Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsGolden State Warriors Sembrava Ginobili e invece era Podziemski. E la base Warriors lo vuole “fuori”

Sembrava Ginobili e invece era Podziemski. E la base Warriors lo vuole “fuori”

di Michele Gibin

I Golden State Warriors hanno investito troppo su Brandin Podziemski per non insistere, anche se alcuni segnali suggeriscono che come investimento rischia di non essere un granché.

Golden State non aveva voluto neppure parlarne di inserire “Podz” in nessun discorso di trade per Lauri Markkanen, che gli Warriors hanno tentato sul serio di prendere prima della stagione. Non che il finlandese, All-Star nel 2023, abbia fatto dei Jazz una corazzata, e Markkanen era pure eleggibile per un’estensione di contratto che sarebbe costata parecchio. Ma col senno di poi sapere che Danny Ainge avrebbe probabilmente detto si allo scambio a quelle condizioni, qualche rimorso può farlo venire.

A Podziemski è capitato quello che succede di solito a quei buoni giocatori, che senza troppe aspettative fanno abbastanza bene in una piazza importante, che poi mette in moto una macchina della propaganda infernale. Macchina che ha trasformato agli occhi dei tifosi il buon Brandin in Manu Ginobili, prima che la prova del campo, e del secondo anno NBA, facesse cascare un po’ tutto. In 23 partite Podz ha fatto vedere ben poco di quello che “l’ambiente” si aspettava da lui, tirando col 24% da tre, difendendo poco e male, e beccandosi almeno un paio di cazziate pubbliche da Steve Kerr che vorrebbe vedere se non più umiltà, sicuramente più contezza dei propri mezzi dall’ex Santa Clara. Draymond Green ha dato la colpa ai giornalisti per le eccessive aspettative nei confronti del compagno. Dimenticandosi che sono stati il suo co-owner Joe Lacob a definirlo “un futuro All-Star” e la squadra a pretendere da lui “almeno 8-10 tiri a partita”.

Dopo la partita contro i Rockets, valida per i quarti di finale di NBA Cup e persa per 91-90 e senza segnare negli ultimi 3 minuti abbondanti, le polemiche di Steve Kerr nei confronti degli arbitri hanno coperto la prova da 8 punti con 3 su 9 al tiro in 31 minuti di Podziemski, e per qualche ora anche il bisticcio tra Podz, Buddy Hield e Gary Payton II a fine partita. Payton II e soprattutto Hield, che ha chiuso con 15 punti, si sono arrabbiati con Podziemski per la sua gestione della rimessa a 3.5 secondi dalla fine dopo i due tiri liberi del +1 di Jalen Green.

Brandin Podziemski, incaricato della rimessa, ha servito Stephen Curry ben marcato da Tari Eason e non ha visto Hield che nel frattempo si era smarcato da Dillon Brooks e avrebbe avuto un buon tiro da tre per provare a vincere. Steph ha rischiato di uscire dal campo e in emergenza ha ridato la palla a Podziemski, che si è preso un tiro dall’angolo poi stoppato da Jabari Smith Jr. Partita finita, Rockets in festa e Warriors frustrati che tornano verso gli spogliatoi, con Hield e Podziemski che si beccano e il veterano ex Kings e Pacers a mandare platealmente a quel paese il compagno. Il tutto a “coronare” una partita in cui Podziemski è stato preso di mira per lo scarso impegno in difesa, con accuse di “egoismo”.

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