Leggi Barcellona 1992 e pensi subito al Dream Team, a Micheal sul green, a Magic davanti ai microfoni, a Larry in campo per l’ultima volta, a Sir Charles sulle ramblas e un po’ ovunque dove ci si divertisse.
Sì e no. I Giochi Olimpici catalani sono certo la prima edizione aperta ai professionisti, la prima con la nazionale statunitense rimpinzata di NBA. Questo dal punto di vista organizzativo, perché da quello sociale invece quella barcellonese è la prima edizione dopo il crollo del Muro di Berlino, con una civiltà che sta congelando la Guerra Fredda proiettandosi nella globalità.
Ecco, la Guerra Fredda, Gorbačëv, la glasnost, l’Unione Sovietica che non è più “unione” e da lì in poi non sarà nemmeno più tanto “sovietica”. Due anni prima, la prima ad abbandonare la Grande Madre per andare a vivere da sola è stata la Lituania, è stata ufficialmente riconosciuta solo nel ’91 ma chissene dell’ufficialità, in una regione che ha ragioni e cultura tutte sue, dove per esempio “scuola” si dice “mokykla” e non “skola” come a Mosca e dintorni.
Lo scherzo del Destino è, conoscendo il Destino, dietro l’angolo: prima uscita da soli con la palla a spicchi, per di più ai Giochi Olimpici, per di più nell’era moderna e chi si trovano i baltici di fronte? Ma ovviamente la Comunità di Stati Indipendenti, ovvero la ex Grande Madre, che ora è un po’ meno grande e soprattutto comincia a sentirsi un po’ più orfana, sentimento che rimarrà tale quando un certo ex agente del KGB tuttora in voga arriverà a tirar fuori una Russia depressa dalle secche di una crisi economica mordente. Ma questa è già storia successiva.
La gara non ha valore da “scapoli-ammogliati”, assegna la medaglia. La Lituania ci arriva dopo aver preso cinquantuno zecche dal Dream Team, la C.S.I dopo aver perso di misura contro la Croazia dei miracoli (speaking of nazioni neo-indipendenti). Logico che dopo avere sentito per circa mezzo secolo il fiato sul collo di Mosca ed averne patito il dominio i baltici siano rabbiosi come faine, logico che non necessitino di molte motivazioni da Garastas, tra l’altro nell’88 c.t. proprio dei sovietici ancora uniti, preventivabile che alla fine prevalga una Lituania che sul parquet restituisce pan per focaccia tenendo la testa avanti dall’inizio alla fine, per un 82-78 che significa prima medaglia alla prima competizione in solitaria.
Se vi dicessero che la pallacanestro è un mondo a parte, per favore, non credeteci.