Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Sacramento Kings preview 2020/2021: sperando che non faccia troppo male

Sacramento Kings preview 2020/2021: sperando che non faccia troppo male

di Raffaele Camerini
luke walton kings

I Sacramento Kings si presentano ai nastri di partenza con pochissime aspettative e poca voglia di parlare. In realtà, da fuori sembra anche che ci sono poche idee, viste le ripetute e tentate trade per sbarazzarsi dei contrattoni pesanti. Contratti che, tra l’altro, sono anche stati firmati poco più di un anno fa. Insomma, il team californiano è un vero e proprio cantiere aperto e non si sa ancora cosa possa accadere: cerchiamo di capire le prospettive dei Kings nella preview 2020/2021.

I movimenti nella off-season

Kings preview 2020/2021

Tyrese Haliburton.

Dal Draft 2020 con la dodicesima scelta assoluta è arrivato Tyrese Haliburton, che voci provenienti dal training camp dicono di un ragazzo molto disponibile a lavorare sodo e che ha già conquistato compagni e staff tecnico. Sempre dal draft i Kings hanno scelto Robert Woodward e Jahmi’us Ramsey. In uscita si registra, però, anche la perdita di un talento indiscusso come Bogdan Bogdanovic, firmato dagli Atlanta Hawks e per il quale Sacramento ha deliberatamente deciso di non pareggiare l’offerta. Inoltre è giunto anche il rientro alla base di Hassan Whiteside, che dopo le esperienze a Miami e Portland dovrà proteggere i ferri del Golden 1 Center, assieme alla firma di Glenn Robinson III. Poi si è iniziato a parlare di una possibile partenza di Buddy Hield, accostato nelle scorse settimane ai New York Knicks in una trade con protagonisti Julius Randle e Frank Ntilikina. Significativo invece è stato il rinnovo al massimo salariale di De’Aaron Fox, che ha firmato un quinquennale da 163 milioni di dollari complessivi. Si cercherà di renderlo definitivamente il franchise player.

Quando le testate giornalistiche americane ci informarono che Vlade Divac non era più il general manager, in tutta la capitale della California ci fu una grande parata di festa. I danni dell’ex presidente del Partizan Belgrado erano sotto gli occhi di tutti, corroborati da una significativa quantità di scelte alquanto rivedibili. Rimembrando a posteriori a chi scrive in mente quando cedette DeMarcus Cousins. Si potrebbe sbagliare ma sarebbe stato curioso vederlo in campo con Fox e Hield, poi ne potremmo anche riparlare. Oppure quando riuscì a chiudere la porta in faccia a Dave Joerger, che col poco che aveva a roster era riuscito a fare un miracolo. Ed infine aveva scelto Marvin Bagley Jr bypassando gente come Luka Doncic e Trae Young. Anche qui, un bel palo a porta vuota. Diciamo che pur di affossarsi si sarebbe anche pagato il biglietto, cosa che ai tifosi Kings pesava e non poco. Però dopo quelle sue volontarie dimissioni (e ci mancherebbe), si respirava un’aria nuova, più leggera, più speranzosa. Tutto perchè veniva ampiamente messo in conto che “peggio di così è impossibile fare!”. Stolti. Eccome se si può, basta continuare le stesse identiche scelte  fatte dal barbuto serbo. E quindi via Bogdanovic, che ha pure vinto un posto in quintetto e 15/20 a sera li riusciva a mettere, per uno che non si è ben capito se è carne o pesce come Donte DiVincenzo ed Ersan Ilyasova. Verrebbe da dire ‘bene, ma non benissimo’, ma nonsarebbe onesto. Ah, no fermi, perchè non è mica finita, dato che il Bogdan, occhio lungo, ha messo il veto alla trade, finendo dopo varie peripezie agli Hawks per 80 milioni e passa di validi motivi. Ai Kings? Il nulla assoluto, niente, ma proprio niente. Male a tratti malissimo, credete.

Kings preview 2020/2021: il gioco

Bisognerà vedere quale sarà l’umore del Buddy, per cui chi scrive parteggia per lui, avendolo conosciuto in quel di Milano prima della scorsa stagione. Il quale si è visto prima dare fior fiori di milioni per essere il vero go to guy e poi si visto panchinare da coach Luke Walton. Perchè fra tutto questo c’è anche lui. Il coach! Che non veniva rispettato ai Los Angeles Lakers, così lo hanno mandato via ed hanno vinto il titolo. Si, ok, hanno preso AD nel frattempo, ma hanno vinto comunque dopo la sua partenza.

