottovaluti le capacità difensive di Thompson:
“(Klay, ndr) Non riceve abbastanza credito per quello che fa in difesa. Ma la sua difesa è un elemento fondamentale per le nostre vittorie“.
Alle parole di Green fa eco uno dei grandi avversari di Thompson in occasione di ben due finali NBA, Kyrie Irving: “E’ una sciocchezza, Klay è un difensore sottovalutato, puoi dirlo forte“.
In diverse fasi delle finali NBA 2017, Thompson si trovò accoppiato in difesa proprio contro Kyrie, concedendo all’ex Cavs percentuali di tiro modeste in diversi momenti di gara 1 e gara 3 della serie.
Lo stesso Klay Thompson ritiene che l’assenza di grandi cifre statistiche sia una delle ragioni per i mancati riconoscimenti: “Non ho statistiche particolarmente sexy, non faccio grandi stoppate o non rubo due palloni a partita. Però sono solido. Sono celebrato per il mio tiro e per le mie capacità offensive. Ma in difesa non ho finora ricevuto il credito che penso di meritare. In ogni caso, è ok. Se continuerò così, ci arriverò”
Coach Mike Brown: “Klay ha un condizione fisica eccellente, per questo è così efficace”
Mike Brown, assistente di Steve Kerr, racconta come Thompson voglia sempre marcare il miglior giocatore esterno degli avversari di giornata dei suoi Warriors: “Klay sente la sfida. Non l’ho mai visto una volta rinunciare a marcare il giocatore avversario più forte“.
Coach Brown insiste sulla capacità di Thompson di marcare i lunghi avversari, o comunque giocatori più grandi e “fisicati” di lui, senza pagare dazio:
“Non so perché Klay pensi di essere mister Universo o un culturista pieno di muscoli… si diverte un mondo quando cambia in difesa contro i lunghi! (…) Klay ha una forma fisica eccellente. Ed è per questo che riesce a marcare il miglior giocatore avversario da una parte, ed essere tanto produttivo in attacco allo stesso tempo. E’ un enorme dispendio di energia”
– Mike Brown sulla versatilità difensiva di Klay Thompson –
Non è raro durante la partite degli Warriors vedere Thompson accoppiato con LeBron James o Blake Griffin, in situazioni particolari. La forza fisica di Thompson nella parte superiore del corpo gli consente di non subire la presenza fisica del suo avversario.
Kevin Durant rivela di non aver mai sospettato che Klay potesse essere un difensore tanto efficace, prima di averlo visto all’opera contro Tony Parker durante le semifinali della Western Conference 2013.
“Non avrei mai detto che Klay potesse essere tanto bravo in difesa. Dopo quella serie, iniziai a rispettare tantissimo la sua abilità difensiva“. KD celebra poi la difesa di Klay sul suo ex compagno di squadra ad Oklahoma City Russell Westbrook:
“Russ (Westbroook, ndr) ha il suo modo di attaccare contro difensori della sua taglia, o più piccoli. Ma contro un difensore di 2 metri, diventa tutto più difficile. Klay non è il classico ‘stopper’ insuperabile, nessuno lo è in questa lega, ma ti sa rendere la vita difficile e ti porta a prendere brutti tiri“
Durante le tante serie di playoffs giocate in maglia Warriors, Thompson ha marcato avversari del calibro di Tony Parker, Russell Westbrook, Kyrie Irving, James Harden e Chris Paul.
Klay rivela però come uno degli avversari più difficili – e di conseguenza una delle esperienze “formative” più importanti nei primi anni della sua carriera – da marcare sia stato Kobe Bryant, il suo idolo:
“La lezione più importante che ho appreso da Kobe” spiega Thompson “E’ non saltare sulle finte. Kobe faceva delle finte micidiali. Non c’è giocatore NBA che non ci sia cascato almeno una volta, probabilmente“.