Niente Lituania per D’Angelo Russell. La Federazione chiude la porta al giocatore dei Los Angeles Lakers, escludendo ogni possibilità di vedere Russell giocare per i Giganti del Baltico. La federazione, mediante un comunicato stampa, ha chiarito ogni sua posizione in merito alla vicenda. Ogni speculazione, quindi, viene smentita: “La LKF non ha avviato un processo di naturalizzazione né ha parlato con Russell di questo argomento”.
La Federazione presieduta da Mindaugas Balciunas si è così espressa: “La LKF non ha avviato un processo di naturalizzazione né ha parlato con Russell di questo argomento. Le decisioni relative alla pallacanestro sono gestite dallo staff tecnico, guidato dal capo allenatore Rimas Kurtinaitis, e dal responsabile del programma della squadra nazionale, Linas Kleiza. Il loro approccio è chiaro: puntiamo a raggiungere il successo utilizzando il nostro patrimonio di talenti. Questa è la strada giusta, a mio avviso. Tuttavia, la questione va oltre il basket”.
Se la Lituania punta a lavorare sui giovani, elemento che ha distinto lo Stato Baltico, è anche in virtù della legge lituana. Secondo la legge sulla cittadinanza lituana, la stessa può essere concessa a uno straniero solo in via eccezionale. E’ necessaria infatti l’approvazione del Presidente della Lituania. Al momento, non ci sono motivi per cui Russell possa beneficiare di tale eccezione. Inoltre, la LKF non ha avviato alcun procedimento legale che gli consenta di rappresentare la Lituania.
L’idea di far giocare la guardia dei Los Angeles Lakers in Lituania è stata presentata al presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, dai genitori di Matas Buzelis, undicesima scelta dell’ultimo draft NBA ed in forza ai Chicago Bulls. Non bastano l’endorsement della famiglia Buzelis e il fatto che la compagna di Russell sia lituana. Al momento le porte della squadra allenata da Rimas Kurtinaitis sono chiuse.