I Milwaukee Bucks, ancora privi di Damian Lillard, sono usciti sconfitti dall’Amway Center di Orlando per 97-112. Per la seconda volta consecutiva la versione da MVP di Giannis Antetokounmpo non è bastata contro degli ottimi Magic, che in questo momento hanno lo stesso record dei Bucks (5-4).
Un inizio di stagione difficile era pronosticabile, visti i tanti cambiamenti avvenuti quest’estate. C’è stato il cambio di allenatore, che ha visto andar via Mike Budenholzer dopo 5 stagioni, ma soprattutto c’è stata la trade per Lillard, che ha scombussolato tutti gli equilibri della squadra. I Bucks, per andare ad acquistare Dame hanno sacrificato Jrue Holiday, uno dei migliori difensori perimetrali della Lega, oltre a un altro pezzo importante come Grayson Allen.
Nella metà campo difensiva l’assenza di Holiday si sta facendo sentire. In questo momento i Bucks sono la quinta peggior difesa in NBA con 119.3 punti subiti di media. L’arrivo di Malik Beasley, che è un buon difensore, per il momento non ha colmato l’assenza dell’ex Pelicans e il compagno di reparto Cameron Payne è poco più che un birillo. Il problema però non è da ricercare in uno o l’altro giocatore, ma in un sistema difensivo che sembra disorganizzato e in cui manca totalmente la comunicazione.
I Bucks questa notte hanno sofferto contro Jalen Suggs e Cole Anthony, che sembravano incontenibili sia in 1vs1 che nei pick-and-roll centrali. Chiunque li difendesse veniva puntualmente battuto e gli aiuti difensivi arrivavano puntualmente in ritardo. Franz Wagner (24 punti) e Banchero (26 punti, 12 rimbalzi, 5 assist) stanno diventando attaccanti totali e anche Moritz sta trovando sempre più spazio (19 punti). Milwaukee ha perso anche la sfida a rimbalzo (43 a 36), concedendo troppi punti da second opportunity.
In attacco l’unica cosa che sembra funzionare è il contropiede condotto da Antetokounmpo, che con l’assenza di Dame, tiene tanto la palla in mano, anche contro la difesa schierata. Il greco ha messo a referto 35 punti col 68% FG e 5/12 dalla lunetta, 10 punti, 7 rimbalzi, 4 rubate e 6 perse. Se la palla non è in mano al greco, la squadra sembra persa, infatti sono fioccate le palle perse (19), di cui tante causate da mancata comunicazione. Middleton è sembrato poco ispirato e si è preso solo 8 tiri, chiudendo così con solo 10 punti. Lopez (9 punti) non ha avuto l’impatto a cui ci aveva abituati le scorse stagioni, né in attacco né in difesa. Gli unici che hanno mandato segnali positivi sono stati Portis e Payne, che però hanno sofferto tanto in difesa.
Siamo solo alla nona partita, quindi non c’è motivo di fare dell’allarmismo, anche perché, come già detto, la squadra ha subito delle modifiche profonde in estate, quindi giocatori e coach devono ancora prendere le misure. Lillard può non aver convinto al 100% le prime partite, ma stiamo parlando di un giocatore che per 11 stagioni ha giocato in una franchigia in cui era il leader indiscusso e si è trovato catapultato in una dimensione tutta nuova, quindi bisogna dargli tempo per adattarsi e soprattutto per trovare la giusta alchimia con Giannis.
Però è giusto anche analizzare queste prime partite per provare a correggere ciò che si sta sbagliando il più velocemente possibile, come affermato anche da Bobby Portis nel post partita: “Non c’è intesa. Penso che sia palese in campo. Ci vorrà un po’ di tempo. Non vogliamo tirarla per le lunghe, speriamo di trovare una soluzione presto. La stiamo cercando insieme.”
Giannis ci ha tenuto invece a sottolineare il peso dell’assenza di Lillard: “E’ difficile perché non hai il giocatore a cui puoi dare la palla e farlo giocare. Può segnare anche per noi. Contro Indiana, quando siamo sopra di 10 a 6 minuti dalla fine, se abbiamo Dame non la perdiamo.”
I Bucks giocheranno la prossima partita martedì alle 2:00 italiane in casa contro i Bulls e saranno ancora senza Damian Lillard, che sarà ancora alle prese col suo infortunio al polpaccio.