Non poteva che andare accanto a quella di Kobe Bryant, la maglia numero 16 di Pau Gasol che i Los Angeles Lakers hanno ritirano alla Crypto.Com Arena durante la partita contro i Memphis Grizzlies.
La cerimonia del ritiro della maglia si è tenuto all’intervallo della partita, poi vinta dai Lakers per 112-103 e che ha tenuto vive le speranze di play-in per i gialloviola. La serata di LA era però tutta per Pau, e con la presenza benevola, quasi fisica di Kobe come nume tutelare.
“E’ un sentimento potente, significativo, e mi sento felice e triste allo stesso momento, provo gioia ma anche dolore“, ha detto Gasol “Tante cose assieme (…) la vita scorre veloce, un giorno sei un ragazzo che gioca a basket a scuola con i suoi amici, e tutto a un tratto eccoti a realizzare i tuoi sogni. Stasera è anche di più ciò che avrei mai potuto sognare, e poi con Kobe lassù con me…“.
Alla cerimonia al centro del campo con Pau Gasol hanno preso parte anche il fratello Marc, poi per i Lakers Rob Pelinka e Jeanie Buss, e Vanessa Bryant assieme alla famiglia del campione catalano. Tra le prime file invece erano presenti tanti ex compagni di squadra di Gasol, tra cui Jimmy Butler, Derek Fisher, Sasha Vujacic e Metta Sandiford-Artest e i colleghi della nazionale spagnola, Jose Calderon, Juan Carlos Navarro, Felipe Reyes e Juancho Hernangomez. Prima del discorso di Pau, dal megaschermo dell’arena è stato proiettato un video tributo con le parole registrate di Vanessa e di Kobe Bryant, durante la notte degli Oscar 2018, e in cui Kobe prediceva il giorno del ritiro della maglia dell’ex compagno: “Quando smetterà avrà il suo numero ritirato, non avremmo mai vinto quei due titoli NBA senza di lui, lo sappiamo tutti“. E quindi la coltellata, seppur involontaria: “Non vedo l’ora di vedere il suo discorso lì, al centro del campo“.
“Vedere tutti questi amici qui è qualcosa che travolge, ma non posso non parlare della persona che non è qui con noi oggi. Il fratello che mi ha permesso di elevarmi e che mi ha stimolato, sfidato a diventare un giocatore migliore e una persona migliore. Mi manca tantissimo come manca a tutti noi. Vorrei che fosse qui con Gigi. Ti voglio bene, fratello mio“, ha detto Pau durante il suo discorso “Kobe mi ha ispirato e mi ha mostrato che cosa vuol dire essere il miglior giocatore possibile. L’etica del lavoro, la dedizione e la mentalità che ci vogliono“.
Pau Gasol arrivò ai Lakers via trade dai Memphis Grizzlies nel corso della stagione 2007-08, in uno scambio che avrebbe spedito a Memphis il fratello minore Marc. E scambio voluto dai Lakers per mettere accanto a Kobe Bryant una seconda star per tornare a puntare al titolo NBA dopo gli anni della dinastia con Shaquille O’Neal.
Gasol si sarebbe dimostrato la “co-star” perfetta per Kobe e per il sistema offensivo della triple post offense di coach Phil Jackson, ai Lakers Gasol sarebbe diventato All-Star per 4 volte (sulle 6 totali in carriera) e All-NBA, e avrebbe soprattutto disputato 3 finali NBA con due titoli vinti, nel 2009 e 2010.
Pau avrebbe lasciato i Lakers nel 2014 per trasferirsi da free agent ai Chicago Bulls, dove avrebbe giocato per due stagioni prima del passaggio ai San Antonio Spurs e brevemente ai Milwaukee Bucks dove avrebbe terminato la sua carriera NBA, prima del ritorno in Spagna al Barcellona e il ritiro dopo le Olimpiadi di Tokyo nel 2021.
In carriera nella NBA, Gasol ha una media di 17 punti e 9.2 rimbalzi a partita in 1226 gare disputate, ed è stato nominato per 2 volte nel secondo quintetto All-NBA e per 2 volte nel terzo. Nel 2002 a Memphis, Pau vinse il premio di rookie dell’anno.