Dal 1995 i Toronto Raptors rappresentano il Canada in NBA, e ora potrebbero portare Fred VanVleet ad ottenerne il passaporto. Vincitore dell’anello nel 2019, ha speso in Ontario tutte le sue sei stagioni nella lega ed è ormai tra i giocatori più rappresentativi di sempre per la franchigia.
Così, all’alba della sua settima annata con la casacca dei Raptors, si è raccontato al Ball Don’t Stop podcast. “Mi sento decisamente canadese, un canadese onorario.” ha raccontato lui che è nato a Rockford, Illinois “Penso che inizierò a lavorare al passaporto. Provare a ottenere la cittadinanza o qualcosa del genere. I miei figli adorano essere qui. Mia figlia è canadese, è nata a Toronto. La città e la nazione sono state fantastiche con me, mi hanno sempre apprezzato.”
In un certo senso, si può dire che VanVleet abbia raccolto l’eredità in campo e fuori di Kyle Lowry, dopo diversi anni spesi come compagni di squadra. “Ho visto Kyle farlo (lasciare un segno a Toronto, ndr) perciò ho ben chiaro il piano di come fare. Devo solo rimanere qui abbastanza a lungo per diventare l’uomo ad averlo fatto per più tempo. E poi per vedere cosa riesco a mettere insieme. Magari portare un altro titolo.”
Fresco di prima selezione come All-Star NBA, la sua sarebbe un’aggiunta intrigante anche per la nazionale canadese. Già forte di elementi di valore come Shai Gilgeous-Alexander, Nickeil Alexander-Walker, Kelly Olynyk, Dwight Powell e potenzialmente di RJ Barrett e Lu Dort, troverebbe in lui un’altra freccia da inserire nella faretra. Per provare finalmente a ottenere risultanti convincenti ai Mondiali, dove altrimenti ha spesso deluso, come nel 2019, quando non superò nemmeno il primo girone.
Insomma, resta da vedere se Fred VanVleet riuscirà effettivamente a diventare un cittadino del Canada, fatto sta che l’esperienza e soprattutto la mediazione dei Raptors potrebbero davvero aiutare.