Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti 10 domande cui le 10 migliori squadre NBA devono rispondere prima dei playoffs

10 domande cui le 10 migliori squadre NBA devono rispondere prima dei playoffs

di Michele Gibin
NBA partite natale 2021

A poco più di un mese (e poco più di 20 partite!) dall’inizio dei playoffs, e con le classifiche di Eastern e Western Conference che prendono forma, è tempo di fare alle 10 migliori squadre della NBA di oggi 10 domande ognuna per squadra, su quello che farà o disferà la loro stagione da qui alla post-season, e soprattutto ai playoffs.

E di provare naturalmente a dare anche le risposte!

1. Miami Heat: come ravvivare l’attacco?

Come sempre, Erik Spoelstra si è affidato in stagione a tanti quintetti base diversi. Un po’ per necessità (Covid e infortuni), un po’ perché è quello che coach Spo fa da sempre.

Nelle ultime partite, con l’arrivo di Victor Oladipo (che si è però già dovuto fermare, purtroppo), Spoelstra ha puntato sull’ex Pacers in quintetto assieme a Duncan Robinson, Jimmy Butler, Trevor Ariza e naturalmente Bam Adebayo. Il risultato? 3-1 di record e 109 punti a partita (quindicesimi per offensive rating), meglio della media stagionale fin qui (106.6) ma neppure da stropicciarsi gli occhi.

In 11 partite da Miami Heat, Ariza sta tirando con il 26% da tre, e l’ex Rockets e Lakers era fermo da un anno al momento della trade. Jimmy Butler ha smesso di tirare da tre punti (16 su 72 in stagione, 22%) confermando la tendenza già vista agli scorsi playoffs: è un tiro che Butler prende ben poco volentieri.

Oladipo ha giocato 4 partite a Miami fin qui e sta tirando col 23.5%, ma è tutta la stagione che ci prende poco. Sempre che il ginocchio non gli causi problemi, migliorerà, ma non aspettiamoci rivoluzioni.

Duncan Robinson è l’unico tiratore pericoloso del quintetto e gioca in una squadra che sa come creare tiri per lui. Goran Dragic ha fatto dentro-fuori dal quintetto base per problemi fisici e le sue percentuali sono in calo: le sue condizioni fisiche saranno fondamentali ai playoffs perché Miami ha bisogno del suo playmaking. Nemanja Bjelica sta giocando (poco) da riserva di Adebayo e anche le sue percentuali in stagione sono bassissime, la sensazione è che Spoelstra abbia deciso di affidarsi, Oladipo permettendo, al suo nuovo quintetto (più Tyler Herro) e al vecchio Andre Iguodala: Dragic e Oladipo faranno gran parte delle fortune offensive degli Heat.

2. Dallas Mavericks: quanto sta incidendo il calendario?

Da 15 partite Dallas ha un passo da prime 5 a Ovest: i Mavs sono sesti per offensive rating e quinti per defensive rating (davanti ai Suns!), terzi per net rating.

La mossa di spostare Tim Hardaway Jr da sesto uomo alla Jordan Clarkson ha funzionato, Hardaway sta giocando la sua miglior stagione da quando è a Dallas e con lui in campo i Mavericks reggono nei minuti senza Luka Doncic. Jalen Brunson c’è sempre nei migliori quintetti dei Mavs in stagione ed è diventato uno dei giocatori più importanti per Dallas, il quintetto con Hardaway, Brunson, Richardson, Finney-Smith e Porzingis ha un +25.1 di net rating in 98 minuti giocati in stagione.

I Mavs sono 29-22, a una sola vittoria dal sesto posto dei Trail Blazers che sono incapaci di battere le squadre davanti a loro in classifica. Però i Mavs hanno anche beneficiato (e lo faranno da qui a fine stagione) di una delle schedule più facili: Thunder, Pelicans, Timberwolves, Pacers, Rockets (persa, tra l’altro), Wizards tra le ultime vittorie e altre partite contro Sacramento, Pistons, Cavs, Raptors e Twolves ancora da giocare.

Per salire in classifica bisogna comunque vincerle, le partite, e i Mavs hanno trovato equilibrio nelle rotazioni. Rick Carlisle dovrà anche trovare posto a JJ Redick e sarà interessante capire chi gli farà posto: Josh Richardson? Dorian Finney-Smith? L’ottimo Jalen Brunson?

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