È incredibile come dei semplici ragazzini, a volte, possano rappresentare e realizzare il sogno di un’intera nazione. I ragazzi di cui parlo sono i componenti della nazionale U-16 della Bosnia-Herzegovina. L’anno è il 2015. Hanno appena vinto il primo oro della Bosnia, nazione giovanissima, in una competizione sportiva internazionale; Dzanan Musa è il capitano della squadra e l’MVP del torneo. A Sarajevo sono in 50’000 ad accogliere i ragazzi, ora veri e propri eroi nazionali. La carriera di Dzanan, il soggetto di questa scheda, è decisamente partita col piede giusto.
Data di nascita: 08/05/1999
Luogo di nascita: Bihac, Bosnia
Altezza: 207 cm
Peso: 88 kg
Squadra: KK Cedevita Zagabria
Ruolo: SG – Shooting Guard / SF – Small Forward
Titoli individuali: MVP FIBA European Championships U-16 (2015) / All-Star Five ANGST Tournament (2016) / All-Star Five FIBA World Championships U-17 (2016) / Top-scorer FIBA European Championships U-18 (2016)
Musa: il simbolo del basket bosniaco
Musa è nato a Bihac, nel 1999, in una terra che solo allora stava iniziando a riprendere fiato dopo i terribili avvenimenti del periodo post-Jugoslavia. Inizia col calcio, ma ben presto un allenatore convince Dzanan e i genitori che il basket sarebbe decisamente una soluzione migliore. A circa 11 anni, giovanissimo, accetta il trasferimento nella capitale, Sarajevo, consapevole che quello è il posto giusto per accelerare la sua crescita. Va a giocare nel KK Kos, storica squadra della capitale.
È nel dicembre 2014 che Musa, già molto conosciuto in patria, decide di compiere un ulteriore passo in avanti. Si trasferisce al KK Cedevita, squadra di Zagabria in forte crescita. Sembra che anche Jasmin Repesa abbia inciso sulla buona riuscita dell’affare. Il Cedevita si impegna a investire il maggior numero di risorse disponibili sullo sviluppo di questo ragazzo. Dzanan non ci mette molto a dimostrare che i suoi nuovi datori di lavoro ci avevano visto giusto. L’estate successiva al trasferimento conduce la Bosnia U-16 in paradiso.
Due storici debutti
Le porte della prima squadra si aprono, o meglio, si spalancano. Il 15 ottobre 2015 il Cedevita si gioca la prima partita di Eurolega della stagione contro l’Olympiacos di Vassilis Spanoulis. A marcare il fuoriclasse greco dall’inizio c’è proprio lui, Musa. Molti sono stupiti nel vederlo schierato in quintetto, all’inizio della stagione. Secondo il direttore sportivo Matej Mamic l’allenatore, Veljko Mrsic, ha preso questa decisione per dimostrargli ancora una volta tutta la fiducia che il club ha nei confronti del ragazzo. A 16 anni, 5 mesi e 7 giorni Musa diventa così il nono giocatore più giovane ad esordire nella massima competizione europea.
Un anno dopo è tempo di un altro debutto eccellente. La Nazionale maggiore chiama il talento di Bihac per le qualificazioni ad Eurobasket 2017. Passa la Russia, la selezione bosniaca è fuori, ma Musa risponde presente. In 4 partite giocate produce numeri di tutto rispetto: per lui ci sono 8.3 punti, 5.3 rimbalzi e 1.3 assist di media. Oltre ai numeri dimostra una presenza in mezzo al campo del tutto singolare per uno della sua età. È il carattere del giocatore ad essere messo bene in mostra, sia nei suoi lati positivi che in quelli meno produttivi.
Aspetto mentale
Di questo ragazzo ormai conosciamo praticamente tutto, compreso ovviamente le straordinarie qualità tecniche e l’abilità di segnare in qualsiasi modo. Ne conosciamo anche l’incredibile e feroce voglia di vincere, la stessa capacità che gli ha permesso di guidare la sua nazionale giovanile alla vittoria del 2015. Un paio di incidenti, però, ci lasciano dei dubbi riguardo alla continuità di questa forza mentale. A volte sembra andare fuori giri, un atteggiamento questo che può spingerlo a uscire dalla partita. Queste situazioni ci ricordano, finalmente, la sua effettiva età anagrafica.
I due episodi in questione appartengono entrambi all’anno solare appena trascorso. Nel primo caso, una frase infelice pronunciata nei confronti del suo allenatore Mrsic dopo una partita ne ha comportato l’esclusione temporanea dalla prima squadra. Dopo una partita vinta contro il Fenerbahce, Musa avrebbe detto al coach: “è una bella sensazione battere la tua prossima squadra“, provocando un provvedimento disciplinare da parte dell’allenatore.
Il 10 settembre, invece, è stato il protagonista di uno strano episodio, mentre era impegnato in una partita di qualificazioni europee contro la Russia. Un faccia a faccia con Timofey Mozgov, centro russo, al quale è seguito un battibecco con il capitano della sua Bosnia, Mirza Teletovic (sembra avesse accusato Musa di aver simulato), ha portato addirittura alle lacrime lo stesso Musa. La situazione sembra essersi chiarita abbastanza in fretta, ma la reazione del ragazzo non è passata certo inosservata e pone alcune domande sulla sua tenuta mentale.
Il futuro
L’età ha probabilmente giocato un ruolo decisivo in questi due episodi, ma è innegabile allo stesso tempo che il ragazzo sia dotato di una forte personalità. Vive costantemente sotto le luci della ribalta da anni, ormai, e se imparerà a gestire meglio situazioni ‘scomode’ non è una caratteristica da sottovalutare. Divide queste attenzioni con un altro classe 1999, che sta facendo impazzire Madrid: mister Luka Doncic. Appare naturale il confronto tra i due, essendo coetanei e provenienti dalla stessa regione geografica. Sono però due giocatori completamente diversi fra loro.
Il fatto di essersi guadagnato un posto nella rotazione di Pablo Laso a Madrid, non proprio una piazza qualunque, dona a Doncic sicuramente più visibilità e credibilità a livello internazionale. Anche in vista del Draft 2018, quando entrambi saranno eleggibili per il salto nella NBA, il lituano sembra avvantaggiato rispetto al bosniaco, un po’ indietro rispetto al coetaneo per quanto riguarda le caratteristiche fisiche e, come abbiamo già detto, mentali. È certo, però, che come Doncic, Dzanan Musa si avvia a una carriera scintillante. Nel frattempo il suo compito è trarre il massimo dal suo periodo a Zagabria, in una società pronta a tutto pur di sviluppare a pieno il potenziale del suo gioiellino.