“Voialtri dite quel che volte, se LeBron James gioca, allora si gioca. Business e non questione personale“, è il tweet, in verità piuttosto criptico, con cui Patrick Beverley dei Los Angeles Clippers prende la sua posizione sulla ripartenza della stagione NBA 2019\20.
James non ha preso parte alla maxi conference call di venerdì tra quasi 100 giocatori NBA, e durante la quale Kyrie Irving si è proposto quale leader del fronte del “no”. Trovando anche alleati come George Hill, Dwigh Howard e Lou Williams, sempre sull’asse Lakers-Clippers.
L’intenzione di LeBron pare chiara: si gioca, tornare in campo non intaccherà la giusta causa per cui l’America è scesa nelle strade nelle ultime due settimane, per sostenere il movimento Black Lives Matter contro razzismo e violenze contro i cittadini neri.
Cosa intende Pat Beverley col suo tweet? Semplice presa di coscienza dei rapporti di forza anche tra i giocatori? O una delle tante provocazioni cui la guardia ex Rockets ci ha abituato negli anni? Lakers e Clippers sono da inizio stagione destinate a scontrarsi ai playoffs per giocarsi l’accesso in finale e le chance di titolo, e dopo la pausa forzata di oltre 3 mesi a causa dell’epidemia da coronavirus, il piano della “bolla” di Disney World ha ridato alle squadre che puntano alla vittoria la possibilità di provarci.
Alla ripresa, i Lakers ripartiranno dalla prima posizione nella Western Conference con un record di 49-14, seguiti proprio dai Clippers (44-20) e dai Denver Nuggets (43-22).
In regular season, Lakers e Clippers si sono affrontate 3 volte (2-1 il record in favore di Kawhi Leonard e compagni), solo un preludio di quel che potrebbe essere una serie di playoffs intera tra due squadre, che, come si dice spesso anche qui, si rispettano ma non si amano…
Hoopers say what y’all want. If @KingJames said he hooping. We all hooping. Not Personal only BUSINESS?????? ?? #StayWoke ✊?✊?✊?
— Patrick Beverley (@patbev21) June 14, 2020