Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Dai complimenti di LeBron al paragone con Garnett, Evan Mobley ha già stregato la NBA

Dai complimenti di LeBron al paragone con Garnett, Evan Mobley ha già stregato la NBA

di Michele Lauriola
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In sole due settimane, il rookie dei Cleveland Cavaliers Evan Mobley ha stregato tutti, iniziando la sua prima stagione in NBA con numeri da All-Star. L’entusiasmo che si è costruito intorno a lui fa ben sperare per il futuro della franchigia. 

Evan Mobley e la benedizione del Re LeBron James

Originario di San Diego, Evan Mobley si è reso eleggibile al draft del 2021 dopo un solo anno di college. Approdare nella lega più importante del mondo con così poca esperienza è sempre un azzardo: molti giocatori nel corso degli anni non hanno retto la pressione, mentre altri, come Kevin Durant e Anthony Davis sono diventati stelle indiscusse. Mobley sembra aver preso la direzione di questi ultimi. Una leggenda del calibro di LeBron James, in un’intervista a seguito della partita con i Cavs, ha affermato che: “Diventerà un ottimo giocatore. Due anni fa giocava nei playoffs contro mio figlio, e ora è in NBA 

Le statistiche che il rookie ha fatto registrare in questo inizio di stagione sono un ottimo modo per analizzare il suo gioco: 13.6 punti, 7.9 rimbalzi e 2.6 assist a partita, conditi da 1,1 stoppate e un buon 50% al tiro lo rendono il giocatore che Cleveland cercava da tempo, un lungo agile, con un buon tiro e una propensione naturale ad attaccare l’area per liberare i tiratori. I 103.3punti di offensive rating, l’indicatore NBA che calcola il numero di punti prodotti da un giocatore per 100 possessi, lo rendono una delle matricole più produttive nella metà campo avversaria, più di Jalen Green.

I paragoni con Anthony Davis e Kevin Garnett

Scende in campo per vincere, non trova scuse. È il modo in cui approccia le partite, e quando hai questa mentalità niente riesce a distrartiha dichiarato l’allenatore dei Cavs JB Bickerstaff a seguito dell’ottima prestazione di Mobley contro i Lakers, partita in cui si è trovato a marcare Anthony Davis, giocatore a cui molto spesso è stato accostato: il modo in cui Mobley difende sul tiro, statistica in cui è primo con distacco in NBA, ricorda molto la pressione asfissiante che Davis mette sui tiratori. Entrambi hanno avuto, nelle loro rispettive squadre, le chiavi della difesa fin da subito, giocando molti minuti e imparando dai veterani.

Per quanto riguarda la fase offensiva, il rookie dei Cavaliers è stato paragonato ad un’altra leggenda NBA, Kevin Garnett: Mobley non ha paura di attaccare il ferro, lottando su ogni pallone. La fluidità di passaggio che il prodotto di Rancho School ha mostrato fino ad ora ricorda lo stile di Garnett, che utilizzava la sua pericolosità sotto canestro per attirare a sé la difesa, aprendo spazi per i vari tiratori. 

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Evan Mobley in azione contro i Pacers

Evan Mobley però è ancora un giocatore acerbo sotto vari punti di vista. Deve imparare ad essere un leader per i suoi compagni, ruolo che Collin Sexton non è ancora riuscito a cucirsi addosso. In più, il suo fisico molto snello non lo aiuta a giocare in un ruolo, quello dell’ala grande, molto fisico e duro. Mobley si trova però in un ambiente ideale per migliorare il suo gioco sotto tutti i punti di vista: a Cleveland divide il ruolo con giocatori giovani come Lauri Markkanen e Jarrett Allen, ma avrà anche un veterano del calibro di Kevin  Love da cui apprendere i segreti della lega più importante al mondo. 

I Cleveland Cavaliers hanno avuto una storia recente travagliata con il Draft: nel 2011 hanno scelto Kyrie Irving, giocatore fondamentale per l’anello vinto nel 2016, ma il Draft 2013 ha portato in quel di Cleveland Anthony Bennett, forse la peggior prima scelta di sempre. Più recentemente Collin Sexton, Darius Garland e Isaac Okoro si sono dimostrati ottimi giocatori, ma nessuno di loro ha ancora mostrato una leadership capace di riportare i Cavaliers ad alti livelli. La dirigenza Cavs spera che Evan Mobley possa risollevare la franchigia nei prossimi anni, facendola tornare ai playoffs per la prima volta dall’addio di LeBron James. 

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