Riassunto delle puntate precedenti. Al Super Bowl del 2018 i Philadelphia Eagles di un Nick Foles in stato di grazia fermano i New England Patriots lanciati verso la doppietta: è una gara ricca di schemi… fuori dagli schemi, nel senso che entrambe le compagini si presentano con dei giochi nuovi allo scopo di sorprendere gli avversari.
Al Super Bowl del 2020, i Kansas City Chiefs vanno sotto contro i San Francisco 49ers, ma il nuovo che avanza rappresentato da Kyle Shanahan viene a sua volta sopravanzato dal vecchio drago Andy Reid, svezzato a pane e West Coast Offence. Se queste sono le premesse, in questo 2023 abbiamo di ché divertirci, in quel di Glendale, Arizona.
QUI CHIEFS
A tutti capita di perdere, e certamente non fa eccezione Mahomes, che nel febbraio 2021 ha dovuto arrendersi alla leggenda di Tom Brady. Quest’anno il quarterback dei Chiefs, fresco di secondo MVP (e ha meno di trent’anni, ricordiamolo), è invece determinato a fare doppietta, e portare la sua franchigia al proprio terzo anello complessivo.
Il suo dinamismo fuori dalla tasca sarà il vero fattore cruciale per Kansas City, così come la sua precisione nei lanci, che senza più Tyreek Hill a fianco è diventata ancora più determinante. La perdita del wide reicever ha comportato una maggiore responsabilità per il tight end Travis Kelce, che per giunta al Gran Ballo avrà di fronte, da avversario, il fratello maggiore Jason.
Per i Chiefs il destino dipenderà tanto dallo stesso Kelce quanto dalla linea d’attacco, composta dal terzetto Smith-Humphrey-Thuney, con Wylie a destra e Brown a sinistra. A loro spetterà il compito di proteggere il proprio regista, per far sì che quest’ultimo riesca a sua volta a innescare il passing game, la cui efficacia dipenderà soprattutto dal running back McKinnon e il ricevitore rookie Pacheco.
Ad orientare la gara sarà, parimenti, l’atteggiamento della difesa dei Chiefs, la quale, seguendo le direttive del Defensive Coordinator Steve Spagnuolo, si è specializzata nella pass rush. Contro l’attacco degli Eagles servirà, dato per scontato l’apporto del grandissimo lineman Chris Jones, anche quello dei cornerback Sneed e Watson, specie perché Philadelphia fa del gioco di corse il suo punto di forza.
QUI EAGLES
Erano una squadra maledetta, Philadelphia, tanto che il regista David O. Russell ne aveva messo in luce questo lato dannato nel suo film del 2012 Il Lato Positivo. In quel lungometraggio c’erano Bradley Cooper, Robert De Niro e soprattutto una Jennifer Lawrence premiata agli Oscar dell’anno dopo come migliore attrice protagonista, la più giovane di sempre. Ironia della sorte: vince un film con gli Eagles, ma non gli Eagles.
La notte del 4 febbraio 2018 ha cambiato tutto, se non in termini di risultati, quantomeno come mentalità. Guidati da Doug Pederson, gli uomini in nero-verde si sono vendicati dei Patriots, che si erano presi il Super Bowl del 2005. Sulla panchina di Phila all’epoca sedeva Andy Reid, che invece a questo giro è l’avversario.
Un attacco qualitativamente elevato come quello messo in piedi dal loro ex-coach gli Eagles non l’hanno ancora visto: è primo in NFL, mentre loro sono secondi. In difesa hanno comunque le armi per contrastarlo, primo fra tutti il linebacker Haason Reddick, maestro del sack. Anche i defensive back saranno un fattore, specie considerando che contro un creativo come Mahomes utilizzare dei blitz equivale ad un suicidio.
In attacco, invece, la sorte della contesa dipende dal qb Jalen Hurts, a volte fuori giri eppure temibile con le sue corse. A supportarlo ci saranno i running back Sanders e Gainwell, a cui si aggiungono i ricevitori DeVonta Smith e A.J. Brown come potenziali bersagli di passaggi. Tutti loro dovranno le loro fortune, tuttavia, alla vena della offensive line, guidata da quel Jason Kelce già campione nel 2018 ed arrivato forse al capolinea della sua carriera NFL.
CHE PARTITA ASPETTARCI?
Verosimilmente dovrebbe essere un Super Bowl ad alto punteggio, in linea con la tendenza registrata nell’ultima quindicina d’anni, e raramente disattesa (su tutti, Patriots-Rams del febbraio 2019). Nick Sirianni, coach di Philadelphia, ha detto che il dirimpettaio Reid, suo mentore, ha avuto un’influenza sulla sua visione del football. Quest’ultimo, dal canto suo, ha però già dimostrato di saper giocare al gatto col topo, e di uscirne vincente, quando si trova di fronte un collega in rampa di lancio.
Insomma, come sempre sarà un duello di menti, prima ancora che di fisici.