Paul Pierce, ex ala dei Washington Wizards ed ex bandiera dei Boston Celtics, quest’anno in forza ai LA Clippers ha fatto sapere che non sa se tornerà a calcare i parquet della NBA nella prossima stagione, che sarebbe la diciannovesima primavera del numero #34 nella lega professionistica americana.
Secondo quanto riporta Gary Washburn del Boston Globe, The Truth avrebbe puntualizzato poi che, qualora dovesse decidere di proseguire la sua carriera professionistica per un altro anno, la stagione 2016-17 sarà l’ultima nella quale potremo ammirarlo ancora.
Ecco le parole dell’ex capitano dei bianco verdi, pizzicato da Washburn durante gara3 delle NBA Finals 2016 alla Quicken Loans Arena:
E’ un 51% a 49%, ho una famiglia, ed anche questo ha un suo peso. Devo capire molte cose, ma di sicuro ciò che non voglio è stare seduto a casa, indipendentemente dalla mia decisione. Se torno in campo, la prossima sarà sicuramente la mia ultima stagione, senza ombra di dubbio.
Queste parole, però, non devono far pensare che il trentottenne nativo di Inglewood voglia lasciare la “sua” tanto amata pallacanestro, ma non è sicuro che il suo fisico possa reggere un’altra regular season di 82 gare. Pierce, ha poi detto a Washburn di aver parlato anche con l’amico Kevin Garnett (anche lui ormai quarantenne) riguardo la sua decisione, durante la giornata di martedì:
Davvero, è tutta una questione di come mi sento mentalmente e di come riesco ad avvicinarmi alle competizioni. La gente non capisce, penso che un sacco di ragazzi si ritirino a causa dell’enorme lavoro che serve per essere in campo ogni stagione. Una volta che ci sei dentro, puoi reggere una stagione NBA completa, ma la parte difficile è essere pronti quando la stagione comincia.
Inoltre, la questione è ben più complicata di quanto possa sembrare: Pierce ha appena attraversato la sua peggior stagione a livello di statistiche, totalizzando poco più di 6 punti di media con il 36.3% dal campo ed il 31% dalla lunga distanza, dati non certo consoni ad un giocatore di quel calibro. Da ciò dunque, si evince che la questione vada estesa anche all’orgoglio del giocatore stesso, che non vuole stare solo in panchina e ancor meno vuole mancare di rispetto al gioco, allo staff, ai compagni di squadra ma soprattutto a se stesso.
Pensavo che avrei passato un altra buona annata, ma ovviamente così non è stato. Sto ancora cercando di capire perchè, il mio ruolo dovrebbe essere importante. Il mio spot è uno dei più importanti. Tornare per 82 partite e stare seduto in panchina? Non so se posso farlo.
A meno di una trade quest’estate o durante la prossima stagione, dunque, è improbabile che Pierce possa tornare in campo con la casacca bianco verde anche per un solo minuto, soprattutto alla luce del suo contratto: The Truth ha ancora 2 dei tre anni di contratto a dieci milioni di dollari l’anno con i Clippers, e a meno di uno scambio improbabile la sua carriera si concluderà in quel di Los Angeles, la sua città natale, quella città che lo fece appassionare alla pallacanestro e lo fece successivamente approdare all’università di Kansas.
Intanto, i tifosi Celtics, si possono consolare con la certezza che un giorno, al TD Garden, vedremo penzolare un vessillo con il numero 34 stampato sopra, perchè sì, di storia si parla, una storia recente che difficilmente i tifosi biancoverdi dimenticheranno, gli stessi tifosi che insieme ad un grande come Shaquille O’ Neil gli hanno affibbiato il soprannome di “The Truth”, La Verità. La Verità che ha segnato la storia di uno sport partendo da un sobborgo di Los Angeles. La Verità è che in quel di Boston, per molti tifosi, il capitano è ancora lui.
Thanks for All, Paul.