Alla conferenza stampa pre NBA Finals 2022, il commissioner NBA Adam Silver aveva buttato la palla in tribuna alla domanda sui progetti di accorciare la stagione NBA rispetto al canonico formato delle 82 partite di regular season.
Silver aveva detto di “non essere legato a forza” al numero di 82 gare di regular season e di non essere contrario a modifiche, ma solo se questo si dimostrasse utile a ridurre numero e impatto degli infortuni ai giocatori durante l’anno. “E non siamo ancora sicuri vi sia una correlazione“.
Al momento in realtà, con l’introduzione dei discussi play-in, il numero delle partite totali è aumentato. Una riduzione delle gare stagionali la si discuterà solo in sede di rinnovo del contratto collettivo di lavoro, partenza dei lavori al 2023, e durante i quali la NBA porterà sul tavolo anche il suo progetto di un torneo di metà stagione – pallino di Silver – e probabilmente una riduzione poco più che simbolica a 78 partite.
Chi, tra i tanti, non si è detto favorevole a una riduzione del numero delle partite di stagione regolare è stato Richard Jefferson, ex veterano NBA e oggi analyst di ESPN e che a NBA Today ha difeso la categoria degli stakanovisti NBA.
“E’ assurdo per me, già la NBA ha fatto tante piccole correzioni… vogliamo davvero accorciare la stagione? Per quanto ancora questi giocatori andranno coccolati e accontentati su tutto? Davvero, eliminare partite sarebbe solo l’ultima delle cose fatte per accontentare la categoria, meno partite significano uno sport diverso, record confusi, numeri diversi… insomma, un caos per il nostro basket“.
“Chi fa l’atleta professionista sa che lo sport a questo livello fa anche male al fisico. Ma è ciò che separa le persone tra chi è in grado di fare una cosa e chi no, la longevità atletica è parte dell’essere grandi“.
Richard Jefferson ha giocato 17 anni nella NBA e partecipato con Nets e Cavs a 4 finali , con un titolo vinto nel 2016. In carriera ha giocato 1181 partite.
