Nella stagione d’addio a Kobe Bryant, per i Los Angeles Lakers ci sono state poche soddisfazioni, anche se dal rookie, chiamato con la seconda scelta assoluta del draft 2015, D’Angelo Russell dopo una iniziale fase di assestamento, sono arrivate le note più liete. Tra le difficoltà di adattamento, il rapporto con Byron Scott, le carenze difensive, si è però visto il suo talento e la sua straordinaria capacità offensiva. Prendendo spunto da SB Nation, analizziamo i pro e i contro di Russell.
ATTACCO
Pro
Il prodotto di Ohio State, ha chiuso la sua prima stagione nella lega con 13.1 punti, 3.4 assist e 3.4 rimbalzi di media in 27.5 minuti a partita. La capacità di segnare in situazioni diverse, è sicuramente notevole; ha dimostrato di essere un buon ‘tagliante‘, un passatore ottimo, straordinario anche in post up, e nonostante il 35% che può e deve essere migliorato, ha fatto vedere che devi onorarlo eccome dalla linea del tiro da 3.
Contro
I problemi in attacco ci sono e neanche sono pochissimi. Russell deve migliorare il suo gioco in transizione, finora troppo poco redditizio. La percentuale al tiro libero, 72%, va incrementata, perchè essendo così pericoloso dall’arco, potrebbe fintare il tiro ed entrare in area alla ricerca di un fallo. Poi, come scritto da silverscreenandroll.com, sembra che ogni tanto D’Angelo ricerchi il passaggio da highlight, piuttosto che fare la giocata più utile per la squadra, errori che però si possono giustificare con la difficile stagione, l’ambiente particolare, LA e la gioventù.
DIFESA
Pro
Non è un gran difensore e su questo c’erano pochi dubbi, ma a tratti ha dimostrato di poter essere meglio di quello che si potesse pensare. Nella difesa contro gli hand off si colloca al 64esimo posto e nelle uscite dai blocchi difende da 58esimo della lega; ma queste due situazioni positive sono soltanto il 17,5% delle azioni difensive. Non è un difensore nella media, ma con un sistema difensivo collaudato e efficace, potrebbe fare sicuramente di meglio, a livello personale e collettivo.
Contro
La sua difesa sulla palla è pessima, una delle peggiori nel suo ruolo. Inoltre non ha abbastanza forza per difendere contro certi giocatori, su questo dovranno lavorare in estate lo staff dei Lakers e lui. In situazioni di isolamento è troppo esposto e deve imparare a mettersi meglio sulle linee di passaggio, per ostacolare le azioni offensive avversarie. Il coaching staff sarà fondamentale per migliorare la sua difesa, che non sarà mai eccellente, ma non deve essere un buco difensivo.
Complessivamente la sua annata è appena sufficiente, ma le sue cifre e le prestazioni dopo la pausa per l’all star game, sono state in netto miglioramento e da quando Byron Scott si è deciso a farlo diventare un titolare, lui ne ha benificiato. Nella prestazione contro i Brooklyn Nets, dove ha segnato 39 punti, con l’urlo “ice in my veins” dopo aver messo a segno una tripla a 30 secondi dalla fine, che ha portato Los Angeles al +6 e alla vittoria, si sono viste molte cose positive e la sua freddezza nei momenti che contano, c’è anche da dire che probabilmente l’esaltazione di quella prestazione è eccessiva. L’anno prossimo da sophomore starà a lui consacrarsi.