Home Lega Basket A Prima di LeBron e Bronny, c’erano Dino e Andrea Meneghin

Prima di LeBron e Bronny, c’erano Dino e Andrea Meneghin

di Michele Gibin

Come ci ricorda con puntualità La Prealpina, la coppia padre-figlio LeBron James e Bronny James Jr che ha esordito in preseason e che tra meno di due settimane debutterà anche in regular season NBA, è l’unica famiglia vista in campo assieme nel basket americano, ma non l’unica in assoluto.

A Trieste, 34 anni fa in una partita tra l’allora Ranger Pallacanestro Varese e la Stefanel Trieste, scesero in campo nel novembre 1990 in campionato Dino Meneghin e il figlio Andrea, che all’epoca aveva 16 anni e era al suo primo anno con la prima squadra. Fu Trieste a vincere per 93-89, Dino Meneghin che all’epoca aveva 40 anni, giocò 32 minuti per 6 punti e 4 rimbalzi con una stoppata, il giovanissimo Andrea giocò invece per 7 minuti, gli ultimi della gara, senza però fare molto: solo un tiro da tre punti sbagliato.

Sarebbe stata l‘unica occasione per vedere i Meneghin in campo assieme, nel 1991 la Pallacanestro Varese sarebbe retrocessa in Serie A2 per due anni, e nel frattempo Dino Meneghin si sarebbe ritirato, nel 1994 dopo un’ultima stagione con l’Olimpia Milano, a 44 anni. Seppur con le dovute proporzioni, il paragone tra i Meneghin e i James calza, Dino Meneghin è stato il più grande giocatore italiano della sua (lunga) epoca e una star del basket europeo, vincitore di qualsiasi cosa con Varese prima e poi con l’Olimpia Milano, e Hall of Famer dal 2003. Andrea Meneghin ha avuto una carriera fortunata e di livello, vincitore con Varese del celebre scudetto del 1999 da capitano e dell’altrettanto celebre oro europeo a Parigi 1999 con l’Italia di Boscia Tanjevic, con Carlton Myers, Gianluca Basile, Jack Galanda, Denis Marconato, Gregor Fucka e Alessandro Abbio. Lasciata Varese, Andrea Meneghin avrebbe giocato con la Fortitudo Bologna per due anni, per poi tornare in biancorosso e chiudere la carriera da giocatore nel 2005.

Al momento non è che realizzai bene cosa stesse accadendo, forse anche complice la mia giovane età. Ero in prima squadra aggregato, e poi i riflettori, le luci, il pubblico… Per me era una cosa gigantesca. In verità ero già emozionato di mio per il solo fatto di andare in panchina e giocare. Poi, farlo contro papà fu un’aggiunta. Ma, ripeto, ero già emozionato soltanto per aver ricevuto la convocazione in prima squadra”. Aveva raccontato alla Gazzetta dello Sport Andrea Meneghin nel 2023 ricordando quella partita del 1990. “Durante la settimana non ricordo particolare tensione, dovetti tenere a bada più che altro l’attesa mediatica, con i giornalisti che mi tempestarono di domande cercando di farmi prevedere cosa sarebbe potuto accadere. Alla fine forse non me la sono goduta neanche io perché fu più che altro un evento dei media. Però posso dire che quando sei in campo non è che pensi di giocare contro papà. Semplicemente sei lì per giocare. Puoi pensarlo prima o dopo, ma in quel momento sul parquet direi di no. È stato più emozionante forse per mio padre, si è ritrovato in campo il figlio! E penso che fu una cosa giusta anche per la carriera di papà”.

…in una delle prime azioni, andai a rimbalzo con determinazione e piombai sulla sua schiena praticamente saltandogli addosso. Probabilmente lui si rese conto che ero io e non terminò la mia carriera lì… Ci siamo ritrovati contro solo in un’altra amichevole al Molinello di Rho. Poi qualche volta al campetto a Varese con i ragazzi dell’oratorio, ecco forse lì ci è capitato anche di stare nella stessa squadra per qualche minuto“.

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