Dopo i recenti incrementi del salary cap, in NBA sono iniziati a girare contratti a cifre folli. Ad esempio quello firmato da Timofey Mozgov, che guadagna 16 milioni l’anno, uno in più di John Wall e tre più di Steph Curry. I soldi bisogna saperli investire, ma più se ne spendono, più è facile avere ottimi giocatori e tutto quello che ne consegue.
Nel passato ha vinto chi spendeva di più?
Nello scorso anno la squadra che ha speso di più è stata Cleveland e ha vinto il titolo, circa 9 milioni di luxury. L’equazione sembra facile no? Non proprio. Infatti per analizzare una situazione del genere, bisogna prendere in analisi la tendenza della lega e non solo chi alza il Larry O’Brien, ma anche chi ci arriva vicino. Questo per capire se tutte le squadre con possibilità di vittoria finale, hanno speso più del resto della lega. Ad esempio Toronto ha speso l’intero salary cap, senza incorrere nella luxury tax, mentre OKC lo aveva superato di poco meno di 4 milioni. Golden State invece hanno superato il limite massimo, di 5 milioni. Anche altre franchigie hanno speso parecchio, ma con risultati decisamente diversi. Da questo però si evince che per puntare al titolo, la luxury tax tendenzialmente va superata, specialmente spendendo soldi nelle trade durante la stagione.
Quanto spendono i team nel 2017?
Nella stagione corrente, il premio per gli spendaccioni va a Cleveland, che per giocarsi gli ultimi anni al top di LeBron ha deciso di seguire il proprio slogan ed è andata in All In. Dopo le stagioni a spendere senza freni, i Nets si sono decisamente arrestati e si piazzano al 30esimo posto. Interessanti i salari di Boston e Houston. Entrambe queste franchigie hanno progetti in crescita e ad entrambi i coach vanno riconosciuti parecchi meriti.
Portland, Detroit e Dallas, teoricamente, non dovrebbero raggiungere neanche il secondo turno playoff. Eppure si trovano in top 6 per spese nel 2016-17.
In definitiva possiamo dire questo: per vincere non esistono regole o criteri sui salari. Ovviamente spendendo di più, ci si assicurano i giocatori migliori e le probabilità di vittoria aumentano. La parte più difficile, era, è e resterà sempre, quella di assemblare i giocatori per farli rendere al meglio insieme.
Non sono da sottovalutare i contratti eccezionali. Per esempio quelli di West e Pachulia con Golden State, entrambi i giocatori hanno firmato a cifre più basse di quelle che avrebbero potuto prendere, per cercare di vincere un anello. Oppure i contratti dei rookie, specialmente quelli del secondo giro, o anche quelli per veterani 10+ anni, che sono cifre rispettabilissime per giocatori che possono dire ancora molto nella lega.
L’idea di alcuni poco addentro alle vicende della NBA, che la vedono come un campionato dove tutte le squadre hanno le stesse possibilità di vincere, sono quantomeno parziali. Infatti le franchigie hanno le medesime regole e i medesimi tetti salariali. (Tetti e non tetto, perchè troppo spesso si sottovaluta il minimo da spendere, che è ciò che rende grande la lega, il dover per forza di cose spendere una cifra minima in salari, altrimenti la parte restante viene suddivisa per i giocatori). I Cavs e gli Warriors spendono quasi tutto per 5 giocatori, specie quelli dell’Ohio. Poi c’è chi per vincere, sceglie progetti a lungo termine come Minnesota e Philadelphia, chi cerca di essere sempre competitivo come Raptors e Clippers, chi vuole migliorarsi di anno in anno come Boston e Memphis eccetera eccetera. Indipendentemente dalla spesa, se il tuo obiettivo è il trofeo, la ragione te la concede la vittoria.