Con più di un terzo di stagione passata possiamo cominciare a fare qualche pronostico sulle principali contendi alle NBA Finals.
Come tutti sanno, fino alla pausa per l’All Star Game, le indicazioni sull’andamento della regular season non sono affatto definitive, soprattutto per le squadre che puntano ad arrivare in fondo ai playoff.
Fino ad oggi, 4 squadre stanno dimostrando di avere qualcosa in più rispetto alle altre e si trovano, rispettivamente, 2 nella Eastern e 2 nella Western conference.
Ad ovest abbiamo, ovviamente, i campioni in carica e principali candidati alla vittoria delle finals, i Golden State Warriors.
Quest’anno è iniziato con molti alti e bassi, soprattutto dal punto di vista nervoso, dove a volte la squadra ha perso il controllo mentale della partita ed ha finito per perdere qualche partita. Tenendo anche conto che Steve Kerr sta testando tutto il roster mischiando le carte. 21 vittorie e 6 sconfitte, questo il bottino dei californiani che hanno perso in casa per ben 3 volte e in queste sconfitte, Kevin Durant e Stephen Curry sono stati espulsi (contro Memphis tutti e due).
Le ultime partite comunque, complice un Kevin Durant formato MVP hanno fatto tornare a tutti il dubbio che forse, nella baia, sono sempre i Monstars delle precedenti due stagioni.
Rimanendo ad ovest, lontani dai riflettori estivi di Oklahoma City e dal bel clima della California c’è una nuova alleanza che sta iniziando a spaventare il mondo.
A Houston (Texas) pare sia arrivato un nuovo ufficiale negli uffici dello sceriffo barbuto; risponde al nome di Christopher Emmanuel Chris Paul e nelle gare giocate in coppia hanno fatto faville.
20 vittorie e 4 sconfitte li consacrano in cima alla Western Conference.
10 successi consecutivi nelle ultime 10 partite dove CP3 e Harden hanno giocato insieme e 32 punti 9 assist e 5 rimbalzi di media per il Barba che, ad oggi, è il candidato numero uno per il premio MVP.
Con l’aiuto e la guida di Chris Paul, i Rockets puntano in alto e Golden State quest’anno dovrà faticare molto di più rispetto allo scorso se vuole tornare alle Finals, alla faccia di chi diceva che insieme non sarebbero mai riusciti a lavorare insieme.
Per non allontanarci troppo dal discorso MVP, il figlio di Gloria (che a fine mese compirà 33 anni) sta giocando una delle migliori stagioni della sua carriera nonostante l’addio di Kyrie Irving.
Dopo un pessimo inizio con 6 sconfitte consecutive tutti sono finiti sul banco degli imputati: da Kevin Love a Cedi Osman, da coach Tyronn Lue a LeBron James. Ma è proprio nei momenti di difficoltà che i supereroi scendono in campo e cosi, il Re ha trascinato la squadra in una serie di 13 vittorie consecutive (eguagliando il record della franchigia) portando il record della franchigia a 19 vittorie e 8 sconfitte.
Durante la striscia ha giocato una media di circa 40 minuti per partita e la sensazione che si ha, senza prendere in considerazione i numeri, è quella di un giocatore in pieno controllo della situazione, in grado di fare sempre la giocata giusta al momento giusto. Una delle cose che più sta impressionando (e questa è una notizia visto il tipo di giocatore di cui stiamo parlando) è la sua percentuale dal perimetro, ossia 42%.
Quest’estate LeBron ha lavorato molto con Kyle Korver sul tiro da 3 e, a quanto pare, in seguito ad un infortunio al gomito patito durante un allenamento è stato costretto a cambiare movimento e cosi ha trovato la chiave di volta.
La squadra gira bene e in attesa di vedere il ritorno di IT a Cleveland si lavora senza sosta per poter tornare a giocarsi le sue chance in una NBA Finals .
Nonostante questa serie di risultati, ad Est, la regina rimane Boston. La stagione non poteva partire peggio dopo il drammatico infortunio capitato a Gordon Hayward ma nonostante questo, Kyrie Irving ha indossato il vestito delle grandi occasioni e sta guidando la franchigia in modo esemplare.
Migliorato mostruosamente sotto il profilo dell’attenzione difensiva, insieme a Jaylen Brown e il rookie Jayson Tatum stanno dimostrando una maturità ed una consapevolezza impressionante. 22 vittorie e solo 5 sconfitte consentono loro di essere la seconda miglior squadra NBA. Sono giovani, forti e con una grande voglia di dimostrare al mondo di poter essere tra i grandi e vogliono l’opportunità di giocare una NBA Finals.
In ottica playoff probabilmente (vista anche la mancanza di Hayward) non saranno in grado di competere con Cleveland fino alla fine ma come ben sappiamo, tutto può succedere.