Home NBA, National Basketball AssociationNBA News “Volevo fare un regalo a qualcuno”, Wemby butta il pallone (di Brunson) tra il pubblico: multato

“Volevo fare un regalo a qualcuno”, Wemby butta il pallone (di Brunson) tra il pubblico: multato

di Michele Gibin

All’alba della partita numero 75 della sua stagione da rookie, anche a Victor Wembanyama è toccata la prima volta da “villain”, da cattivo (per finta) di giornata.

Wembanyama ha rimediato una multa di 25mila dollari per aver scagliato sugli spalti del Frost Bank Center di San Antonio il pallone al termine della partita vinta venerdì notte ai tempi supplementari contro i New York Knicks. Partita che Wemby ha chiuso con 40 punti e 20 rimbalzi, primo rookie NBA dai tempi di Shaquille O’Neal a riuscirci, e nella serata del career high da 61 punti di Jalen Brunson dall’altra parte.

Il francese degli Spurs aveva terminato la partita col pallone in mano, e dopo il suono della sirena finale ha gettato il pallone tra il pubblico. Senza pensare al fatto che nella NBA sia un gesto vietatissimo e punito, come avvenuto puntualmente, con una multa. “Dopo aver tirato la palla mi sono ricordato che esiste una sanzione per questo, ma non l’ho fatto con intenzioni cattive. Ho pensato di fare contento qualcuno tra il pubblico, non certo per fare del male a nessuno“.

Per Wembanyama si tratta della prima multa della sua carriera NBA, anche se come detto dopo la partita dal francese, in una battuta a metà tra lo scherzo e la caduta di stile, “qualcuno la pagherà per me“.

Victor Wembanyama ha anche compiuto il suo primo “sgarro” NBA, non concedendo all’avversario, in questo caso Jalen Brunson, il pallone della partita e del record di punti in carriera. I Knicks sono sì usciti sconfitti a San Antonio, ma Brunson ha siglato con 61 punti il suo massimo in carriera e la seconda miglior prestazione di sempre nella storia della franchigia dietro a Carmelo Anthony. Abbastanza per conservare il pallone, e invece niente: dopo la sirena finale, si può chiaramente vedere dalle immagini il povero Jalen Brunson cercare di capire dove fosse finito il pallone, tra un complimento e l’altro di compagni e avversari.

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