North Carolina
A North Carolina l’hanno fatto di nuovo. Anno dopo anno molte cose cambiano ma alcune rimangono costanti nel tempo. Una delle poche certezze della vita è che i Tar Heel, in un modo o nell’altro, raggiungano le Final Four. Questa costanza di risultati è sintomo di un College che, pur cambiando di interpreti, non cambia di mentalità. North Carolina infatti nel tempo ha raggiunto uno status che non le permette passi falsi. Tuttavia il titolo resta ancora una questione in sospeso. Lo scorso anno Villanova ha strozzato in gola l’urlo dei supporters bianco-azzurri; quest’anno non sono ammessi errori.
Rewind
Facciamo un breve passo indietro per analizzare come i ragazzi di coach Roy Williams sono arrivati a queste Final Four. Il percorso è iniziato con una roboante vittoria contro Texas Southern. In quella occasione furono addirittura 103 i punti segnati a fronte di soli 64 subiti; in due parola “gara perfetta” Il secondo impegno ha visto i bianco-azzurri giocarsela a viso aperto contro Arkansas. 72-65 il risultato conclusivo con i Tar Heel che hanno superato i Razorbacks con una mgistrale prova di squadra. Dopo Arkansas è stata la volta di Butler. Il college che tanto aveva fatto male nel 2012 questa volta si è dimostrato meno ostico del previsto. Solo Andrew Chrabascz, con i suoi 21 punti ci aveva creduto fino in fondo; tuttavia la forza del duo Jakcson-Berry (50 punti in due) si è palesata in questo confronto.
Ultimo, e più prestigioso, impegno superato da UNC è stato quello con i rivali di Kentucky. Fox Monk e Adebayo facevano paura ma anche loro si sono dovuti arrendere piegati dall’indomita volontà degli dei del basket; evidentemente vogliosi di vedere i Tar Heel in queste Fina Four. Una gara al cardiopalma; tripla di Monk per il pareggio a pochi istanti dalla fine e buzzer-beater clamoroso dell’MVP della gara Luke Maye. 75-73 il risultato finale; ai Wildcats non restano che le lacrime dei suoi protagonisti, A North Carolina già si pensa all’impresa. L’ennesima.
Focus on Tar Heels
Ora c’è da affrontare Oregon che fa davvero paura. I Ducks del duo Brooks- Dorsey sono avversari temibili che viaggiano sulle ali dell’entusiasmo e del talento. Talento che di certo non manca a UNK. Forse troppo poco considerati i ragazzi di Williams dagli scout nazionali ed internazionali. Giocatori come Justin Jackson, Luke Maye, Isaiah Hicks e Tony Bradley stanno dimostrando qualità che potrebbero, in futuro, farli emergere nel basket che conta.
In particolare Jackson si sta dimostrando un giocatore completo. Attaccante e difensore di buon livello, gioca SF ma sa adattarsi a molte posizioni e ha un gioco offensivo pulito e, spesso, molto elegante. Non è un caso se è stato nominato come uno dei migliori giocatori della NCAA. Ha ancora molto su cui lavorare per sfondare ai piani alti ma le basi sono ottime. E’ uno dei migliori interpreti del gioco di North Carolina e questa cosa lo rende un ragazzo da tenere sotto controllo.
Luke Maye nel suo anno da sophomore si sta dimostrando un valore aggiunto in uscita dalla panca. Assist, rimbalzi, punti e sopratutto una testa sulle spalle ( qualità da apprezzare di questi tempi). Il ragazzo migliorasse anche dal punto di vista fisico potrebbe essere uno di quelli di cui sentiremo parlare.
Chiudiamo il piccolo focus parlando di Bradley e Hicks. Due lunghi che hanno trovato il modo di mettersi in luce in questa annata in NCAA. Bradley è un centro che, per dimensioni, ha tutto per sfondare. Grinta, punti e talento non gli mancano di certo; ciò che gli manca è l’atletismo e un tiro credibile ma, essendo un freshman, ha tutto il tempo per migliorare. Hicks invece è l’opposto del suo collega. Atletismo, tecnica e un buon range di tiro lo hanno reso un giocatore molto importante negli schemi di UNC.
(Nicola Garzarella)