Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsDetroit Pistons Pistons: Stanley Johnson serio candidato al ROY?

Si sa, nella Eastern Conference tutto è possibile. Escludendo il dinosauro Cleveland, che dovrebbe dominare ad occhi bendati, la bagarre per un posto ai playoff è molto più agguerrita rispetto all’altra sponda degli Stati Uniti. Molte, troppe squadre dello stesso livello e altrettante incognite aleggiano su un percorso lungo 82 partite. In questo coacervo di incertezze ci sono anche i Detroit Pistons, che in un anno hanno cambiato parecchio, dall’allenatore ,(è arrivato l’esperto Stan Van Gundy), ad alcuni giocatori chiave (Greg Monroe su tutti).

Secondo il parere di molti opinionisti però, il roster dei Pistons non sarebbe in grado di ottenere un posto nella griglia finale, tra i fantastici otto. Kurt Helin invece sembra essere in disaccordo. Il giornalista  di NBC Sports è convinto che la franchigia del Michigan sia in grado di poter dire la sua. L’elemento chiave dei nuovi Detroit sarebbe il rookie Stanley Johnson, le cui prestazioni tra Summer League e preseason stanno impressionando tutti gli addetti al lavoro.

L’ex Arizona Wildcats, scelto con l’ottava chiamata, è un serio candidato al ROY, assieme ad altri potenziali campioni come Okafor, Towns e Mudiay. Entrando dalla panchina garantisce e combina una qualità e un’intensità atipica per un classe ’96. Mesi fa l’ex bandiera dei Pacers Reggie Miller lo ha definito il “nuovo LeBron James”. Anche se il paragone risulta un po’ azzardato e carica nelle giovani spalle di Stanley un fardello greve e ingombrante, le qualità del rookie dei Pistons sono subito emerse agli occhi di tutti: ottimo ball handing e visione di gioco per  una small forward, incredibile velocità e forza atletica che lo rendono formidabile su tutti e due i lati del campo e punti in mano sia in penetrazione che dalla media-lunga distanza. In preseason Johnson sta viaggiando ad una media di 11,2 punti, 5,2 rimbalzi e 2,0 assist ogni 28 minuti. Ma ciò che sbalordisce maggiormente non sono solo le statistiche, bensì la capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di partita e i miglioramenti individuali ottenuti in così poco tempo. Basti pensare alla sua percentuale dall’arco dei tre punti che è passata dal 37,1% con i Wildcats, al 41,7% in preseason con i Pistons. Certo si tratta ancora di amichevoli, di partite che non contato, ma fino ad un certo punto. Se a tutto ciò aggiungete che dopo aver coronato il sogno di entrare in NBA, Johnson ha perso sua madre, potete comprendere come il ragazzo sia già mentalmente pronto a gestire le emozioni più forti.

Magari non sarà il nuovo “ The Chosen One”, ma molto probabilmente Van Gundy ha tra le mani un fenomeno dalla possibile tripla doppia . Basterà ai Pistons per sbaragliare la concorrenza?

Per NBA Passion,

Gabriele Timpanaro

 

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