Once We Were Kings #4: La Maria di Zibo

di Raffaele Camerini

Dice il saggio che il buongiorno si vede dal mattino, ergo un buon risveglio/partenza è indice di una stupenda e solare giornata. Sulla base di questa convinzione, non oso immaginare che tipo di stagione ci aspetta a tutti noi tifosi Kings, dopo l’arresto di Zach Randolph per possesso di Marijuana.
E la stagione non è nemmeno iniziata.

ZACH RANDOLPH CIRCONDATO DAI TIFOSI

I fatti: A Nickerson Gardens, dove sorgono alcuni dei tanti Projects (case popolari) di Compton, si da una grande festa. Sono le 22. I ragazzi sono tanti, tutti riversati sulla strada che fumano, bevono, sentono la musica e bloccano il passaggio agli altri auto veicoli. I Joint si sprecano e tutto sembra andare per il meglio finché non sentono le sirene avvicinarsi. Tre ragazzi hanno la roba in mano, la infilano in tasca e se la danno a gambe levate. La polizia non ci sta e fa per inseguirli, arrivando finalmente a bloccarli. Tra questi tre compari ce n’è uno piuttosto alto e piuttosto grosso. Lo riconoscono subito: é Zibo.

ZIBO IN AFFONDATA

L’accusa non è nemmeno delle più leggere, dato che è imputato per possesso di Marijuana finalizzato alla vendita, per via della grande quantità di prodotto che si portava dietro.
Vero che Zach Randolph non è nuovo a questo genere di cose, ad esempio nel periodo in cui giocava con i ribattezzati “Jail Blazers” e divideva parquet e spogliatoio con tipi come Darius Miles, Jeff McInnis e Ruben Patterson, venne arrestato per violenza domestica, mettendo le mani addosso alla sua compagna di allora. Ma, prima di che Divac lo firmasse si dava per certo che con il periodo passato in un gruppo affiatato come quello che ha trovato a Memphis, si fosse oramai messo del tutto sulla retta via.

E’ indubbio che il giocatore ha cambiato completamente il suo comportamento, maturando anno dopo anno, e magari in una situazione come questa, dove a noi arrivano solo notizie rimaneggiate e fino a ora poco chiare sul perchè realmente avesse così tanta erba in tasca, le valutazioni si sprecano agevolmente. A dir di più, colto da un senso di protezione, Rasheed Wallace lo ha difeso strenuamente, ribadendo con forza che Randolph in questione, è tutto tranne che un pusher (spacciatore, ndr). Il perché avesse tutta quella roba con sé è oscuro anche al campione NBA 2004 con i Pistons, ma per il resto è apparso molto risoluto.

Ma magari ha ragione lui. Cerco di capire che stagione ci aspetta da qui alla metà di aprile. Non oltre però, perchè il prossimo Draft NBA si preannuncia simpatico. Se poi queste sono le basi per il più bel Tank celato della storia del basket, potrei anche starci dentro con entrambe le scarpe.
Tanto la roba la porta Zibo.

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