Dopo la vittoria dell’anello nella bellissima serie finale contro i Miami Heat, è difficile pensare al futuro di Marco Belinelli lontano da San Antonio. Sin dall’arrivo del Beli in Texas, le sue idee erano molto chiare: provare a vincere il titolo, a costo di abbassarsi lo stipendio e giocare qualche minuto in meno, ma in un ambiente e una realtà vincente e collaudata come quella nero-argento. L’ex Bologna ha raggiunto lo scopo al primo tentativo, coronando una stagione indimenticabile.
La sua miglior stagione: Nell’annata appena trascorsa, infatti, il nativo di S. Giovanni in Persiceto ha chiuso con una media punti in doppia cifra (11.4 a gara), 15.6 minuti e il 43% dall’arco. E’ stata la sua miglior stagione a livello di risultati di squadra, ma anche personali. Career-high di punti in una singola partita (32, vs New York Knicks il 2 gennaio), punti di media in stagione (11.8 rispetto alla media di 9.5), rimbalzi (2.8 contro gli 1.9) e assist (2.2 contro 1.6). A cavallo tra gennaio e febbraio il numero #3 di Gregg Popovich ha messo in piedi 23 partite fantastiche, di cui 21 in doppia cifra. Si inizia con i 19 punti a Memphis, terminando con i 14 della gara contro gli allora Bobcats. 13.9 punti di media con il 49% dal campo, segno di come in pochi mesi l’ex Bulls si sia ambientato in maniera ottima nella città del River Walk. La ciliegina sulla torta è rappresentata dall’impresa di New Orleans: primo italiano a vincere la gara del tiro da tre punti all’All Star Game.
L’importanza di Belinelli: Nelle gare in cui Marco è andato in doppia cifra (è successo 49 volte totali), per ben 39 volte la franchigia del Texas ha vinto, mentre per 14 volte l’apporto della guardia azzurra non è bastato ad evitare la sconfitta. E’ anche curioso come però San Antonio abbia vinto anche quando il Beli non sia uscito dal campo in doppia cifra. Nelle gare dove ha giocato almeno 13 minuti, infatti, per 30 volte non ha raggiunto i 10 punti, ma nonostante ciò, per 22 volte Ginobili&compagni hanno trionfato, mentre per 8 volte sono stati battuti.
L’azzurro ha inoltre toccato solamente 21.7 palloni a gara, di gran lunga sotto la media della Lega (per capirci, i suoi compagni tengono queste medie: Parker 78.6, Duncan 58.9, Ginobili 48.1, Splitter 35.1, Leonard 42.7, Green 32.5, Mills 31.9), ma nonostante questi numeri, la media punti per palloni toccati corrisponde a 0.25 (il linea con la media di squadra e dell’intera NBA).
Ipotesi rinnovo? In conclusione, il futuro di Marco Belinelli è chiaro: l’unica destinazione possibile è San Antonio. Con la dirigenza, coach Popovich e i compagni c’è stima reciproca, l’azzurro si è integrato bene e la vittoria dell’anello aumenta le motivazioni della sua permanenza. Nel futuro ci può essere anche il rinnovo: come detto, Belinelli è legato ai nero-argento semplicemente per ancora un anno, e l’idea di ampliare il contratto sarebbe gradita ad entrambe le parti. Il Beli non si vuole fermare, nuove stagioni vincenti lo aspettano…