Forse qualcuno non se lo ricorda, ma quando David Lee arrivò ai Golden State Warriors nel 2010, il suo status di giocatore non era quello attuale: “the double double machine” lo chiamavano, un giocatore tra i primi della pista per la sua versatilità offensiva e la capacità di catturare rimbalzi.
La franchigia californiana gli propose un contratto da 80 milioni di dollari per sei anni, risultando quindi attualmente il giocatore più pagato del roster. Come scrive Scott Howard-Cooper per NBA.com, l’ex Florida ha l’ultimo anno di contratto che scade la prossima stagione. Diventato però un giocatore ai margini delle rotazioni di coach Kerr – complice l’ascesa esponenziale di Draymond Green delle ultime due stagioni – è plausibile aspettarsi una cessione che lo coinvolga al termine delle finali. Ha infatti recentemente dichiarato: “Credo che abbiano già provato a cedermi l’anno scorso, no?” dice ai microfoni di NBA.com.
“Niente di nuovo, sappiamo come funziona l’NBA, è Business. E’ quasi sempre molto diverso ciò che si prospetta da ciò che realmente accadrà. Mi metterò seduto e quello che succederà succederà. Detto questo, amo stare in questa squadra, stiamo ottenendo risultati fantastici, perciò prima devo concentrarmi sul nostro ultimo obiettivo, poi, a giochi conclusi, si parlerà del mio futuro. Ora penso solo a come preoccuparmi di questo con un anello al dito”.
Ennesima prova di classe e professionalità da parte di un giocatore che, sicuramente, si trova in una situazione difficile da affrontare: la squadra in cui sei arrivato 4 anni fa che avresti dovuto trascinare verso rosei orizzonti ha trovato il suo massimo splendore proprio quando un infortunio ti ha tenuto fuori dai giochi, e una tua rimessa in corsa in questo perfetto meccanismo rischierebbe di rovinare tutto.
Finanziariamente, i Warriors saranno praticamente obbligati a riempire le tasche di Draymond Green il prossimo anno e, a conti fatti, trattenere Lee, come detto ai margini della panchina, costerebbe poco più di 50 milioni di dollari. Ergo, l’avventura in quel di Oakland dell’ex Knicks sembra ormai agli sgoccioli. Altre tre vittorie, e un sorriso in più tra lui e Bob Myers (GM di Golden State) siamo sicuri che ci scapperà sicuramente.
Per NBA Passion,
Nicola Siliprandi