Per la stagione in arrivo ci sono tanti dubbi: la speranza è di non fare così male come lo scorso anno e che Fox non si rompa. Il gioco sarà sicuramente incentrato su Fox e sul suo estro offensivo, già ora uno dei giocatori più veloci e rapidi della lega. L’obiettivo dei Kings sarà appunto correre, correre e correre: recuperare la palla e catapultarsi subito in transizione per insaccare un canestro prima che la difesa si possa schierare. Nella scorsa annata, i Kings hanno messo a segno 13.3 fastbreak points di media a partita. Un dato certamente da migliorare. Di certo si farà di tutto per aprire i varchi in modo che Fox possa penetrare in area, anche se la point-guard dovrà per forza di cose migliorare la percentuale del tiro da tre, imparandoli a selezionarli meglio (attualmente la sua percentuale si attesta al 14.3%, con poco più di 2 triple tentate a serata).

De’Aaron Fox sa benissimo come far breccia nella retroguardia avversaria.

Tyrese Haliburton può diventare un possibile punto di riferimento per il futuro. La guardia è capace di creare conclusioni per i compagni ma anche per sé, sfruttando la sua fisicità e la capacità di percorrere a grandi falcate il campo. Haliburton è un buon passatore e possiede una versatilità che potrebbe venire utile in difesa, visto che sul perimetro può prendersi in consegna giocatori di diversa taglia. Con Fox potrebbe formare un backcourt interessante, ma starà a Walton gestire al meglio il promettente rookie.

Certamente bisognerà lavorare e non poco sulla difesa, una delle lacune più evidenti della scorsa annata. Troppe le amnesie, troppi i cali di concentrazione, troppe le falle di cui gli avversari hanno approfittato per banchettare agevolmente: il defensive rating di 111.4 (il diciannovesimo della regular season 2019/2020) parla chiaro. Urgono accorgimenti, piuttosto importanti.

Bisognerebbe alzare il livello dell’attenzione per evitare situazioni come questa.

Ci saranno poi delle responsabilità anche per Jabari Parker, giocatore dal talento enorme ma da sempre impelagato in gravi problemi fisici che lo hanno limitato nel suo cammino NBA. Suo padre è stato per 7 stagioni agli Warriors, il che rende ancora più importante per Jabari poter giocare in California. Fondamentalmente in questa stagione ci sarà da sbrogliare la matassa Hield. Buddy Love sembra in perenne partenza, dopo aver perso il posto in quintetto durante la scorsa stagione, per (sembra) divergenze tecniche con coach Walton. Qualora dovesse onorare il mega contratto firmato da poco e giocare per i Kings, non bisognerebbe stupirsi di vederlo a 25 abbondanti ogni sera. In caso contrario dobbiamo ovviamente vedere chi arriverebbe come sua controparte.

Un potenziale fattore: Marvin Bagley III

Kings preview 2020/2021

Marvin Bagley III.

Inutile nascondersi dietro un dito, quel giocatore che tutta la dirigenza Kings sta aspettando è l’ex Duke Marvin Bagley III. La terza scelta del Draft 2018 ha solo scalfito la superficie nel suo anno da rookie, mentre in quello appena passato ha dovuto guardare il campo nel suo vestito buono, complice un infortunio che lo ha condizionato per tutta la stagione. Ora il ragazzo sembra stia molto meglio, almeno a giudicare dalle prime partite di pre-stagione. Chiaro che il culmine fisico ancora appare lontano. Il talento c’è, è stato allenato da Coach K anche se per un solo anno, e ben ricordiamo la sua incredibile versatilità nei due lati del campo. Se dovesse azzeccare la stagione è condurre una doppia doppia di media, le cose a Sacramento si farebbero un pelino più interessanti.

Kings preview 2020/2021: le aspettative stagionali

Le aspettative sono veramente rasoterra. Il neanche-tanto-celato obiettivo dei Kings per la stagione in arrivo è quello di accaparrarsi una scelta alta al prossimo draft e liberare spazio salariale per attirare un top free agent. Il campionato sarà, presumibilmente e a meno di clamorosi rovesciamenti di fronte, anonimo sotto ogni aspetto. Non tanto per la qualità dei giocatori, quanto più per la confusione che vige da un po’ di tempo a questa parte nel front office di Vivek Ranadivé. Il problema è che i top free agent li devi in qualche modo attrarre e questo non pare sia il metodo giusto.

You may also like

Lascia un commento