Mentre i Cleveland Cavaliers stavano portando il loro record casalingo a 10-0, oltre a migliorare il loro record complessivo con un incredibile e storico 17-1, una voce solitaria si è levata dalle tribune e si è sentita in tutta la Rocket Mortgage Fieldhouse.
“M-V-P! M-V-P!” ha urlato il tifoso solitario.
Dal parquet, Donovan Mitchell se ne è accorto. Tuttavia, il grido non era rivolto a lui (ben 5 volte All-Star), ma ad un suo compagno di squadra che stava tirando dei liberi.
Più tardi il diretto interessato, Ty Jerome, ha voluto una prova dell’accaduto. “L’hai filmato?” ha chiesto.
E, infatti, era successo davvero. Il grido era per lui. Perché l’inizio di stagione di Cleveland ha prodotto un’inaspettata stella nascente.
Dopo aver saltato quasi tutte le partite della scorsa stagione a causa di un grave infortunio alla caviglia, che ha richiesto addirittura un intervento chirurgico, Jerome non solo è diventato un elemento prezioso per coach Kenny Atkinson, ma anche l’emblema del successo della squadra.
Non se lo aspettavano i Cavs, e certamente non se lo aspettava lo stesso Jerome.
Eppure, la guardia ha giocato una meraviglia fin dal training camp, quando coach Atkinson ha avuto un’ottima prima impressione di lui. Sensazione che, pian piano, si è rafforzata sempre di più. E, sebbene sia stato bravo fin dall’inizio della stagione, Jerome ha portato il suo gioco a un altro livello ancora nell’ultima settimana.
Appena una sera dopo la sconfitta dei Cavs contro i Boston Celtics (dopo 15 vittorie consecutive), Jerome ha realizzato ben 7 triple nel solo primo tempo del match contro i New Orleans Pelicans, per chiudere con un career-high di 29 punti.
Domenica, per il bis, ha eguagliato Mitchell con 26 punti e 6 assist nella vittoria contro i Toronto Raptors.
“Dal momento in cui ha messo piede nella nostra palestra è stato fenomenale. Ogni giorno” ha detto coach Atkinson. “Continua ad andare avanti così, ed è tutto merito suo. In questo momento è in uno stato di grazia. È bellissimo da vedere”.
E se di lui possiamo dire solo cose buone, possiamo dire lo stesso dei Cavs stessi, la cui esplosione sotto la guida di coach Atkinson è una delle più belle della storia della NBA. L’allenatore ha infatti reso Cleveland una potenza offensiva.
I Cavs sono primi in qualsiasi classifica possibile e immaginabile per quanto riguarda l’attacco: punti, percentuale di realizzazione al tiro dalla media distanza e da 3 punti, differenziale di punti e rating offensivo. Il loro, insomma, è un sistema basato sul ritmo di gioco, sul movimento della palla e sui fondamentali. Quindi, diventa difficile difendere. E se li si poteva considerare una contender, ora il tutto si è trasformato in qualcosa di più.
“Siamo un ambiente caotico, ma con principi standard. Ora il nostro record è 17-1” ha detto coach Atkinson. “Sono nella sua lega da 17 anni e questo non succede mai. Dovremmo avere almeno 6 o 7 sconfitte. Non siamo proprio al top della forma e riusciamo comunque ad ottenere una vittoria. È piuttosto scioccante la situazione in cui ci troviamo, e non è per denigrare nessuno. Ma è più che altro per far capire quanto sia difficile questo campionato”.