Home Olimpiadi di Parigi 2024 Giuffrida, Errigo e Mouhiidine: quando gli arbitri rovinano un’Olimpiade

Giuffrida, Errigo e Mouhiidine: quando gli arbitri rovinano un’Olimpiade

di Andrea Delcuratolo

Bene ma non benissimo. Se la seconda giornata delle Olimpiadi di Parigi 2024 si chiude con un oro, un argento e un bronzo per gli Azzurri, è anche vero che l‘Italia ha molto da recriminare. Ciò in virtù di un arbitraggio molto dubbio in determinati momenti. A rimetterci Arianna Errigo, Odette Giuffrida e Aziz Abbes Mouhiidine. Bravissimi a non essere polemici e a raccontare i propri dubbi in separata sede, scaricando adrenalina e rabbia. Errori che avrebbero potuto essere potenziali medaglie. 

La prima a rimetterci è stata Arianna Errigo. La nostra portabandiera, sconfitta ai quarti di finale del fioretto femminile contro la statunitense Lauren Scruggs, ha subito un grave errore arbitrale. La vittoria di Scruggs è arrivata dopo un punto molto contestato, come raccontato da Errigo: “Mi dispiace, ma non sarei un’atleta e una persona migliore con una medaglia d’oro: quindi sono felice. La stoccata era mia. Perdere per un errore arbitrale dispiace, anche se fa parte del mio sport. Però forse ho sbagliato io, prima, a farla arrivare fino al 14-14”. 

Ma forse, la delusione maggiore arriva da Odette Giuffrida. Dopo il bronzo olimpico di Tokyo 2020 tutti vedevano in lei la favorita per questi giochi iridati. Peccato che anche qui, l’arbitraggio sia molto dubbio. Se la Roma ha dovuto fare i conti con Anthony Taylor, Giuffrida deve fare i conti con Rou Babiuc. La judoka kosovara Distria Krasniq fa ciò che deve fare i semifinale cioè giocarsela. Il punto è l’arbitra dell’incontro che ci mette del suo.

La judoka italiana ha ricevuto terzo shido, un’ammonizione, al golden score, per una grip avoidance, cioè lo svincolo dalla presa. La giudice ha assegnato lo shido contestualmente a entrambe le sfidanti, il che per Giuffirda è significato l’eliminazione. Nella finalina per il bronzo Giuffrida ha subito un altro ko per 10-0 contro la brasiliana Larissa Pimento.

Giuffrida ha poi dichiarato: “L’arbitraggio? Anche nella finale l’ultimo shido era dubbio. Con questo arbitro un giorno prenderò un caffè e le chiederò che problemi ha con me. Va avanti da tanto. Quando vedo che sale lei, già so che devo fare qualcosa in più di quello che basterebbe. Non ha molta simpatia per me. Non so cosa dire, è ancora tutto troppo fresco. Mi sto ripetendo che ho dato tutto. Sicuramente il Signore vuole mostrarmi qualcosa. Mi dispiace perché ci credevo. Non mi piace dare la colpa agli arbitri, ma meritavo di più”.

Chi ci va più pesante è il presidente del CONI Giovanni Malagò che spiega: “Onestamente dire che fa riflettere è dir poco, ho visto la semifinale e finale per il bronzo col presidente Falcone e il segretario generale Benucci, persone competenti ed equilibrate. La cosa che ci ha sorpreso è che lo stesso arbitro della semifinale persa da Giuffrida lo hanno rimandato alla finalina: credo che questo si commenti da solo”.

Non c’è due senza tre. Chiedere ad Aziz Abbes Mouhiidine per quanto concerne il pugilato. Anche lui fra i favoriti e anch’egli fuori per errori arbitrali. Succede tutto nell’ottavo di finale contro Lazizbek Mullojonov. Dopo essere stato ferito all’arcata sopracciliare da un movimento involontario dell’avversario con la testa, Mouhiidine sembrava condurre l’incontro.

Eppure, il secondo round è stato giudicato in maniera discutibile dai giudici. Alla fine è risultato sconfitto per 4-1, con l’uzbeko che al momento dell’annuncio  fatto cenno di “no” con il dito, riconoscendo il valore dell’avversario italiano. Se il pugile azzurro non ha espresso alcun commento, è il presidente della Federazione pugilistica Italiana Flavio D’Ambrosi a sfogare tutta la rabbia: «Vergognatevi. Ancora una volta l’Italia è scippata. Pensavamo che il CIO tutelasse i pugili ed evitasse le nefandezze del passato. Niente, siamo alle solite. L’incontro dominato da Abbes e perso con un verdetto sciagurato dimostra che niente è cambiato. Ciò mi induce a fare serie riflessioni sulla mia ulteriore permanenza in questo mondo che ho amato e amo”.

D’Ambrosi aggiunge: “purtroppo gli sciacalli, anche quelli più anziani, approfitteranno di questa palese ingiustizia e fermeranno anche il cambiamento che a livello nazionale il pugilato lentamente stava subendo. Sono il presidente e devo rispondere degli insuccessi anche quando non sono a me direttamente riconducibili. Non so, quindi, se mi ricandiderò. Non so se ne troverò la forza. Intanto spero che i pugili italiani ancora in gara non subiscano lo stesso oltraggio di Abbes».

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