Team USA esce dal training camp pre-olimpico di Las Vegas con due sconfitte e una vittoria (in attesa della partita contro la Spagna, in forse per i problemi di Covid), e senza Bradley Beal e – forse- Jerami Grant.
Beal ha dovuto rinunciare a Tokyo 2020 a causa del Covid, e anche Grant è alle prese con i protocolli sanitari e nei prossimi giorni si saprà se potrà partire per il Giappone con la squadra.
In campo, prima della facile vittoria contro l’Argentina per 108-80, le cose non erano andate molto meglio: due sconfitte consecutive contro Nigeria e Australia, due squadre molto quotate in vista di Tokyo, hanno fatto suonare una sorta di allarme preliminare sull’effettivo valore del roster assemblato da Team USA.
“Dobbiamo trovare la miglior forma e diventare una squadra vera“, così Damian Lillard di Portland, che di Team USA è una delle star “Non abbiamo mai davvero giocato assieme a parte Durant e Green e le altre squadra sono invece gruppi consolidati e che si conoscono da anni. C’è tanto talento ormai in giro per il mondo, non possiamo pretendere di asfaltare tutte le squadre che incroceremo“.
“Contro l’Argentina siamo sembrati una squadra molto migliore, siamo in una forma migliore e ognuno si sta calando nel ruolo per lui disegnato. E dal momento che tutti si aspettano di vederci travolgere le altre squadre, se dobbiamo perdere è meglio farlo adesso che dopo. Sarebbe peggio se ci convincessimo che sia tutto facile ora, per poi farci prendere a calci a Tokyo“.
Lillard vede nel grande talento della squadra la risorsa più importante in vista di Tokyo: “Quando giochi contro Durant, Bradley Beal, Zach LaVine etc, devi aiutare in difesa. In campo mi sono trovato diverse volte a pensare: sono libero! Quasi come se fossi un tiratore (..) solamente, sto giocando assieme ai migliori, non sono l’unico giocatore da marcare in campo. Come sarà essere un atleta olimpico? Non vedo l’ora, per me è la prima volta, peccato che non ci saranno gli spettatori ma giocare assieme ai migliori in un contesto competitivo sarà una grande opportunità“.
Le due sconfitte contro Nigeria e Australia non hanno certo allarmato Kevin Durant, che si trova ora però in isolamento nella sua stanza d’hotel a Las Vegas a causa dei protocolli anti Covid e del caso di Bradley Beal.
“Sto bene, siamo confinati in camera, non sto neppure seguendo le finali NBA un granché. Sono solo qui per giocare (…) quello che si dice sulla nostra squadra non mi interessa, tutte ca**ate“.
“Le due partite perse non vanno prese senza considerarne il contesto. Guardate al roster di quelle squadre, al talento da NBA che hanno. Poi consideriamo a che punto siamo noi come squadra, è vero che i migliori giocatori li abbiamo noi, ma anche le altre hanno tanti giocatori NBA, e che sono più abituati di noi a giocare in nazionale. Ciò detto, ci stiamo ancora lavorando e non vogliamo scuse, non ci aspettavamo di perdere ma succede“.
“Le partite si vincono giocando bene, i discorsi sul fare gruppo e quant’altro sono edificanti ma le partite si vincono in campo. Facciamo il nostro lavoro, ovvero giocare al meglio. Sappiamo che non sarà una passeggiata in cui passeremo sopra ogni avversario, sarà invece dura e a noi non serve altro che la competizione“.