Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsBoston Celtics No, Jeff Bezos non vuole comprarsi i Boston Celtics

No, Jeff Bezos non vuole comprarsi i Boston Celtics

di Michele Gibin
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La boutade l’aveva lanciata Bill Simmons in una puntata agostana del suo podcast, e siccome si tratta di Bill Simmons e di Boston Celtics, riportare qualsiasi cosa il grande giornalista sportivo USA dica è quasi un riflesso condizionato. E infatti.

Simmons aveva citato “alcune fonti” le quali gli avevano suggerito che nientemeno che Jeff Bezos, fondatore di Amazon, fosse interessato a rilevare i Boston Celtics. E dal momento che l’attuale proprietario di maggioranza della squadra Wyc Grousbeck ha annunciato l’intenzione di vendere, ecco che due più due fa quattro.

Secondo Simmons e le sue fonti, Bezos “sarebbe interessato a far ascrivere il proprio nome” nell’elenco degli interessati ai Celtics, che oggi valgono qualcosa come 5.2 miliardi di dollari, tra le franchigie sportive USA con più valore. La notizia è invece che Jeff Bezos “non sarebbe minimamente intenzionato” a investire nella NBA e quindi nei Boston Celtics, come riportato da The Information che cita “una fonte vicina” al miliardario: “Le chance sono zero“.

L’ingresso di Jeff Bezos come proprietario NBA, a Boston o in qualunque altra squadra, generebbe un conflitto d’interessi complicato per la lega da gestire. Amazon Prime Video ha infatti appena sborsato quasi 2 miliardi di dollari per i diritti TV sulle partite NBA dal 2025-25 e per i successivi 11 anni, può dunque il proprietario di uno dei network che trasmette le partite e paga la NBA per farlo, essere anche il proprietario di una squadra?

Cosa che non ha precendenti per la NBA. La lega ebbe però i suoi bravi problemi negli anni passati in una situazione per certi versi simile, quando tra anni ’90 e inizio 2000 la NBC fu accusata di favoritismi verso squadre dei grandi mercati come Chicago, Los Angeles e New York. Il network, che però non possedeva alcuna quota di maggioranza in nessuna squadra, fu accusato più volte negli anni di mettere costantemente in prima serata in TV squadre come Lakers, Bulls e Knicks a discapito di altri mercati importanti e città e aree altrettanto popolose, come ad esempio Houston e i grandi Rockets dell’epoca. Una tendenza nota al tempo come “network bias“, e che in caso di un proprietario di una squadra e al tempo stesso editore e emittente TV (se vi ricorda qualcosa, non siete i soli) non potrebbe che farsi più complesso da gestire.

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