In una delle più belle notti della storia NBA a livello di prestazioni individuali, durante la quale abbiamo registrato la memorabile tripla-doppia (49 punti, 14 rimbalzi e 10 assist) di Nikola Jokic, i 41 punti, 14 rimbalzi e 7 assist di Luka Doncic e i 37 con 14 assist di Trae Young, a fare scalpore però è la prestazione record di Joel Embiid.
Il centro camerunese, al suo ottavo (sesto se tralasciamo le due stagioni fuori per infortunio) anno in NBA, è ormai diventato devastante e decisivo in ogni zona del campo. E tutto questo deve lasciare tutti a bocca aperta soprattutto se pensiamo che quest’uomo ha cominciato a giocare a basket a 16 anni e già a 19 (prima del brutto infortunio al piede durante la stagione al college) era considerato il miglior giovane prospetto in circolazione. Ma, nonostante i numerosi problemi fisici di cui è stato sempre purtroppo affetto, The Process è ormai arrivato nel prime della sua carriera e sta facendo emozionare tutti, dimostrando di essere ad oggi a mio avviso il giocatore più fisicamente dominante di tutta la lega. Motivo in più per Phila di cercare di mettergli accanto dei compagni giusti, in modo da poter finalmente arrivare al titolo e non perderlo definitivamente.
Perché, dopo la prestazione di stanotte, Joel ha voluto nuovamente ribadire che il fenomeno nella squadra è lui e non Ben Simmons, convincendo ulteriormente la società a sbarazzarsi dell’australiano. Questo a causa dell’evidente trasformazione che Embiid registra quasi sempre quando non c’è lui in campo. Basterebbe solamente costruirgli attorno una squadra complementare e pertinente alle sue caratteristiche. Doc Rivers si è espresso riguardo a ciò in un’intervista pre-partita. “A noi servono dei veri playmakers, dei veri creatori di gioco per i playoffs, dei ragazzi che danno tutto sia per se che per gli altri. Con questo avremo maggiori possibilità di regalarci la nostra chance”. Riuscirà la società ad accontentarlo? Nell’attesa analizziamo nel dettaglio l’ennesimo meraviglioso box-score che JoJo ci ha voluto regalare nell’incontro di questa notte.
Joel Embiid: “I miei compagni bravi a trovarmi, io ho fatto il resto”
Evidentemente il numero 21 non aveva preso bene la notizia che dava Nikola Jokic ancora favorito per la lotta al titolo di MVP, e ha voluto alzare la voce. Contro i giovani e spensierati Orlando Magic, Embiid non ha solamente dominato con le sue classiche giocate dal palleggio o con le partenze in post-basso, ma ha mostrato miglioramenti sia sul fronte difensivo che su quello degli assist per i compagni (in questa stagione 4.2 a partita, massimo in carriera).
The Process ha messo a referto 50 punti, eguagliando il suo massimo in carriera, insieme a 12 rimbalzi e 3 stoppate, tirando con uno spaventoso 17/23 totale. Ma la statistica che deve far paura a tutti è quella dei minuti effettivi in campo, che sono solamente 27! Joel ha infatti totalizzato 20 dei suoi 50 punti nel primo quarto e 23 nel terzo (durante il quale ha totalizzato un 8/10 al tiro), giocando solamente 58 secondi nell’ultimo parziale. Nella storia solamente Klay Thompson era riuscito a fare meglio, totalizzando 52 punti in 26 minuti di gioco nella clamorosa partita del 29 ottobre 2018 contro Chicago in cui il numero 11 mise a referto anche 14 triple, rompendo così l’ennesimo record. Joel adesso sta viaggiando a circa 28 punti di media a partita, rientrando prepotentemente nella corsa all’MVP.
50 PTS | 12 REB | 3 BLK
— Philadelphia 76ers (@sixers) January 20, 2022
all in 27 minutes. RT to vote @JoelEmbiid for #NBAAllStar. ?
? presented by @PALottery pic.twitter.com/MnjPPGkH90
Ma, tornando alla partita di stanotte, nonostante la prestazione monstre di Embiid, i Sixers hanno dovuto faticare più del previsto per mettere in ghiaccio la partita, chiudendo il primo tempo con uno svantaggio di 10 punti nei confronti dei Magic, che attualmente sono la peggiore squadra della lega. Tuttavia, anche durante il periodo di difficoltà della sua franchigia, il numero 21 è stato dominante. Proviamo a dare qualche statistica. I compagni nel primo quarto hanno totalizzato solamente 5 punti, tirando con un misero 2/11 totale. E nei periodi in cui Embiid era seduto in panchina, Orlando ha approfittato per allungare le distanze. Tuttavia lo sprint decisivo è arrivato nel terzo periodo, con un parziale di 17-6 per la squadra di casa, durante il quale anche Tyrese Maxey è salito in cattedra, mettendo a referto un paio di decisive triple. Ma il canestro decisivo lo ha messo a referto ancora The Process, con una tripla arrivata negli ultimi istanti del quarto, grazie alla quale lui è arrivato a quota 47 punti, e Phila avanti 92-80 sugli avversari. Nell’ultimo parziale, il lungo camerunese è entrato in campo a 7 minuti dalla fine, mettendo subito a referto due tiri liberi che lo hanno fatto arrivare a 49 punti. Poi, a causa di un fallo subito da Mo Bamba, (anche lui stanotte protagonista con 32 punti e 7 triple messe a segno) Embiid siè regalato un nuovo giro in lunetta, facendo stavolta 1/2 ed arrivando alla fatidica quota 50, prima di venir sostituito da Doc Rivers per meritarsi una doverosa standing-ovation da parte del pubblico sugli spalti. “Tutto è andato nel giusto modo, la palla arrivava sempre a me. I compagni mi ripongono sempre tanta fiducia”. Queste le sue parole a fine partita. Come dargli torto in effetti.